Da Reggio Calabria prove tecniche di grande coalizione

Alfano guarda al dopo referendum e lancia l’idea di un’alleanza con dentro Pd e Fi. Che succederà alla Regione?
di Riccardo Tripepi
25 novembre 2016
21:18

Prove tecniche di grande coalizione. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano apre sul punto e immagina una larga alleanza delle forze moderata che vada dal Pd ad alcune aree di Forza Italia. Un modo per frenare il Movimento Cinque Stelle e non cedere alle forze dell’estrema destra incarnate in Italia da Salvini e Meloni. 

 


L’idea, quanto ormai mancano pochi giorni al referendum costituzionale, è stata illustrata ai giornalisti a Reggio Calabria in occasione dell’inaugurazione della segreteria politica del senatore Nico D’Ascola, presso il suo studio professionale, insieme alla parlamentare Rosanna Scopelliti.


«Quello che noto – ha detto Alfano - è che molte situazioni fanno presagire che un'ipotesi di coalizione con il Pd non viene esclusa neanche da tanti settori di Forza Italia, guardano alla prospettiva futura. Ora lo possono dire a metà, lo diranno in via definitiva e completa al momento, per loro, giusto”. Una tappa di un percorso cominciato già da qualche tempo. “Ma cosa sarebbe un’eventualità di questo genere – ha spiegato il ministro dell’Interno - se non ricominciare da dove ci siamo lasciati, ossia dalla nascita di questa legislatura che vedeva insieme la più grande forza del partito popolare europeo in Italia e la più grande forza socialista riformatrice di sinistra in Italia”.


Per Angelino Alfano, insomma, la strada è tracciata e non può avere sbocco negli estremismi di destra. “In Francia movimenti più radicati e con personalità del calibro di Le Pen si arriva al 30%, in Italia Salvini e Meloni non supereranno il 15%” ha detto senza mezzi termini. “Noi vogliamo costruire un'area moderata che vada oltre l’esperienza di Ncd che ha salvato questo Paese - ha detto Alfano - vogliamo continuare questo cammino insieme ad altri, a tutti quelli che tra tante parole distruttive, tra ruspe e vaffa, pensano che ci si sia lo spazio del buon senso. Su questa strada troveremo milioni di elettori e tante forze politiche che oggi possono, in assenza di una prospettiva, aggregarsi al nostro progetto".


E tutto ciò a prescindere dall’esito del referendum, per come si è avuto modo di capire. Anzi Alfano ha ribadito di ritenere sbagliata la personalizzazione della consultazione e che il suo partito, in caso di vittoria del no, chiederà al premier Matteo Renzi di rimanere in carica. Valutazioni assai importanti anche in chiave regionale dove Ncd è fuori dal governo regionale, ma non ha mai negato un appoggio esterno a Mario Oliverio nei momenti nevralgici della legislatura. Una prospettiva del genere potrebbe aprire scenari nuovi anche a palazzo Campanella, considerato il neo renzismo adottato da Mario Oliverio, e rischia di mettere ancora più ai margini le residue forze dell’opposizione di centrodestra.


Per il resto il ministro ha ribadito le usuali ragioni del sì al referendum. “Non ho dubbi sul fatto che la riforma costituzionale farà bene all'Italia – ha detto Alfano - L'alternativa non è tra questa riforma ed una riforma piu' bella. Ma e' tra questa riforma e la situazione così com’è. Non crediamo alla più grande bugia del fronte del No, secondo cui, fallita questa riforma, se ne farà subito un’altra. Questa è una bugia colossale. E questo in base ad una prova pratica ed una prova storica. La prova storica sta nel fatto che se ne discute da 30 anni e non si è mai realizzato nulla. La Costituzione attuale è una bellissima macchina d’epoca con un motore lento. E noi vogliamo darle un motore più veloce”.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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