Nell'olio d’oliva una sostanza che ringiovanisce il cervello degli anziani

Lo conferma uno studio dell'Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche e dell'Università della Tuscia. La componente si trova anche negli scarti di lavorazione che verrebbero così riutilizzati 

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di Redazione
18 febbraio 2020
09:19
L’olio d’oliva
L’olio d’oliva

L’olio d’oliva scrigno di ricchezze inesauribili per il benessere dell’uomo. Un componente dell’extravergine, l'idrossitirosolo, presente in abbondanza anche negli scarti di lavorazione, ha la capacità di "ringiovanire" il cervello degli anziani. A confermarlo uno studio dell'Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc) e dell'Università della Tuscia. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Faseb Journal. Nel cervello dei mammiferi, in particolare nell'ippocampo, vengono prodotti nell'arco di tutta la vita nuovi neuroni.

L’olio ringiovanisce il cervello

Questo processo denominato neurogenesi è indispensabile per la formazione della memoria episodica, come hanno dimostrato recenti ricerche: i nuovi neuroni dell'ippocampo vengono generati a partire da cellule staminali e durante l'invecchiamento ha luogo un calo progressivo di entrambi, che è all'origine di una drastica riduzione della memoria episodica. L'idrossitirosolo, composto naturalmente presente nell'olio extravergine di oliva, ha forti capacità antiossidanti e protettive sulle cellule, ed è noto che diversi fattori, tra i quali la dieta, sono in grado di stimolare la neurogenesi adulta. In particolare, i ricercatori italiani hanno dimostrato in un modello animale anziano che l'idrossitirosolo reverte il processo di invecchiamento neurale.


I nuovi neuroni

«L'assunzione orale di idrossitirosolo per un mese conserva in vita i nuovi neuroni prodotti durante tale periodo, sia nell'adulto che ancor più nell'anziano, nel quale stimola anche la proliferazione delle cellule staminali, dalle quali vengono generati i neuroni» spiega Felice Tirone, scienziato del Cnr che ha guidato lo studio. «Inoltre l’idrossitirosolo, grazie alla sua attività antiossidante, riesce a 'ripulire' le cellule nervose, perché porta anche ad una riduzione di alcuni marcatori dell'invecchiamento come le lipofuscine, che sono accumuli di detriti nelle cellule neuronali» aggiunge.

I benefici per il cervello

«Abbiamo poi verificato, grazie ad un marcatore di attività neuronale (c-fos), che i nuovi neuroni prodotti in eccesso nell'anziano vengono effettivamente inseriti nei circuiti neuronali, indicando così che l'effetto dell'idrossitirosolo si traduce in un aumento di funzionalità dell'ippocampo», prosegue Laura Micheli, altra ricercatrice del Cnr. «La dose assunta quotidianamente durante la sperimentazione equivale alle dosi che un uomo potrebbe assumere con una dieta arricchita e/o con integratori (circa 500 mg/die per persona). Comunque l'assunzione di idrossitirosolo – fa presente- avrebbe un'efficacia anche maggiore se avvenisse mediante consumo di un cibo funzionale quale è l'olio di oliva». Questi risultati confermano gli effetti benefici della dieta mediterranea, in particolare per l'anziano, e aprono a un potenziale risvolto ecologico.

Il possibile impiego degli scarti di lavorazione

«I residui della lavorazione delle olive, molto inquinanti, contengono una grande quantità di idrossitirosolo: migliorare le procedure di separazione delle componenti buone nella lavorazione consentirebbe di ottenere idrossitirosolo e ridurre l'impatto nocivo», conclude Tirone.

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