Vitalizi ai consiglieri regionali, Bova si difende: «Pensavo fosse un atto dovuto»

Anche il presidente della commissione antimafia tra i firmatari della proposta di legge al centro delle polemiche: «Ho già provveduto a presentare istanza per il ritiro della firma. Il testo necessita di una discussione»
14 febbraio 2017
13:00
Arturo Bova
Arturo Bova

«Il vespaio di polemiche sollevato dalla proposta di legge sul sistema previdenziale che i consiglieri regionali dovranno adottare, mi spinge ad un chiarimento, magari non richiesto ma che sento necessario. Ho sottoscritto la proposta (sì, forse in maniera troppo frettolosa e su un testo sottopostomi per la firma nell'aula del Consiglio e durante i lavori della seduta del 27 gennaio) ma questo non significa che non rimanga saldamente dell'idea - e lo farò valere in ogni sede utile - che mai e poi mai ci possano essere dei vitalizi per i consiglieri regionali. Chi mi conosce, sa perfettamente quale sia sempre stata la mia posizione sull'argomento di netta avversione». Lo afferma Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della commissione regionale antimafia.

 


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«La proposta, come ha spiegato - aggiunge - il collega Giudiceandrea, riguarda l'esigenza di adottare un sistema previdenziale che ad oggi i consiglieri regionali calabresi, unico caso in Italia, non hanno. Tuttavia, il testo necessita di una discussione tanto in commissione quanto in consiglio proprio perché presenta degli aspetti su cui dovremo confrontarci, come l'assegno di fine mandato previsto dall'art. 9 del disegno di legge. Proprio questo è, ad esempio, un aspetto del testo su cui sono assolutamente contrario. La presentazione della proposta - prosegue Arturo Bova - si è resa necessaria per prevenire sanzioni per la mancata contribuzione, visto che il sistema previdenziale è stato abolito nella precedente legislatura. Del resto, al momento della mia sottoscrizione mi era stato detto che era una proposta di legge diretta ad adeguare il sistema previdenziale dei consiglieri regionali della Calabria a quello dei consiglieri delle altre regioni (insomma, mi era stato presentato quasi come un atto dovuto).

 

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In ogni caso - aggiunge – è palese l'esigenza di un serio approfondimento sul tema grazie al quale chiarirne tutti gli aspetti. È evidente come si tratti di un testo assolutamente non urgente, la cui discussione, ora, rischierebbe di rinforzare il vento dell'antipolitica. Condivido allora pienamente le perplessità sull'inopportunità politica della proposta espresse dal presidente Oliverio e dal presidente del Consiglio regionale Irto, tanto che ho già provveduto a presentare istanza per il ritiro della firma apposta. Per quanto mi riguarda - conclude - la discussione sulla legge può fermarsi qui in attesa che tutti gli approfondimenti vengano effettuati e si chiariscano gli effetti della sua eventuale approvazione».

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