Autismo, il centro di don Panizza diventa un’oasi di speranza (VIDEO)

In occasione della giornata mondiale dedicata a questa patologia la struttura di Lamezia Terme ha accolto i genitori e gli amici dei dodici piccoli pazienti coinvolti nel progetto
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di Tiziana Bagnato
4 aprile 2018
20:25

«I miglioramenti ci sono, soprattutto a livello comportamentale. Prima mio figlio era un bambino iperattivo, non ci ascoltava e non ci seguiva. Adesso focalizza l’attenzione, anche sui compiti che gli assegniamo giornalmente e sulle richieste che gli poniamo». A parlare è la mamma di Tommaso, uno dei bambini che frequenta il Centro psico educativo autismo della comunità Progetto sud di don Giacomo Panizza.

 


Nella struttura, che ha aperto i battenti sei mesi fa in una parte dei locali dell’Oasi Bartolomea di Lamezia Terme, vengono seguiti giornalmente dodici minori affetti da autismo di età compresa tra i diciotto mesi e i 18 anni.

 

In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, il centro ha aperto i battenti e ha invitato i familiari e gli amici dei piccoli che lo frequentano per far vedere loro quello che sono riusciti a imparare.«È una sorta di saggio di fine anno», ci spiega Panizza.

 

L’autismo fa ancora paura. Uno dei disturbi più misteriosi, forse perché multiforme, associato a una chiusura. Ma con il giusto approccio si può penetrare, anzi, ci spiega ancora il sacerdote, a volte vanno combinati più approcci, a seconda dei casi. L’obiettivo è, insomma, trovare la chiave e mettere da parte facilonerie e improvvisazioni.

 

Ogni bambino viene seguito da almeno due figure professionali, andando oltre la terapia e l’assistenza praticate in una stanzetta ambulatoriale per coinvolgere e guidare pazienti e familiari negli aspetti quotidiani della loro vita.

 

Si parla di "metodo intensivo", ci spiega la coordinatrice del centro Chiara Carnovale, intendendo per intensività non la frequenza della terapia ma la presenza della guida delle educatrici del Cpea nei diversi momenti della giornata del bambino: a scuola, in famiglia, nel tempo libero e così via.

 

Un luogo all’avanguardia, il Cpea, basato su metodi riconosciuti e allo stesso tempo sperimentali, che col tempo è diventato un posto vissuto dai bambini e dai loro genitori, dove costruire dei metodi educativi che accompagnino le famiglie nella crescita dei figli e che li portino a conquistare dei progressi giorno per giorno.

Giornalista
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