Oliverio, la Sanità e la balcanizzazione del centrodestra

I problemi interni della maggioranza non favoriscono l’unione nel centrodestra calabrese, sempre più balcanizzato
di Riccardo Tripepi
3 aprile 2016
10:15

Certo il governatore Mario Oliverio ha le sue gatte da pelare. Ha intrapreso un percorso assai rischioso sulla gestione della sanità che rischia di contrapporlo ancora una volta a Renzi e Lotti e l’azione di governo non è che stia brillando né per efficacia, né per velocità. Ha anche qualche oppositore interno che potrebbe creargli problemi in Consiglio e crearne al Pd in vista delle elezioni di Cosenza e Crotone. Le posizioni critiche di Sculco e Guccione (quest’ultimo ha abbandonato l’Aula del Consiglio regionale al momento del voto del documento per il superamento del commissariamento) si sono fatte notare anche in occasione della discussione sulla sanità.
Di sicuro, però, potrà stare tranquillo sul fronte dell’opposizione vera e propria. La pochezza di cui ha dato prova il centrodestra durante l’ultima seduta di Consiglio è stata davvero eclatante.
Come al solito le opposizioni si sono presentate in ordine sparso al pur nevralgico appuntamento, ma per un misterioso gioco delle parti stavolta hanno invertito i ruoli. E così il Nuovo centrodestra che, fin dall’inizio della legislatura, ha votato compatto con il centrosinistra stavolta si è astenuto, ma la contrapposizione con il governatore è andata ben oltre l’astensione. Il vicepresidente Pino Gentile che pure aveva preso parte alla Conferenza dei capigruppo che ha preceduto l’inizio del Consiglio, non è mai arrivato al suo scranno. Tale è stato il suo dissenso rispetto al documento elaborato dal Pd e dal centrosinistra. Gli altri due consiglieri, Esposito e Arruzzolo, hanno provato a mitigare i toni dello scontro tra giunta e Ufficio del Commissario, ma hanno finito solo con il fare imbufalire Mario Oliverio che ha ammonito Esposito dal farsi trascinare dalle logiche dell’appartenenza. Per il presidente della giunta, insomma, la posizione di Ncd sarebbe stata dettata dalla volontà di difendere il vicecommissario Andrea Urbani che è espressione degli alfaniani.  
Insomma Ncd che pure è stato tanto vicino al Pd da aggiudicarsi la vicepresidenza di minoranza del Consiglio e, da ultimo, la presidenza della Commissione “Riforme”, non ha per nulla condiviso la posizione assai dura che Oliverio ha assunto nei confronti del Commissario della sanità.
Se qualcuno poteva pensare che Forza Italia avrebbe approfittato della situazione per dare un segnale di vita, si è sbagliato di grosso. I consiglieri azzurri Salerno e Morrone (Nicolò ha condiviso ma non era in Aula al momento della votazione) hanno deciso di votare il documento del centrosinistra. Per due ragioni. La prima: condividono le critiche alla gestione commissariale. La seconda: il centrosinistra ha modificato alcune parti del documento, così come richiesto da Salerno.
La posizione che pure poteva essere utile a sparigliare le carte, però, non ha fatto altro che far emergere le mille contraddizioni dell’arcipelago azzurro. In Aula, infatti, Mimmo Tallini (Gruppo misto seppure coordinatore azzurro a Catanzaro) ha votato contro, così come hanno fatto gli altri consiglieri della Casa delle Libertà con posizioni assai dure assunte da Cannizzaro e Mangialavori (mentre Graziano ha votato sì).
Una vera e propria balcanizzazione che mette in luce l’incapacità di fare sintesi del partito. Tanto che il giorno dopo la coordinatrice Jole Santelli ha assunto una posizione assai critica sulla gestione di Oliverio, anche in ordine alla partita della sanità, ma non ha fatto alcun cenno alla votazione in Aula dei suoi uomini.
Procedendo così, insomma, Oliverio dovrà guardarsi più a sinistra che non a destra, dove il processo di rifondazione sarà assai lungo e complesso e non pare neanche essere iniziato.

Riccardo Tripepi 

Giornalista
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