Regione, le società dismesse: irrilevanti e alcune fallite da tempo

Oliverio annuncia l’operazione del governo regionale come “svolta epocale”, tuttavia l’iniziativa si sgonfia di importanza se si scorre l’elenco delle 19 società oggetto di razionalizzazione. Un elenco di società ormai irrilevanti, molte delle quali non operative da tempo. Anzi qualcuna già fallita a dimostrare la negligenza dei nostri amministratori
di Riccardo Tripepi
29 settembre 2017
21:36
Cittadella regionale
Cittadella regionale

«Abbiamo demolito la vecchia Regione e stiamo costruendo la nuova». Il governatore Oliverio ha scelto l’enfasi per presentare la decisione di dismettere la partecipazione regionale in 19 società.

«Proseguiamo un percorso che ci vede impegnati nella riforma e nel riordino degli enti sub regionali – ha detto ancora il governatore - Abbiamo già messo in liquidazione fondazioni e enti in-house come Calabresi nel Mondo, Calabria Etica, Field. Tutti pezzi di un pianeta che ha macinato risorse e alimentato un sistema non sempre rispondente agli interessi dei calabresi». Scenderebbe a 4 la partecipazione diretta della Regione in società, anche se poi attraverso Fincalabra si arriverebbe a sei in maniera indiretta.


 

«Restiamo nella Banca Popolare Etica come scelta politica – ha detto ancora Oliverio a margine della conferenza stampa a Catanzaro - in Ferrovie della Calabria che sono una società a totale partecipazione pubblica della Regione, in Fincalabra per il ruolo che ha nel sostegno al credito e che pensiamo di rilanciare e in Sacal che è la società unica degli aeroporti calabresi. Anche questo un settore che finalmente abbiamo messo sul binario giusto. Dopo anni di proclami gli aeroporti calabresi vengono gestiti da un soggetto unitario. Infine la Regione rimane nelle Terme della Sibaritide».

 

«Con questa operazione - ha detto ancora il Governatore - demoliamo il vecchio pianeta che ha per anni girato intorno alla casa madre impedendone lo sviluppo. L'obiettivo è di liberare risorse da investire per costruire la nuova Calabria e liberarci di questa ragnatela che ha soffocato le potenzialità della nostra regione».  Scorrendo l’elenco delle società in cui la Regione dismette la propria partecipazione, però, i proclami di Oliverio si sgonfiano notevolmente. Intanto, oltre alle quattro nominate dal presidente, ne rimangono in piedi altre due attraverso la partecipazione diretta di Fincalabra e cioè Immemoryhealth e Lamezia Europa. 

 

Ma l’operazione del governo regionale si sgonfia ancora di importanza se si scorre l’elenco delle 19 società oggetto di razionalizzazione che sono: Comalca, Sagas, Somesa, Cerere, Comarc, Società progetto Magna Grecia, Sogas, Consorzio Cies, Comac, Aeroporto S. Anna; le altre sono quelle a partecipazione indiretta detenuta da Fincalabra: Calpark, Gias, Crati, Mediatag, Promem Sud-Est, le Ceramiche di Squillace, Conserim, Consorzio Cometra, Consorzio studi di Crotone.
Un lunghissimo elenco di società ormai irrilevanti, molte delle quali non operative da tempo. Anzi qualcuna già fallita a dimostrare la negligenza dei nostri amministratori. E’ il caso della Sogas, società che ha gestito l’aeroporto di Reggio fino al fallimento e di Aeroporto di S. Anna che ha fatto la stessa cosa con Crotone. Sagas è poi altra società che ha tentato di gestire lo scalo di Crotone e che, per inciso, è quella che ha presentato il ricorso al Tar per creare difficoltà immani all’avvio della gestione di Sacal.

Sarebbe stato davvero il colmo ancor prima che assurdo, dunque, che la Regione avesse deciso di non dismettere quote in società fallite o di società che si sono messe di traverso ad importanti operazioni gestionali e politiche. Altre società dell’elenco, una di queste è la Comarc, sono già in liquidazione così come ha ammesso lo stesso Oliverio. «Comunque con questo atto acceleriamo il processo» ha detto. E sarà anche vero e sacrosanto. Ma definire un’operazione dovuta e inevitabile, forse anche effettuata in ritardo, come una svolta epocale che cancella la vecchia Regione sa proprio di spot elettorale. Evidentemente un tentativo di recuperare consenso dopo gli ultimi e sfavorevoli sondaggi.

Riccardo Tripepi

Giornalista
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