Paolini (Aiop) replica a Scura: 'Noi abbiamo richiesto l'accesso agli atti ma non abbiamo avuto risposta'

Il presidente dell'Aiop: 'Al commissario Scura ricordiamo che lui è stato mandato in Calabria non per rispondere a padroni politici ma per svolgere un servizio per conto dello Stato e nell’interesse dei calabresi'
di Redazione
24 settembre 2015
11:39

Enzo Paolini, presidente dell'Aiop (Associazione delle cliniche private) replica alle parole del Commissario alla Sanità il quale ha dichiarato che le notizie degli ultimi giorni sull'assegnazione del budget alle cliniche private sono 'Emerite balle'. "Noi abbiamo richiesto gli accessi agli atti proprio come previsto dalla legge - ha dichiarato Paolini - ma sono passati inutilmente i 30 giorni entro i quali Scura doveva rispondere".


"Chiediamo al Commissario Scura di ascoltare anche le nostre posizioni senza inutili sicumere e affermazioni non vere" ha dichiarato Paolini in una nota. "Non è vero che sui riparti e sui contratti sarebbe stata fatta una istruttoria. Non c’è alcun atto che lo dimostri a meno di voler considerare tali le riunioni interne in assessorato, perché come tutti sanno, le istruttorie si fanno con la partecipazione degli interessati. E di questo non v’è traccia".



Paolini continua: "Al commissario Scura ricordiamo che lui è stato mandato in Calabria non per rispondere a padroni politici (per ricordare un’altra sua infelice espressione) ma per svolgere un servizio per conto dello Stato e nell’interesse dei calabresi, tra i quali anche i lavoratori e gli imprenditori, meritevoli ed onesti, della sanità privata. Il TAR che – come è noto – non si può considerare un alfiere del privato nei confronti della pubblica amministrazione sta ripetutamente annullando i provvedimenti illegittimi del Commissario. Vuol dire che quando si esagera l’abuso diventa evidente e la misura è colma. Ora basta".


Secondo il presidente dell'Aiop "lasciando da parte gli svarioni etici ed istituzionali occorre collaborare con buon senso e senza pregiudizi. Che vuol dire condividere i testi contrattuali, i criteri di riparto delle risorse, le programmazioni strategiche, finalizzate a ridurre le liste d’attesa, le emigrazioni sanitarie, gli sprechi le inappropriatezze. Per parte nostra - aggiunge - invochiamo controlli sugli standard, sui requisiti, sulla correttezza (ma anche sulla correntezza) dei pagamenti e vogliamo investire in qualità e livelli occupazionali. Si può fare se solo si potesse contare su una politica sanitaria aperta e lungimirante fondata sul pieno e sano utilizzo delle risorse disponibili".

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