Aborti, l'unico medico non obiettore è in ferie: un mese d'attesa a Cosenza

VIDEO | Le lunghe attese determinate anche dalla carenza di medici. Difficoltà anche a Castrovillari. Per l'intervento bisogna andare fuori provincia

di Salvatore Bruno
6 agosto 2019
17:48

Nella provincia di Cosenza, la più estesa della Calabria, con un bacino di oltre settecentomila abitanti e 15 ospedali più o meno funzionanti, usufruire di una interruzione volontaria di gravidanza, diritto della donna sancito dalla Legge 194, può diventare un'impresa. In agosto una missione impossibile.

Servizio erogato in due sole strutture

Sono soltanto due i nosocomi che erogano la prestazione: l'ospedale Santa Barbara di Rogliano, unità dipendente dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza, e lo spoke di Castrovillari. Il personale medico e paramedico non obiettore però, si conta sulle dita di una mano, per questo le attese sono lunghe. E nel periodo estivo, per una donna, le attese possono diventare ostacoli insuperabili. Non portare a termine una gravidanza è sempre una scelta dolorosa e travagliata, che richiede tempo. Ma l'aborto volontario deve essere praticato nei primi 90 giorni di gestazione. Decidere all’ultimo momento potrebbe costringere a disagevoli trasferte per sottoporsi all’intervento.


Disco rosso in provincia di Cosenza

A Rogliano bisogna aspettare poco meno di un mese. Al 31 luglio la prima data utile era quella del 26 agosto, complice il periodo di ferie dell’unico medico non obiettore presente nell’Azienda Ospedaliera. Ma anche nella località del Pollino serve armarsi di pazienza. Il 19 agosto l’opzione più immediata. La buona notizia arriva dal Pugliese di Catanzaro e dal Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, dove si può accedere per le analisi di rito già il giorno successivo alla telefonata ed essere inseriti in lista per l'intervento in base all'urgenza.

La pillola che non c’è

Nell’azienda ospedaliera di Cosenza inoltre, non viene ancora somministrata la pillola Ru486, che consente l’aborto farmacologico entro la settima settimana di gestazione. Il metodo non invasivo comporta minori rischi per la donna ed ha un costo per le casse sanitarie pari alla metà del raschiamento. Ma ancora non è stato implementato tra i servizi erogati nei nosocomi bruzi.

 

Giornalista
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