VIDEO| Con l'operazione denominata Eureka scattata all'alba, 85 persone sono finite in carcere. Tra i reati contestati anche favoreggiamento e trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena
Fra gli imputati figurano i due boss ritenuti al vertice dell’organizzazione criminale, Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, appartenenti a storiche famiglie originarie di Cosoleto, centro in provincia di Reggio Calabria.
Al momento arresto, il presunto boss di Sant’Onofrio aveva in tasca santini e un telefonino. In casa, gli investigatori hanno trovato anche documentazione sanitaria
Il filone con rito ordinario riguarda il maxi blitz che ha colpito la criminilità organizzata calabrese nel Comasco. Il procedimanto in abbreviato ha già portato a 34 condanne per un totale di oltre 200 anni di reclusione
A raccontare i fatti il comandante provinciale dei carabinieri Gerardo Petitto: ««Lo avevamo intercettato in centro storico ma solo quando si è fermato in raccoglimento ne siamo stati certi». Il maggiore dei Ros Fabrizio Perna: «Non ha opposto resistenza»
Massimiliano D’Angelantonio, comandante del II Reparto investigativo: «Eravamo pronti, siamo riusciti a localizzarlo nella Cattedrale di San Lorenzo e abbiamo chiuso il cerchio». Ai carabinieri ha esibito un documento intestato a un cittadino originario di Sant’Onofrio (ASCOLTA L'AUDIO)
Il titolare del Viminale parla di forte risposta dello Stato e aggiunge: «Magistratura e forze dell'ordine impegnate ad assicurare alla giustizia pericolosissimi criminali»
Non tornerà immediatamente in Italia per scontare la pena. La difesa infatti ha già annunciato ricorso in Cassazione. L'avvocato: «Se va in Italia, è morto»
VIDEO E AUDIO | La scalata criminale del mammasantissima di Sant'Onofrio raccontata dal pentito Andrea Mantella. Dalla faida combattuta da adolescente a fianco di suo padre fino ai traffici di droga e i rapporti con i clan più importanti. Ascolta la voce del padrino in una intercettazione captata dalle forze di polizia
VIDEO | Esponente di spicco della cosca di Sant'Onofrio, era nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità. È stato fermato dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, nel cuore del centro storico
Dalle vecchie case mandamentali costruite senza mai entrare in funzione fino alla più costosa incompiuta nell’elenco delle opere da ultimare stilato dalla Regione. Ecco le cattedrali nel deserto dei Mancuso (ASCOLTA L'AUDIO)
Medici ammazzati, ruberie, appalti agli amici degli amici. Tutto ebbe inizio nella Locride, con il primo scioglimento per mafia di quelle che allora si chiamavano ancora Usl (ASCOLTA L'AUDIO)
La collaborazione del 58enne di Nicotera Marina apre scenari impensabili solo qualche mese fa. La sua sfida il potente clan di Limbadi: «Dedicherò la mia vita a combattere le mafie»
L'inchiesta ha riguardato i clan Megna di Papanice, Trapasso di San Leonardo di Cutro, Arena di Isola Capo Rizzuto, i clan di Cirò Marina, la casa-madre dei Grande Aracri
L'indagato di Oppido Mamertina, che ha subito una perquisizione nella sua abitazione, ha dato mandato all'avvocato Francesco Siclari di inviare una missiva alla stampa: «La sua fedina penale immune da precedenti di tale natura. Lontano da contesti criminali»
Perquisizioni a casa di Vincenzo Ferraro, fratello dell'ex latitante Giuseppe. La vittima fu uccisa a colpi di lupara mentre si trovava a bordo del suo furgone
Si è tenuta questa mattina l’udienza preliminare davanti al gup distrettuale di Reggio Calabria. In 8 hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Alla sbarra presunti vertici e affiliati della potente cosca aspromontana
Al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, l’uomo ha fittiziamente intestato a terzi compiacenti le quote sociali, i conti correnti e tutti i beni strumentali riconducibili all’attività di ristorazione
Gli indagati farebbero parte di una locale operante sul territorio di Ivrea e nelle zone limitrofe, connessa alla cosca degli Alvaro “carni i cani” di Sinopoli (ASCOLTA L'AUDIO)
Il gruppo di aziende calabresi nato nel 2009 nella Locride, quando alcuni agricoltori si rifiutarono di cedere alle minacce della criminalità organizzata. Parla il fondatore Vincenzo Linarello: «Vogliamo innescare percorsi di cambiamento» (ASCOLTA L'AUDIO)