Catanzaro: il Sant'Anna tra i migliori centri di cardiochirurgia

Secondo l'indagine è il terzo centro per numero interventi di by-pass aortocoronarico e il quarto per basso indice di mortalità a trenta giorni
di Redazione
24 febbraio 2017
16:24
Catanzaro, Sant’Anna Hospital
Catanzaro, Sant’Anna Hospital

“Dopo il Programma nazionale esiti di "Agenas", l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, anche "Doveecomemicuro.it", il primo portale italiano di public reporting in ambito sanitario, promuove a pieni voti il Sant'Anna Hospital”. Lo comunica la stessa struttura sanitaria.   

 


“L'indagine, svolta su un campione complessivo di oltre duemila tra strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate in Italia presso il Ssn e afferenti alle varie branche mediche - è scritto in una nota - colloca infatti il Centro regionale di alta specialità del cuore in cima alle classifiche che riguardano i volumi di prestazioni e gli esiti per i pazienti trattati in ambito cardiochirurgico. In particolare è emerso che nel campione in studio il Sant’Anna occupa il terzo posto per numero di interventi di by-pass aortocoronarico e il quarto per basso indice di mortalità a trenta giorni”.

 

Gli analisti di 'Doveecomemicuro.it', infatti, hanno appurato che “il 76% delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate non rispetta i volumi minimi (200 by-pass all'anno per struttura). Dunque solo il 24% è virtuoso ed è distribuito sul territorio nazionale senza differenze geografiche significative. Si tratta di un dato allarmante e non soltanto in termini di riorganizzazione della rete ospedaliera. La letteratura scientifica, infatti, è pressoché concorde nel ritenere che i volumi di prestazione abbiano un impatto rilevante, perché dove si fanno più interventi è più probabile che gli esiti siano migliori”.   

 

A confermarlo, prosegue la nota, sono le parole di Elena Azzolini dell'Università Cattolica di Roma e componente del comitato scientifico del portale che ha condotto la ricerca. “Ormai - spiega Azzolini - sono numerose le prove in letteratura che confermano che per molte condizioni cliniche e interventi esiste un'associazione tra il volume di attività e l'esito delle cure, in particolar modo in termini di mortalità intra-ospedaliera o a 30 giorni dal ricovero/intervento. Per tali situazioni è possibile affermare che la mortalità a 30 giorni si riduce all'aumentare dei volumi di attività ovvero, nell'ambito cardiovascolare, che maggiore è il numero di ricoveri per infarto miocardico acuto o di interventi di bypass aorto-coronarico che una struttura esegue, più alto è il grado di esperienza e la qualità dell'assistenza offerta. Sulla base di questi presupposti, oltre che dei decreti legislativi attualmente vigenti, è possibile fornire valutazioni assolutamente oggettive e scientificamente affidabili, da cui tutti possono trarre benefici”. (Ansa)

GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top