Psichiatria a Locri: «Mancano medici e infermieri, difficile erogare servizi»

Il consigliere regionale Nicolò ha presentato un’interrogazione: «disagi derivanti da un sistema sanitario al collasso»

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di Redazione
12 giugno 2018
09:33

«Le croniche criticità che affliggono la sanità in Calabria presentano punte di gravità rigorosamente stigmatizzate in atti di sindacato ispettivo, da ultimo, inerenti il reparto di Psichiatria dell’ospedale di Locri che deve misurarsi quotidianamente con difficoltà organizzative e di puntuale erogazione dei servizi discendenti dalla strutturale carenza di personale medico ed infermieristico». L’interrogazione presentata ieri dal consigliere regionale Alessandro Nicolò (FdI), «attesta ancora una volta che i disagi derivanti da un sistema sanitario oggi al collasso in Calabria investono gran parte dei segmenti della salute in ragione di oggettive difficoltà legate al dimensionamento del personale, a strutture fatiscenti e a macchinari obsoleti, tecnologicamente non al passo con le più recenti acquisizioni della ricerca».

 


«Un sistema pubblico ancor più in affanno in virtù delle ultime decisioni commissariali che afferiscono il comparto sanitario privato accreditato. Snocciolando i singoli dati e dopo uno ‘screening’ dei diversi nosocomi - prosegue l’esponente politico - è emerso che anche il reparto di psichiatria dell’ospedale di Locri versa in una situazione critica ascrivibile all’insufficienza di personale medico e infermieristico». «Dall’esiguità delle unità sanitarie e parasanitarie è dipeso il blocco momentaneo dei trattamenti sanitari obbligatori, mentre vengono garantiti soltanto i ricoveri in regime volontario. Una situazione intollerabile dinanzi a cui - sottolinea - è richiesta una pronta reazione e provvedimenti conseguenti da parte delle autorità competenti che non possono rimanere silenti ed inerti».

 

«Peraltro, la condizione di stallo - aggiunge - potrebbe determinare il rischio concreto di riduzione del numero dei posti letto disponibili con ulteriori gravi ripercussioni per gli utenti del reparto de quo, un numero elevato anche alla luce dell’importanza del bacino di utenza interessato. Non è ammesso che su tali questioni continui la politica dello scaricabarile. Ci si assuma la responsabilità degli atti assunti ma anche delle colpevoli omissioni» continua il consigliere regionale. «Si chiede - conclude Alessandro Nicolò - al presidente della Giunta di conoscere quali provvedimenti impellenti si intendono esperire al fine di garantire un completo ed efficiente funzionamento del reparto de quo». .

 

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