Emigrazione: calabresi in cerca di lavoro fuori dai confini nazionali

La Calabria è la regione più povera d’Italia. A confermarlo sono i dati pubblicati nel rapporto Svimez 2014.
di Elvira  Madrigrano
28 marzo 2015
09:51

«In termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno nel 2013 è sceso al 56,6% del valore del Centro Nord, tornando ai livelli del 2003, con un Pil pro capite pari a 16.888 euro». Mentre, emerge dal rapporto Svimez, «in valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 25.457 euro, risultante dalla media tra i 29.837 euro del Centro-Nord e i 16.888 del Mezzogiorno».


Così «nel 2013 la regione più ricca è stata la Valle d’Aosta, con 34.442 euro, seguita dal Trentino Alto Adige (34.170), dalla Lombardia (33.055), l’Emilia Romagna (31.239 euro) e Lazio (29.379 euro) »; Nel Mezzogiorno «la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (21.845 euro). Seguono il Molise (19.374), la Sardegna (18.620), la Basilicata (17.006 euro), la Puglia (16.512), la Campania (16.291), la Sicilia (16.152). La regione più povera è la Calabria, con 15.989 euro». Ne deriva che «il divario tra la regione più ricca e la più povera è stato nel 2013 pari a 18.453 euro: in altri termini, un valdostano ha prodotto nel 2013 oltre 18mila euro in più di un calabrese».



Da un sondaggio realizzato dal programma ‘Klaus Condicio’, inoltre, risulta che al Sud il 70% dei ragazzi è pronto a lavorare con poche garanzie sindacali e massima flessibilità, mentre al Nord il 56% dei giovani è convinto che troverà un posto fisso. In particolare, nel Meridione non ormai in pochi ad andare alla ricerca del posto fisso: il 7,2% in Campania, il 7,4% in Sicilia, il 7,9% in Puglia, l’8,1% in Molise e l’8,5% in Calabria. Dall’altro lato della classifica si trovano Liguria e Veneto con rispettivamente il 48,6% e il 51,9% di giovani che cercano un impiego stabile. Ma non sono solo questi dati a far trapelare la necessità di accontentarsi dei giovani del Sud: il 53% dei ragazzi laureati è pronto anche ad accettare lavori umili e poco qualificati. E non è tutto, visto che i meridionali sono anche quelli maggiormente disponibili al trasferimento: il 67% dei campani e il 61% dei calabresi è pronto a cambiare in città, mentre in Veneto solo 2 su 10 sono disponibili al trasferimento e il Lombardia si arriva appena al 24%.


Dati questi non confortanti e che ben raffigurano quello che sta accadendo in Calabria, dove sempre più giovani sono disposti a lasciare la propria terra, in cerca di un lavoro o più semplicemente di una possibilità. Perché qui, ad essere negata è anche la speranza.


Le mete preferite sono Germania, Argentina, Svizzera, Francia, Australia, Stati Uniti. Dei circa 350 mila calabresi emigrati, la maggior parte è costituita da cittadini fra i 18 ed i 50 anni (circa il 25%), quindi generazioni intere che migrano e costruiscono una ‘nuova vita’ in altri paesi. Delle 5 province calabresi è quella di Vibo Valentia ad avere la maggior incidenza di partenze (circa il 30%), poi Cosenza (circa il 20%), seguita da Reggio, Catanzaro e Crotone (intorno al 16%).

Elvira Madrigrano

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