Sanità Calabria

Il taglio delle guardie mediche nel Catanzarese slittato a fine 2026, i sindaci: «Continueremo a vigilare»

Confronto dei primi cittadini con il sub commissario Esposito. Le postazioni non saranno soppresse fin quando non entreranno in esercizio ospedali e case di comunità. Confermata la grave carenza di medici. Solo due le Cot attive in tutta la Calabria

di Luana  Costa
28 ottobre 2024
21:40
Il sub commissario Ernesto Esposito
Il sub commissario Ernesto Esposito

Nessun taglio, o riorganizzazione, sarà attuata fin quando nuove strutture non sorgeranno sul territorio. È con questa rassicurazione che si è chiusa la riunione chiesta a gran voce dai sindaci della provincia di Catanzaro per scongiurare il paventato ridimensionamento delle postazioni di continuità assistenziale, previsto dell'accordo integrativo regionale che nei fatti applica standard più restrittivi.

Le Aft

La deadline è stata fissata al 31 dicembre 2026 quando - come da programma Pnrr - dovrebbero entrare in esercizio gli ospedali e le case di comunità, queste ultime ospitando almeno una aggregazione funzionale territoriale, ovvero raggruppamenti di medici di medicina generale con la presenza di una postazione di continuità assistenziale. I dettagli della programmazione sono stati illustrati questo pomeriggio dal sub commissario, Ernesto Esposito, e dal commissario dell'Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, durante l'incontro sollecitato dai primi cittadini.


Case di comunità

Secondo quanto riferito, le Aft dovrebbero entrare a regime tra la fine del 2025 e gli inizi del 2026, al momento solo il 30% della popolazione regionale è presa in carico da una aggregazione di medici di base. Anche le case di comunità hanno uno stato di avanzamento piuttosto variegato: i lavori sono già iniziati per il 50% degli interventi previsti, il 30% ha superato la fase di progettazione mentre il 20% è ancora in fase di progettazione.

La vigilanza continua

Incassata la rassicurazione, i sindaci - per bocca del presidente della Provincia, Amedeo Mormile - hanno comunque avvertito di voler continuare a vigilare affinché la programmazione prevista venga poi nei fatti attuata e nessuna postazione soppressa. D'altro canto il sub commissario, Ernesto Esposito, ha sottolineato la necessità di avviare una profonda riorganizzazione territoriale, non solo perché in Calabria gli standard non sono mai stati applicati ma soprattutto perché nei fatti l'assistenza sul territorio non è più garantita.

Zone carenti...

Per due ordini di ragioni, postazioni di continuità assistenziali a corto di medici, molto spesso chiuse d'ufficio, e prestazioni fornite in maniera disomogenea. Secondo il sub commissario, il mancato rispetto degli standard rende le strutture pericolose perché inefficaci e inefficienti. I dati parlano chiaro, lo standard prevede la presenza di quattro medici per postazione, il fabbisogno della provincia di Catanzaro è stimato in 236 camici bianchi, attualmente ve ne sono 99 titolari e 145 sostitutivi. Nonostante gli avvisi espletati per la copertura delle zone carenti solo nove sono state occupate.

Le prestazioni a Catanzaro

Vi è poi il capitolo delle prestazioni erogate, la media di accessi annuali per postazione è di 1.766, gli accessi giornalieri 5, solo il 2% finisce poi con una prescrizione di ricovero. Nel panorama territoriale vi sono ex guardie mediche che ne erogano un maggior numero e altre decisamente meno; ad esempio, nel distretto sanitario di Catanzaro la postazione di Catanzaro lido è la più gettonata con 7.312 visite all'anno, Albi 666; per quanto riguarda i dati giornalieri: Catanzaro Lido 20 al dì, Albi 2.

Soverato e Lamezia Terme

Nel distretto sanitario di Soverato, Soverato conta 4.905 visite all'anno, Santa Caterina 626; Soverato 13 al giorno, Santa Caterina 2. Infine, nel distretto sanitario di Lamezia Terme, la postazione di Nicastro esegue 8.934 visite all'anno, 372 Martirano Lombardo; Nicastro 24 al giorno, Martirano 1 al giorno. I sindaci hanno, tuttavia, sottolineato come il numero di visite sia naturalmente correlato alla densità della popolazione rientrante nel bacino e come spesso accada che le visite siano erogate nelle ore notturne anche dai medici di base.

Le centrali operative

Il sub commissario, Ernesto Esposito, nel corso della riunione ha poi confermato come in effetti le centrali operative territoriali non siano ancora tutte attive. Il caso era stato sollevato da LaCNews24, provocando ben due repliche da parte del  dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria e dell'Asp di Catanzaro. Secondo quanto riferito, al momento risultano attive solo le cot di Reggio Calabria e Crotone, le altre previste sul territorio regionale si conta di attivarle nei prossimi tre mesi, in concomitanza con l'avvio del numero unico 116/117.

La soddisfazione dei sindaci

«La soddisfazione intanto c'è perché da sindaci e amministratori che quotidianamente vivono i problemi delle persone stiamo riacquistando spazi che per anni erano rimasti fuori dai luoghi di discussione e dai tavoli programmatori» ha chiarito il presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile. «Siamo poi ben consapevoli delle difficoltà legate al piano di rientro, alla carenza di medici e a quelle orografiche dei nostri territori ma ciò non toglie che le esigenze primarie, ovvero garantire la qualità dell'assistenza ai cittadini venga prima di tutto, per cui questi argomenti devono trovare un punto di convergenza e una attenzione alta. La struttura commissariale e la Regione si dimostra ben disponibile affinché questo avvenga, e sicuramente avverrà su nostra pressante presenza perché d'ora in avanti i sindaci e i territori ci saranno, faranno le loro proposte. Per quel che riguarda le assicurazioni fornite dalla struttura commissariale, la riorganizzazione territoriale deve essere ancorata ad eventuali ridimensionamenti, non come avvenuto in passato».

Giornalista
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