Blitz a palazzo dei Bruzi: l’ultimo colpo a una campagna elettorale già avvelenata

Ed è certo che l’indagine finirà con il caratterizzare gli ultimi e decisivi giorni prima del voto, fissato per il prossimo 5 giugno
di Riccardo Tripepi
21 maggio 2016
09:21

Il blitz della Guardia di Finanza a palazzo dei Bruzi è l’ultimo e finale colpo ad una campagna elettorale avvelenata fin dal suo inizio.
Ed è certo che l’indagine finirà con il caratterizzare gli ultimi e decisivi giorni prima del voto, fissato per il prossimo 5 giugno.
Lo ha immediatamente notato l’ex sindaco Mario Occhiuto che, nuovamente, si ritrova nell’occhio del ciclone. “Si tratta di una vicenda frutto del clima avvelenato che da tempo si sta creando attorno alle elezioni comunali della nostra città – il commento di Occhiuto - Dal canto mio, non posso che ribadire la massima fiducia verso la magistratura che, in seguito a esposti e denunce continue, deve obbligatoriamente svolgere tutti gli accertamenti del caso”. Non solo. Occhiuto evidenzia la coincidenza dell’indagine con un sondaggio che lo darebbe in testa e in grado di vincere al primo turno. “Non posso non notare, infine, la strana coincidenza per cui proprio ieri è stato diffuso un sondaggio che mi vedrebbe vincitore al primo turno con percentuali altissime e oggi, guarda caso, si scatena l'ennesima ondata scandalistica a danno della mia immagine e di un percorso lineare che sto perseguendo a contatto con la gente, esclusivamente sui contenuti”.


Centrosinistra all’attacco



Commenti di natura opposta dal versante politico opposto. L’inchiesta secondo il Pd cosentino è l’inevitabile conseguenza della gestione degli anni precedenti e che i partiti avevano messo in luce sfiduciando il primo cittadino e facendogli finire anzitempo la sindacatura.
“La notizia della perquisizione da parte della Guardia di finanza negli uffici del Comune di Cosenza nell'ambito di una inchiesta in merito a presunte 'ditte amiche' a palazzo dei Bruzi, non ci sorprende – hanno dichiarato in una nota congiunta il deputato e segretario regionale del Partito democratico, Ernesto Magorno, e il segretario provinciale del Pd a Cosenza Luigi Guglielmelli -La situazione del Comune cosentino è stata anche oggetto di una nostra interrogazione parlamentare che è rimasta fin qui senza risposta. Siamo certi che la magistratura e le forze di polizia andranno fino in fondo con le indagini. Siamo anche sicuri che i cittadini - concludono Magorno e Guglielmelli - terranno conto nel voto per le prossime elezioni amministrative di quanto sta succedendo a palazzo dei Bruzi e volteranno pagina”.


E anche i Gentile…


Anche i fratelli Gentile e i rappresentanti della loro lista “Cosenza Popolare” che correrà al fianco di Enzo Paolini, non sono stati teneri con il loro ex alleato. "Gli avvenimenti di stamane inerenti il Comune di Cosenza impongono una profonda e seria riflessione. Lo stato di difficoltà politica dell'amministrazione uscente era a tutti noto, ma sinceramente non potevamo ipotizzare che si arrivasse a contestare al 'cerchio magico' dell' ex sindaco ed ai suoi strettissime collaboratori il reato di abuso in atti d'ufficio e corruzione, con relative perquisizioni presso il Comune e le abitazioni dei dirigenti e degli imprenditori coinvolti nell'inchiesta. Il dato che emerge e' sconcertante, si parla di assegnazioni di lavori per svariati milioni di euro, affidati senza alcuna gara d'appalto e ripartiti con metodo corruttivo tra le varie imprese locali, tutte collegate strettamente all'amministrazione comunale uscente".


L’indagine


La Guardia di finanza ha compiuto una perquisizione nella sede del Comune di Cosenza nell'ambito di un'inchiesta della Procura nella quale sono indagate sei persone con l'ipotesi di abuso d'ufficio. L'inchiesta riguarda gli affidamenti diretti fatti dall'Ente negli ultimi quattro anni per lavori di importo inferiore ai 40 mila euro. Le indagini riguardano anche appalti che sarebbero stati divisi in più tranche per ridurne l'importo. Un avviso di garanzia è stato notificato a Carmine Potestio, capo Gabinetto dell'ex sindaco Mario Occhiuto; ai dirigenti comunali Domenico Cucunato e Carlo Pecoraro; al responsabile della ditta Medlabor Antonio Scarpelli ed agli imprenditori Francesco Amendola e Antonio Amato. In Comune i finanzieri hanno acquisito numerosa documentazione e sequestrato 15 computer. Perquisizioni sono state eseguite dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria anche nelle case e negli uffici degli indagati. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini.


E adesso?


Riprendere a fare politica sarà assai arduo, anche avuto riguardo a quanto sta avvenendo alla Provincia. Le responsabilità nella gestione pubblica della precedente amministrazione dovranno essere accertate con scrupolo dagli organi inquirenti. E’ chiaro, però, che ci si trova davanti a un semplice avvio di indagine. E i partiti politici dovrebbero fare pace con se stessi e capire che non si può essere garantisti a corrente alternata. Anche il garantismo ha bisogno di regole che vanno applicate sempre e con particolare attenzione durante la campagna elettorale. Difficile non catalogare nell’ambito del cattivo gusto le critiche aspre di chi ha fatto parte dell’amministrazione uscente e adesso si trova dall’altra parte del fiume.


In ogni caso si tratta di un nuovo increscioso episodio che rende ancora più torbida l’immagine delle nostre classi dirigenti, pone seri dubbi sulla gestione della cosa pubblica e spinge la campagna elettorale lungo percorso che poco hanno a che vedere con i programmi, le idee di città e le risposte da fornire ai bisogni della gente. Scomparso il confronto e la dialettica tra gli avversari politici, il clima sembra quello che precede un commissariamento piuttosto che una libera e democratica elezione. E non è un clima che ha fatto bene alla Calabria, almeno negli ultimi vent’anni.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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