Visita di Mattarella, il discorso integrale di Oliverio

Il presidente della Regione ha ringraziato la massima autorità della Repubblica per la visita in Calabria nel corso dell'inaugurazione della 'Cittadella regionale', la nuova 'casa' dei calabresi
di Redazione
29 gennaio 2016
17:29

Presidente Mattarella
La ringrazio sentitamente per aver accolto il nostro invito a partecipare a questa cerimonia di inaugurazione della “Cittadella Regionale”.
La Sua presenza è un’importante segno di attenzione verso la nostra terra e costituisce per noi motivo di orgoglio e di fiducia.
Oggi è una giornata particolare. Per la Calabria è una data solenne.
Anche i calabresi hanno la loro casa. Non è una nuova casa. E’ la prima casa.
Abbiamo dovuto attendere la X Legislatura perché anche la Calabria si dotasse di una sede unica degli uffici regionali.
La “Cittadella”, pur se è stata una scelta avvenuta in maniera contrastata e tardiva, costituisce un valore in sé.
Rappresenta un  primo atto di riforma regionalista.
E’ un atto di riforma perché è,  innanzitutto, una buona pratica di spending review. Cinque  milioni di euro annui invece che essere impiegati per il pagamento dei canoni di locazione possono essere utilizzati per investimenti e servizi.
E’ un atto di riforma perché favorisce l’elevamento del tasso di efficienza e trasparenza dell’attività amministrativa.
L’Amministrazione regionale cessa di essere una sorta di araba fenice : era dislocata in ben trenta sedi di uffici  allocati e sparsi nella città di Catanzaro.
Ora, disponiamo di una sede unica con una struttura moderna, facilmente accessibile che ha accorpato tutti gli uffici, intelligentemente progettata dall'illustre architetto prof. Paolo Portoghesi, a cui va il nostro ringraziamento.
L’intervento consta di  190.500 mq; il palazzo si eleva per 12 piani e contiene circa 2000 postazioni di lavoro.
Il cittadino e l’utenza possono così pienamente espletare il proprio diritto e partecipare attivamente alla definizione dei  procedimenti amministrativi.
La Cittadella costituisce un riferimento importante per la riorganizzazione del sistema territoriale regionale.
In coerenza con il mandato affidatomi dai calabresi, ho inteso assumere come una priorità assoluta il completamento e la messa in funzione della Cittadella degli uffici regionali.
Una scelta che per quanto non semplice, per le difficoltà e le resistenze che ad essa si frapponevano, sarebbe stata  inevitabilmente strategica e funzionale.
Senza il funzionamento della sede unica degli uffici l’azione di snellimento e di efficientamento organizzativo – amministrativo che stiamo compiendo sarebbe stata monca.
Senza questo adempimento, la scelta che abbiamo fatto di ridurre quasi di un terzo il numero dei dipartimenti e delle postazioni dirigenziali dell’amministrazione e quella di accorpamento e di messa in liquidazione delle aziende e degli enti sub regionali non avrebbero la giusta efficacia.
Anche la riforma dello Statuto regionale che abbiamo approvato all’avvio di questa legislatura ora avrà più compiutezza.

Egregio Presidente,
i calabresi Le sono immensamente grati per la Sua presenza oggi a Germaneto di Catanzaro.
La Sua presenza assegna all’avvenimento odierno un carattere storico.
Oggi è un nuovo inizio.
La Cittadella sarà necessariamente il luogo che simboleggia un regionalismo capace di interpretare e rappresentare la domanda dei diritti e dei bisogni che oggi sono assai diversi da quelli che irrompevano sulla scena storico-sociale al tempo in cui le Regioni sono nate.
In Calabria, la nascita della Regione ha rappresentato una scelta divisiva.
A distanza di quasi mezzo secolo l’eco di quelle lacerazioni è ancora presente.
Si espresse un moto di protesta che ebbe una dimensione popolare e di massa. Probabilmente quella vicenda troppo semplicisticamente è stata ricondotta ad una contrapposizione campanilista e valutata, forse superficialmente, secondo gli schemi di una rivolta dal carattere eversivo.
Quella protesta si manifestava sostanzialmente come la febbre rivelatrice della malattia di quel dualismo che  per decenni ha sacrificato ad una condizione di sottosviluppo vaste aree meridionali  ed oggi costituisce uno dei limiti strutturali alla crescita ed alla capacità competitiva dell’intero Paese.

Ora lo scenario è mutato.
Negli anni che abbiamo alle spalle si è paventato addirittura il rischio di una meridionalizzazione del “sistema Italia”.
Il mutamento dello scenario economico, sociale ambientale a livello globale impone la ricerca di un modello di sviluppo sostenibile del quale il Sud può costituire un punto di forza. Il Meridione è la chiave per una nuova dislocazione del nostro Paese e dell'Europa nel rapporto con la vasta area del sud del Mediterraneo. L’Italia può essere protagonista ed artefice di una nuova Europa solo se saprà interpretare le opportunità che offre il Mediterraneo.
Non bisogna avere paura o pensare solo a proteggersi dalle insidie che il nostro grande mare porta con sé.
Noi calabresi siamo orgogliosi di essere parte attiva del Sud di un Paese che si assegna questa missione.
Candidiamo la Calabria ad essere una  piattaforma avanzata al servizio dell’area del Mediterraneo e a svolgere la funzione di importante porta di accesso per l’Europa continentale.
Preoccupa il riemergere di spinte nazionaliste e di sentimenti antieuropeisti.
Il nostro auspicio è quello che i muri si abbattano e non aumentino, che prevalga irreversibilmente l’Europa di Schengen, che si consolidi la moneta europea e che possa  affermarsi compiutamente l’Europa dei territori e dei popoli.
Noi calabresi vogliamo essere protagonisti della costruzione di questa nuova Europa unita aperta e solidale.
Anche per questo siamo in prima linea nelle attività di assistenza e di accoglienza dei flussi di immigrazione che da Sud e da Oriente si rivolgono verso l’Europa.
Rinchiudersi è come voler fermare il vento con le mani.

La dimensione europea è la primaria fonte di aggiornamento del nuovo regionalismo.
Le competenze delle Regioni, la produzione legislativa nazionale e l’azione dei Governi sono fortemente condizionati dalle direttive europee.
Siamo in presenza non di una crisi ma di una evoluzione dello Stato nazionale.
Alla luce dell’approvazione in Parlamento della riforma costituzionale e della istituzione del Senato delle Regioni e dei Comuni necessita, prima ancora che ridisegnare i confini territoriali delle Regioni, un riordino del sistema istituzionale italiano.
In questo senso va sostenuta e portata a compimento l’opera di semplificazione che il Governo, presieduto da Matteo Renzi, sta perseguendo con la sua intensa azione riformatrice.
In assenza di un compiuto processo di riforma il rischio di un centralismo tanto più autoritario quanto meno autorevole è sempre più imminente.
Nelle Regioni, come la Calabria, dove è stato intenso, ad esempio, il ricorso all’istituto del commissariamento quasi sempre si sono accentuati i termini del fallimento del regionalismo.

Al fine di un rilancio del Sud e della Calabria, quello del nuovo regionalismo, non è solo tema di ingegneria istituzionale.
E’ necessario alimentare ed affermare la cultura della legalità, dei diritti, del rispetto delle regole. Fare crescere un nuovo senso civico.
La frontiera della innovazione deve guidare la utilizzazione delle risorse e le nostre Università devono essere il motore di questa sfida.
Alle classi dirigenti locali ancor di più in questa fase storica è richiesto rigore morale, credibilità ed affidabilità. La maggioranza dei calabresi ha affidato a noi il compito di una e vera propria rifondazione democratica.
E’ difficile che si possa accrescere il senso civico senza l’assunzione di una piena responsabilità delle classi dirigenti.
Questa è la via da percorrere per costruire il nostro futuro e per fare della Calabria una regione “normale”.
Non invochiamo alibi ma intendiamo assolvere innanzitutto al nostro dovere.
Il riaffiorare di forme di neocentralismo statale è alimentato spesso dalla critica alle classi dirigenti meridionali.      Questo alibi va tolto.
Vogliamo metterci alla prova. In questo anno ci siamo già cimentati.
Al momento del mio insediamento alla Presidenza della Giunta regionale, nel dicembre 2014, Bruxelles segnalava gravi inadempienze nell’attuazione del programma 2007/13 e  non era stato ancora trasmesso il documento di programmazione della nuova Agenda europea 2014/2020.
Abbiamo lavorato intensamente.
Dopo pochi mesi il Commissario europeo Signora Corina Cretu ha riconosciuto che è stata compiuta una “impresa prima non immaginabile”.
Abbiamo evitato che 2 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo e quattro provenienti dal vecchio programma, venissero dirottati verso altri territori europei.
Oggi queste risorse sono disponibili per la Calabria e debbono  essere investite per lo sviluppo e la modernizzazione.

“Prima di tutto la Calabria….” non è una semplice invocazione ma è la consapevolezza della funzione che siamo chiamati ad esercitare.
Egregio Presidente.
“Prima di tutto la Calabria….” è anche consapevolezza che non ce la possiamo fare da soli.
Ciò non vuol dire rifugiarsi in una rivendicazione lamentosa e subalterna nei confronti dello Stato centrale.
Vogliamo sollecitare l’attenzione delle politiche nazionali prima ancora che sui punti di debolezza sui punti di forza del sistema calabrese.
Ovviamente, non è da sottovalutare l’aggravamento  registrato nell’ultimo decennio degli indicatori sociali ed economici.
Abbiamo subito un processo recessivo progressivo e galoppante.
E’ impossibile oscurare una realtà contrassegnata dal reddito procapite più basso d’Italia (16.200 euro), dall’indice più alto di povertà (oltre il 26 % delle famiglie calabresi vive in condizioni di povertà relativa), dal tasso più alto di disoccupazione.

Senza una intensificazione degli investimenti pubblici è difficile ribaltare l’asse da una economia assistita e dipendente ad un modello di sviluppo autopropulsivo e produttivo.
E’ necessaria innanzitutto, una riduzione dei vincoli ed una correzione della politica dell’austerità da parte dell’Europa.
La sfida che dalla Calabria ci apprestiamo a sostenere è quella di utilizzare i fondi europei per investimenti rigorosamente finalizzati alla creazione di lavoro, al sostegno alle imprese, ad aumentare la competitività nei mercati esterni.
Le scelte che si vanno effettuando sulla prospettiva del porto di Gioia Tauro si iscrivono in questo contesto.
La nuova autorità portuale e l’avvio della procedura per la istituzione della zona economica speciale sono misure propedeutiche a questi obiettivi.
L’area dello stretto non divide ma unisce.
L’HUB portuale di quest’area è ormai il più importante tra i porti italiani.
La polifunzionalità, e non solo il trashpeament, rende il nuovo sistema portuale più attrattivo e competitivo in relazione ai traffici che interessano le rotte del mediterraneo, soprattutto dopo il raddoppio di Suez.
Una occasione questa per promuovere investimenti utili al completamento dei grandi corridoi nazionali ed europei.
La stipula di un “Patto per lo sviluppo della Calabria”, in atto tra Regione e Governo, è innanzitutto finalizzata all’abbattimento del divario infrastrutturale. Non è più sopportabile, anzi è sconveniente, che “Ferrovie Italiane” destini al Sud solo il 12% degli investimenti annui realizzati in Italia.
Parimenti non è conveniente che la Salerno-Reggio Calabria possa restare un’opera incompiuta. Il tratto più insicuro, lungo circa 50 Km sull’asse calabrese, non è stato ancora modernizzato. Eliminare la strozzatura calabrese della E90 e completare il corridoio Jonico-Adriatico è una convenienza per l’Italia e l’Europa.
Ma non solo interventi strutturali: sarebbe sufficiente, che ad esempio, Ferrovie provvedesse ad una efficientemento del servizio per istituire un collegamento diretto tra la Calabria e Roma, semplicemente evitando la sola fermata di Napoli, per abbattere di circa un'ora il tempo di percorrenza.
Per la connessione della Calabria, attraverso la rete di banda larga è già in atto una inversione di tendenza.
Entro quest'anno la Calabria  sarà la regione che in Italia avrà la più alta copertura del territorio con la rete di fibra ottica.
Insomma!.... Non è illusorio ritenere possibile una riconversione delle criticità in opportunità.
Le peculiarità della Calabria, con i suoi tre parchi nazionali, le sue coste, le sue bellezze naturalistiche fanno del territorio la risorsa primaria per lo sviluppo.
Gli interventi richiesti per la cura e la manutenzione del territorio sono altamente produttivi prima ancora che utili alla prevenzione dei rischi naturali. Negli ultimi mesi abbiamo fronteggiato due gravi eventi alluvionali, con tempestività ed efficacia, grazie ad una azione sinergica, coordinata tra tutte le istituzioni competenti.   
Sono crescenti le eccellenze che si vanno affermando soprattutto nei settori più trainanti dell’agroalimentare, del turismo e nell' industria culturale.
Il nostro sforzo è quello di creare più lavoro e garantire più diritti, di creare opportunità di lavoro per tanti giovani e tante ragazze nella nostra terra.

Egregio Presidente,
il precedente di una visita del Presidente della Repubblica alla Regione Calabria risale a quando Carlo Azeglio Ciampi si è recato a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, per rendere omaggio alla salma del Vice Presidente del Consiglio Regionale onorevole Fortugno.
Franco Fortugno era una persona per bene, un sincero democratico. La presenza e le parole del Presidente Ciampi furono il messaggio più forte a sostegno dello sdegno e della reazione che la Calabria democratica ha manifestato per respingere il drammatico attacco mafioso.
E’ trascorso un decennio nel quale grazie all’impegno degli organi inquirenti e della magistratura sono stati inferti efficaci e duri colpi alle organizzazioni criminali mafiose. Per ultimo, questa mattina, con l’arresto di due superlatitanti nella Piana di Gioia Tauro. Un sentito ringraziamento rivolgo alle forze dell’ordine, al Procuratore ed alla Procura di Reggio Calabria.
La mafia anche in questi anni non è stata silente. Ha fatto sentire ripetutamente il peso delle minacce e delle intimidazioni.
Sono numerosi gli uomini delle forze dell’ordine ed i magistrati che con coraggio e professionalità sono stati in prima linea a contrastare i livelli organizzativi ed affaristici della ndrangheta, divenuta la più temibile potenza criminale, anche per la sua forza economica, a livello nazionale ed intercontinentale.
Molti di loro non hanno arretrato anche quando sono stati oggetto di gravi atti intimidatori.  
Il recente attacco rivolto al Dottor Gratteri ne è testimonianza. A lui e alla sua famiglia rinnovo anche oggi la nostra  solidarietà e vicinanza.   
E’ numerosa la schiera degli amministratori locali ed esponenti istituzionali  che viene fatta oggetto di atti di violenza. L’ultimo in ordine di tempo è il ripetuto attacco nei confronti del Presidente della Commissione regionale Antimafia, On. Arturo Bova, a cui rinnoviamo la nostra piena solidarietà
In Calabria registriamo il più alto numero di attentati  ed atti intimidatori a danno degli amministratori locali.
Per quanto ci riguarda, come amministrazione regionale, riteniamo elemento fondante ed imprescindibile nell’impegno per un nuovo regionalismo la scelta della  costituzione di parte civile della Regione nei processi di mafia e la esplicita dichiarazione di rifiuto dei voti della mafia.

Ho l’onore di presiedere la Giunta regionale che può operare per la prima volta dal suo Palazzo di Governo. Ciò per me è ragione di maggior impegno e responsabilità nel sostanziare il nuovo inizio del regionalismo calabrese.  
In una occasione  come questa non posso non ricoradre i tratti innovativi ed il carattere riformista del pensiero politico e culturale che ci ha lasciato in eredità il primo Presidente della Giunta regionale on. Antonio Guarasci.
Caro Presidente,
a nome di tutti i calabresi residenti in Calabria e all’estero, a nome di tutti i Sindaci e delle autorità istituzionali presenti,  Le rinnovo il più affettuoso saluto e ringraziamento per essere qui tra noi. La Sua presenza scolpisce nel tempo questa giornata, ci fa sentire vicina la presenza dello Stato, ci rende fieri  di essere calabresi,  di essere terra di frontiera dell'Italia e dell'Europa, ci sprona ad un impegno ancora più convinto e determinato al servizio della nostra terra.


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