Stamattina la notifica del provvedimento. L'ex candidata a sindaco dovrà rinviare il suo debutto in Consiglio a causa della condanna in primo grado per il "caso Miramare"
Stamattina la notifica del provvedimento. L'ex candidata a sindaco dovrà rinviare il suo debutto in Consiglio a causa della condanna in primo grado per il "caso Miramare"
L’ex assessore dopo la sentenza rompe il silenzio e conferma: «Si va avanti a testa alta». Si candiderà? Intanto le motivazioni creano non poche preoccupazioni al sindaco che rischia di uscire con le ossa rotte dal dibattimento che inizierà il prossimo 17 ottobre
Caso Miramare, le motivazioni della sentenza con cui è stato condannato l’ex assessore: «Proposte modificare per vestire di apparente legalità un favore fatto a Zagarella». Ed emergono profonde divergenze in seno alla Giunta
Vacalabre e Ripepi, esaminati da pm e difese, ribadiscono come nacque l’esposto che portò all’apertura dell’inchiesta che vede a processo il sindaco di Reggio e quasi tutta la sua prima squadra di assessori
I reati contestati sono, a vario titolo, di abuso d'ufficio e falso. L’ex assessore di Reggio Calabria, che ha scelto il rito abbreviato, è indagato insieme a quasi tutta l’ex giunta Falcomatà
L’ex assessore di Reggio Calabria, che ha scelto il rito abbreviato, è indagato insieme a quasi tutta l’ex giunta Falcomatà. I reati contestati sono, a vario titolo, di abuso d'ufficio e falso
L’ex assessore di Reggio Calabria è indagato insieme a quasi tutta l’ex giunta Falcomatà. I reati contestati sono, a vario titolo, di abuso d'ufficio e falso
Fissata per il prossimo 17 settembre l'udienza preliminare davanti al gup. Ora il primo cittadino e diversi attuali amministratori rischiano concretamente il processo per la vicenda dell'affidamento del noto hotel ad un'associazione presieduta da Paolo Zagarella
Il sindaco è accusato di abuso d'ufficio e falsità materiale e ideologica per la concessione dell'immobile all'amico Paolo Zagarella. Si salva solo l'ex assessore Neto, assente il giorno della delibera. Ora tutti rischiano il processo