Catanzaro: Cardiochirurgia al Sant’Anna, pubblicato il report annuale

Parla il direttore generale Failla: «Un gesto di responsabilità e trasparenza verso i pazienti»
di Redazione
25 luglio 2017
10:30
Report annuale del Sant’Anna
Report annuale del Sant’Anna

Per il terzo anno consecutivo, il Centro regionale di Alta Specialità del Cuore ha pubblicato il Report sulla propria attività cardiochirurgica nell’anno precedente. Lo studio riguarda una popolazione di 838 pazienti, di cui 590 maschi e 248 femmine, con un’età media di 67,2 anni, pervenuti in regime di elezione (ricovero programmato) nel 44% dei casi e in regime di urgenza/emergenza nel 56 % dei casi. Le tipologie di intervento prese in considerazione sono quelle ritenute comparabili a livello ministeriale e cioè interventi di rivascolarizzazione miocardica e interventi riparativi o sostitutivi sulle valvole cardiache. Il Report verrà inviato in allegato al “S. Anna Hospital Magazine” ai circa ventimila destinatari del trimestrale che il Centro pubblica ormai dal 2009 ma è già consultabile sul sito www.santannahospital.it nella sezione “Visitatori”.

 


“Trasparenza verso i pazienti”

«Offrire all’attenzione della comunità medico scientifica, dei cittadini e soprattutto dei malati i propri risultati non è una forma di pubblicità e neppure un gesto di vanità – spiega il direttore generale del S. Anna, Giuseppe Failla. A monte del Report, infatti, c’è la scelta responsabile di valutare il lavoro che si è fatto, per capire cosa è andato bene, cosa è ulteriormente migliorabile e anche, se è il caso, cosa non va e deve essere cambiato. I risultati finali non sono scontati in partenza e il fine ultimo dell’autovalutazione rimane l’innalzamento della qualità delle proprie prestazioni. Pubblicare il Report, quindi, è anche una scelta di trasparenza verso i pazienti e, più in generale, verso la comunità che ha il diritto di conoscere chi e come opera sul territorio, soprattutto se a essere in gioco è la salute dei cittadini».

 

I risultati dello studio

I risultati dello studio indicano che la mortalità globale a 30 giorni, nel 2016, è stata del 3,82% contro una mortalità attesa del 5,8%. Per quanto riguarda invece le singole tipologie di intervento i dati salienti rivelano che sono stati sottoposti a intervento chirurgico di by-pass aorto-coronarico 343 pazienti. La mortalità osservata a 30 giorni è stata del 2% (attesa: 3,8%). Nell’ambito della chirurgia valvolare si è registrata una mortalità complessiva del 2,9% (attesa: 4,5%). La mortalità nella chirurgia dell’aorta, eseguita in regime di elezione, è stata del 2,2% (attesa: 5,2%). La chirurgia aortica eseguita in regime di emergenza (dissezione dell’aorta) ha invece fatto registrare una mortalità del 10,5%, un dato che appare in linea con quanto riportato nei principali registri internazionali. Il più recente registro clinico italiano riporta una mortalità a 30 giorni del 25,7%. Infine la chirurgia mitralica, compresa quella endoscopica (la cosiddetta mininvasiva). Nel 2016, sono stati eseguiti 139 interventi di riparazione della valvola mitrale con una mortalità globale pari allo 0,7% (attesa: 5,5%). La mortalità, nei casi eseguiti con metodica endoscopica, è stata pari allo 0%.

 

Il resoconto delle attività 2016

«Il volume di attività registrato nel 2016 – commenta il direttore dell’Unità di Cardiochirurgia, Daniele Maselli – colloca ancora una volta il S. Anna fra i primi Centri italiani, mentre i risultati ottenuti appaiono a un livello di assoluta eccellenza. Abbiamo elaborato i dati sulla nostra attività con criteri rigorosi ed oggettivi, gli stessi che negli anni precedenti hanno fatto sì che le nostre conclusioni siano state sostanzialmente aderenti a quelle di Agenas, l’Agenzia pubblica che valuta autonomamente la qualità delle strutture ospedaliere italiane. Sono esiti che ci confortano e che ci sostengono nello sforzo di difendere e migliorare il S. Anna, una istituzione calabrese al servizio dei calabresi con una mission chiara: offrire loro, sul loro territorio di residenza, uno standard elevato di cure che renda inutile l’emigrazione sanitaria».

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