Secondo le motivazioni della Corte d’Appello di Catanzaro “la riconducibilità del Iacovo alla cosca è il frutto di mere ipotesi investigative, rimaste prive di riscontri univoci.” Per questi motivi conclude la CdA di Catanzaro “Iacovo quindi senz’altro va assolto, perché il fatto non sussiste”. Nel processo di Primo grado, il Tribunale di Paola gli aveva inflitto 4 anni e 8 mesi