Un anno di governo Oliverio: il bilancio di Nicolò (FI)

Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, fa il punto sull’azione politica dell’opposizione ad un anno dalle elezioni regionali che hanno eletto governatore Mario Oliverio e che hanno aperto un periodo molto travagliato per il partito.
di Riccardo Tripepi
4 novembre 2015
07:38

Assai critico è il giudizio di Nicolò sul governo del centrosinistra, tanto a livello nazionale quanto locale. “Sta continuando la politica degli annunci e della propaganda. Il premier Renzi aveva parlato di un’agenda per il Sud ed invece ha varato una legge di stabilità che ha previsto solo tagli per il Mezzogiorno e la Calabria in settore strategici come sanità, trasporti e infrastrutture. Ci si ritroverà a discutere di Sud soltanto dopo il prossimo certificato di morte della Svimez, per poi far tornare tutto come prima con un disinteresse totale del governo nazionale nei confronti della Calabria”.


Il centrodestra non è che sembra godere di miglior salute. E anche in Fi ci sono state spesso tensioni.



“Fi e il centrodestra, in questo scorcio di legislatura, hanno svolto in modo efficace il proprio ruolo, esprimendo un’azione di controllo costante sul governo regionale, proponendosi vera alternativa. La giunta sarà composta anche da ottimi professionisti, ma all’interno dell’esecutivo non è garantita la minima rappresentanza popolare, determinando a creare una pericolosa scollatura tra Consiglio ed esecutivo che si aggiunge a quella tra la stessa maggioranza e il suo governo. Una situazione di disagio palpabile che impedisce l’avvio di un percorso virtuoso che servirebbe alla Calabria per provare a risollevarsi. Siamo all’anno zero e per uscire dalla crisi non basta la buona volontà del presidente Oliverio, di fatto isolato dal Pd e da Renzi”.


In Fi nelle scorse settimane lo scontro è stato a tutto campo per le nomine dei nuovi coordinamenti provinciali. Ed il senatore Caridi ha provato a prendersi il partito…


“Antonio è una brava persona non vi è dubbio. Io lo conobbi quando militava prima nel Ccd e poi nell’Udc. Per ben due volte ha provato la scalata in Consiglio Regionale, ma ci riuscì solo nel 2010 grazie a Peppe Scopelliti che lo accompagnò alla Regione con il Pdl e in seguito lo volle assessore e senatore, tanto che poi lo seguì anche all’interno di Ncd. Non l’ho mai conosciuto come soggetto politico autonomo, ma sempre in una posizione da Scopelliti-dipendente”.


Non sarà lui il successore della Santelli?


“Si tratta solo di fantasie. Sarebbe assurdo pensare di entrare in un partito aspirando ad alte cariche. Sarebbe come se un esponente di primo piano di Fi volesse entrare nel Pd e fare il coordinatore regionale. Non fa parte della logica, né dell’etica della politica e ritengo fantasioso e assurdo poter immaginare una cosa del genere”.


Nazzareno Salerno non ha per nulla gradito la gestione del partito della Santelli. Ci sono margini per una mediazione?


“Salerno è una grande risorsa per il partito che  merita la giusta attenzione per la serietà, le competenze e le capacità con cui svolge il suo ruolo al servizio della Calabria. A mio giudizio merita un ruolo importante in Fi”.


Manca ancora il coordinamento provinciale a Reggio Calabria. Si riproporrà lo schema della triade come a Cosenza?


“Non abbiamo ancora discusso di questo, ma presto, con tempi e modi affronteremo la questione”.


Riccardo Tripepi 

Giornalista
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