Rigettate le richieste della Procura generale di Catanzaro e dei difensori degli imputati. Confermato l’operato dei giudici del Tribunale di Vibo Valentia e della Corte d’Appello. Cinque le condanne definitive
La Suprema Corte fissa l’udienza per esaminare i ricorsi di pubblica accusa e difese. In primo grado a Vibo e nel secondo a Catanzaro è franata totalmente l'impalcatura accusatoria sul reato associativo. Ecco le motivazioni dei giudici
Il Tribunale di Vibo in primo grado non ha riconosciuto il reato di associazione mafiosa con i giudici che nelle motivazioni hanno parlato di “totale vuoto probatorio”
Nessun reato associativo, così i giudici del Tribunale collegiale di Vibo Valentia in 450 pagine spiegano il verdetto del processo Black Money contro il clan Mancuso
“Manca il reato associativo”. I giudici del Tribunale collegiale in 450 pagine spiegano il percorso logico-giuridico del verdetto emesso nel febbraio scorso
Associazione mafiosa caduta per tutti gli imputati, pene più che dimezzate rispetto alle richieste del pm con 47 anni di carcere inflitti a fronte dei 220 richiesti
Parla il magistrato della Dda di Catanzaro. Si esprime in merito alla sentenza del processo contro il clan Mancuso che si è risolto con 47 anni di carcere a fronte dei 220 richiesti dallo stesso pubblico ministero. L’avvocato Sabatino: «Sentenza coraggiosa»
È giunto a sentenza il processo contro la potente consorteria mafiosa di Limbadi, Il Tribunale di Vibo Valentia ha letto il dispositivo dopo 10 giorni di camera di consiglio
La Prima sezione della Suprema Corte annulla con rinvio la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro di respingere l’istanza di ricusazione nei confronti di due giudici del Tribunale di Vibo Valentia
La richiesta di rimessione del processo ad altra sede mette in evidenza la circostanza che un troncone del procedimento “Black money” si fonda pure sulle risultanze investigative dei carabinieri del Ros di Catanzaro nell’ambito dell’indagine “Purgatorio”
Segnale forte del procuratore capo di Catanzaro, presente al fianco del pm Marisa Manzini, dopo le minacce in aula di cui è stata oggetto e desunte dalle parole pronunciate in video-conferenza dal penitenziario de L’Aquila da Pantaleone Mancuso “Scarpuni”
Il sostituto procuratore generale Carlo Alessandro Modestino ha chiesto alla Corte di confermare le 15 condanne inflitte in primo grado contro presunti affiliati al clan Mancuso