Profondo rosso

Dialisi, l’allarme dell’Aned: «In Calabria poco personale e tagli continui. Mancano addirittura cerotti e reagenti»

Il presidente dell’associazione, Scarmozzino si rivolge al governatore Occhiuto: «Il sistema nefrodialitico calabrese è sull'orlo del precipizio. E intanto la sanità privata vola»

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di Redazione Attualità
15 luglio 2024
08:07

«Il presidente della Regione e Commissario della Sanità, Roberto Occhiuto, predica bene e razzola malissimo. E così la sanità privata vola». Lo afferma, in una nota, Pasquale Scarmozzino, di Aned Calabria, l'associazione degli emodializzati.

«La nefrologia, disciplina che gestisce i malati di reni e che per costi finanziari, numero di pazienti, problemi sociali e morti è ormai la quinta disciplina più importante allertata dai Sistemi sanitari nazionali e mondiali - aggiunge Scarmozzino - in Calabria è letteralmente ignorata dal presidente Occhiuto. Nel 2010, dati Ridt (Indice replicazione diagnostica) Calabria, la prevalenza dei pazienti in dialisi per milione di popolazione era di 684 dializzati, mentre oggi é di 803 (+17%). Mentre, dati Centro nazionale trapianti 2023, per i trapianti di rene la media italiana è arrivata a 38 pmp, in Calabria, nonostante avessimo due sedi trapianto, la media è stata di soli 17 pmp trapianti. Cioè il 50% inferiore alla media nazionale».


«Presidente Occhiuto, prenda atto allora che il sistema nefrodialitico calabrese è sull'orlo del precipizio. A Reggio, il 24 maggio scorso lei ha detto: 'se il sistema sanitario calabrese fosse un paziente, sarebbe in coma'. Governatore, ecco il coma calabrese: assenza di cerotti e bendaggi post dialisi in centri periferici e hub (Catanzaro), dove i pazienti se li portano da casa; letti bilancia esistenti rotti, da nord a sud della Calabria, ed è impossibile il monitoraggio del calo peso per impedire rischi nel trattamento clinico (ultimo Palmi); reagenti per l'emogasanalisi mancanti per misurare i parametri nel sangue in fase di criticità durante la dialisi (Palmi, Rogliano); organico nefrologico e infermieristico sottodimensionato paurosamente fino al 41%, tanto da da impedire la reperibilità persino negli Spoke (Paola, Castrovillari) nei turni festivi e notturni nonché la mobilità in dialisi per pazienti e conseguentemente familiari calabresi».

«Sono problemi sanabili - dice ancora Scarmozzino - ma qui insormontabili per apatia della nostra Regione: la prevenzione della malattia renale cronica, la gestione dei nefropatici e i trapianti sono pane quotidiano nelle regioni virtuose, mentre da noi rappresentano una chimera. Presidente Occhiuto, Aned aspetta da un anno di sapere come mai a Reggio Calabria si chiudono stanze con posti di emodialisi, costringendo 12 pazienti, anche novantenni con tumore, dalla sera alla mattina di spostarsi a Scilla o a Melito dopo che un suo predecessore, Massimo Scura, molto laborioso e rispettoso della Sanità pubblica, sensibile verso i malati cronici e la loro associazione, davanti all'ex prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, nel 2018, aveva dato soluzione ai problemi dei nefropatici reggini individuando e finanziando un centro dialisi pubblico, mentre con lei il privato vola. Il problema della nefrologia e dialisi non si risolve esternalizzando la dialisi come sta facendo, sbagliando ignobilmente. E sa perché? I nefrologi degli Stati Uniti, dove la dialisi è prettamente privata, hanno 'capito' come mai in Italia i dializzati campano decenni, proprio mentre lei fa l'americano. Se vuole altri dettagli convochi subito Aned: avrà di che sapere e allarmarsi».

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