Regione: tre giorni al via della legislatura, ma il centrodestra è nel caos

Manca poco all'elezione del nuovo presidente del Consiglio, ma la maggioranza vive ore di incertezza. Nessun vertice programmato. Santelli continua il dialogo con Lega e Fdi. E intanto il centrosinistra convoca la sua prima riunione

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di Pietro Bellantoni
6 marzo 2020
18:33
Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale della Calabria
Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale della Calabria

Incertezza, tremendissima incertezza. Mancano tre giorni all'ouverture dell'undicesima legislatura (lunedì, Consiglio a porte chiuse), ma il centrodestra non sa ancora in quali condizioni politiche ci arriverà.
Allo stato, in programma non c'è alcun incontro preparatorio tra le forze della maggioranza.

Tanti nodi da sciogliere

Eppure, i nodi da sciogliere sono tantissimi. Il primo riguarda l'elezione del presidente del consiglio regionale. Prendere altro tempo non è possibile, dal momento che gli appuntamenti istituzionali di lunedì e martedì (nel caso in cui le prime due votazioni dovessero andare a vuoto) non sono rinviabili, causa scadenza del limite imposto dallo statuto regionale.


Un presidente, insomma, dovrà comunque saltare fuori. Per non parlare delle altre caselle da riempire, la vicepresidenza e e il segretario questore. «Non abbiamo ricevuto alcuna convocazione, ognuno sembra andare per conto suo. Arrivare in Consiglio in queste condizioni non sarà una bella cosa», commenta amaro l'esponente di un partito di maggioranza.

È pacifico che, per arrivare alle nomine dell'Ufficio di presidenza con una linea comune, i consiglieri di maggioranza dovrebbero prima incontrarsi e decidere. Ma decidere non è ancora possibile, perché la poltrona più alta di Palazzo Campanella rientra nell'accordo complessivo sulla giunta regionale. Anche in questo caso, le trattative stanno a zero. O almeno, questo è quello che continuano a ripetere i vertici di tutti i partiti e le liste interessate alla ripartizione.

Stallo assoluto

Tutti aspettano con malcelata trepidazione che la governatrice Jole Santelli convochi la prima adunata di maggioranza o, quanto meno, dei responsabili delle varie forze del centrodestra.
Il telefono finora non ha squillato, ma i bene informati assicurano che il vertice risolutore avverrà in ogni caso tra sabato e domenica. Il rischio che il centrodestra voti in ordine sparso non sarebbe insomma concreto.

«Penso che Santelli ci chiamerà presto», spiega un consigliere dell'area centrale. «I ritardi si spiegano con l'emergenza coronavirus ma anche con la volontà della presidenza di avviare fin da subito le relazioni con il governo. Certo, per lunedì dovrebbe esserci la giunta al completo. In caso contrario, non sarebbe la fine del mondo, ma neanche un bel segnale».

Il nodo giunta (non ancora sciolto)

Il vero busillis è proprio la composizione del nuovo governo. Chi si accomoderà accanto all'astrofisica Savaglio e al capitano Ultimo (che ha appena ottenuto l'aspettativa dall'Arma dei carabinieri)?

Santelli, sottotraccia, continua a tessere i rapporti con Lega e Fratelli d'Italia, pur senza aver incontrato ufficialmente Salvini e Meloni.

I vertici del Carroccio, in particolare, a Lacnews24 confermano l'esistenza di «interlocuzioni costanti» con la governatrice. Significa che il lavoro di riavvicinamento tra le parti è in corso.

Ancora da chiarire come si uscirà dallo stallo. Santelli vorrebbe affidare un assessorato a ogni partito della coalizione, ma Lega e Fdi, alla luce dei risultati elettorali, per ora resistono nel chiedere almeno due postazioni a testa.

Le proteste degli alleati

«Noi abbiamo quattro consiglieri regionali, non possiamo avere lo stesso peso dell'Udc, che ne ha due», puntualizza un alto dirigente del partito meloniano. Stessa obiezione di un eletto salviniano: «Per noi un solo assessorato? Non sarebbe corretto».

Tra i quattro consiglieri leghisti, peraltro, il sentimento prevalente è la rassegnazione. Da via Bellerio hanno fatto sapere che il divieto al doppio incarico di assessore e consiglieri sarà fatto valere anche in Calabria, e nessuno di loro sembra disposto a rinunciare a uno scranno sicuro per entrare in giunta.
Salvini e il segretario regionale Invernizzi dovranno dunque pescare all'esterno i loro uomini.

Aria pesante anche dalle parti della Casa della libertà. Claudio Parente, il coordinatore della lista, aspira a un posto in giunta, mentre il consigliere più votato, Baldo Esposito, punta alla presidenza del Consiglio.

Solo uno di loro uscirà vincente dalla contesa, anche perché sono entrambi catanzaresi e bisogna trovare spazio per tutte le altre province.
Come finirà? Per capirlo bisognerà attendere l'accordo generale sulla giunta, da cui dipenderanno anche le dinamiche di lunedì in Consiglio.

Il centrosinistra è pronto

Di sicuro meno incerta la situazione dalle parti del centrosinistra. Questa sera, a Lamezia Terme, gli 11 consiglieri d'opposizione si vedranno per stabilire i criteri di scelta per l'elezione dei componenti dell'Ufficio di presidenza che toccano alla minoranza.

Bisogna scegliere un vicepresidente del Consiglio e un segretario questore, ma nell'accordo dovrebbe rientrare anche la presidenza della commissione di Vigilanza.

Al Pd dovrebbero andare due postazioni, una a “Io resto in Calabria”. I dem favoriti sono Nicola Irto, Mimmo Bevacqua e Libero Notarangelo, mentre il movimento di Pippo Callipo potrebbe schierare uno tra Graziano Di Natale e Francesco Pitaro.

bellantoni@lactv.it

Giornalista
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