Regole da riscrivere

La stagione delle riforme riparte dal rinvio sul consigliere supplente: in Consiglio via al dialogo per rivedere Statuto e legge elettorale

Maggioranza e opposizione aprono il confronto sugli interventi di ingegneria istituzionale nel dibattito in Prima Commissione: tavolo di lavoro aperto a tutte le forze politiche. Lo Schiavo eletto vicepresidente della “Vigilanza”

di Claudio Labate
16 ottobre 2024
18:20

Il consigliere supplente avvia la stagione delle riforme a Palazzo Campanella. Almeno questo sembra dopo il rinvio in Prima Commissione Affari Istituzionali della proposta di legge n° 319 a firma di tutti i capigruppo di maggioranza inerente proprio la previsione, modificando l’art. 1 della legge 1/2005, del consigliere supplente nel quadro di una più chiara disciplina dell’incompatibilità tra la carica di Assessore regionale e quella di Consigliere regionale.

Una proposta di legge che già in un’altra occasione ha subito lo stop, per questioni di “opportunità”, da parte della maggioranza che però la ripropone facendo intendere, al termine di un dibattito costruttivo, che è disposta a discutere su una più generale riforma dello Statuto che garantisca tutele e contrappesi nella definizione del consigliere supplente e che magari preveda una più aggiornata legge elettorale, visto anche alcune proposte già presentate e giacenti da tempo a Palazzo Campanella. Il tutto in un’ottica riformatrice tale da rinfrescare il testo guida del Consiglio regionale.


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La presidente Luciana De Francesco ha illustrato la proposta in oggetto sottolineando come la stessa intenda rafforzare l'autonomia e l'indipendenza dei Consiglieri regionali rispetto al governo regionale, attraverso una separazione netta tra le funzioni legislative e quelle esecutive. Per lei la proposta «rappresenta un significativo passo avanti nella promozione di un assetto istituzionale più trasparente e bilanciato».

A dare il la al dibattito che di fatto ha condotto al rinvio della discussione, è stato Antonio Lo Schiavo firmatario in coabitazione con Raffaele Mammoliti di una proposta di modifica della legge elettorale. Proprio per questo ha suggerito di inaugurare una discussione generale sulle riforme istituzionali, tra cui le modifiche allo Statuto al ruolo del Consiglio regionale e alla elezione del Presidente. Una apertura ha rimarcato il notaio vibonese «solo se si fa un tavolo con le opposizioni per riscrivere le regole, statuto e legge elettorale».

La discussione ha coinvolto i consiglieri Giacomo Crinò (FA), il dem Ernesto Alecci e il leghista Giuseppe Mattiani che ha condiviso in parte la lettura di Lo Schiavo con specifico riferimento alla legge elettorale, annunciando che nella seduta, già convocata per domani, della Commissione riforme, che presiede, sarà modificato l’articolo 35 dello Statuto relativo alla composizione della Giunta regionale. La norma in questione prevede la riduzione del numero degli assessori esterni nella giunta regionale nella misura del 30% dei componenti l’esecutivo e quindi ipotizzando quello attuale a otto, un massimo di due membri esterni.

Secondo l’esponente del Carroccio le proposte di riforma in esame nelle rispettive Commissioni consiliari competenti sono volte alla valorizzazione e tutela della partecipazione democratica.

Tornando alla proposta di legge in esame c’è da dire che sono stati diversi i rilievi avanzati dai componenti della commissione che hanno messo sul tavolo della discussione le modalità di selezione del consigliere supplente (il primo dei non eletti?), ma anche ipotizzato meccanismi che non ne facciano una figura debole e sganciata al pari dell’assessore dall’elettorato, anche ricorrendo eventualmente al vincolo di mandato che gli impedisca di cambiare gruppo in corsa.

Alla fine la presidente De Francesco ricordando che in passato era stata avviata una discussione sulla riforma elettorale in cui si era concordato di avviare un tavolo di lavoro aperto a tutte le forze politiche, si è assunta l’onere di sollecitarne l’avvio con l’obiettivo ambizioso di arrivare all’approvazione, entro la fine della legislatura, di una riforma elettorale.

Lo Schiavo vicepresidente della “Vigilanza”

Oggi non era convocata soltanto la Prima Commissione, ma anche la Commissione speciale di Vigilanza, impegnata nella sua prima seduta dell’era Giannetta, eletto presidente dell’organismo consiliare nel corso della precedente seduta. L’esponente di Forza Italia si è detto si onorato di presiedere una Commissione importante come la “Vigilanza” ricordando, in risposta alle note polemiche sulla sua elezione che la Presidenza della commissione di vigilanza non è una prerogativa dell'opposizione. «Chi presiede la commissione – il ragionamento di Giannetta - deve farlo nel rispetto delle regole e garantire assoluta imparzialità e assoluta neutralità».

Nel corso della seduta si è proceduto all’elezione del vicepresidente con Antonio Lo Schiavo eletto all’unanimità (4 i voti favorevoli). Il notaio vibonese ha garantito il contributo positivo e la disponibilità ad affrontare le tante problematiche degne di attenzione non rinunciando a riaffermare il ruolo importante di controllo della Commissione ribadendo la necessità che la presidenza venga garantita alla minoranza.

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