Oliverio e la vera partita: i fondi comunitari

In attesa del piano per il Sud annunciato da Renzi, è chiaro a tutti che le Regioni meridionali per non sprofondare hanno l’immediata urgenza di investire le risorse comunitarie disponibili
di Riccardo Tripepi
19 agosto 2015
09:14

Il premier sul punto era stato lapidario durante l’ultima direzione del Pd: «Al Sud non mancano i soldi, ma la politica».
A dargli ragione ci ha pensato il direttore di Ismeri Europa Enrico Wolleb che ieri ha fatto il punto sullo stato dell’arte dalle colonne del Sole 24 ore. Secondo il responsabile della società di consulenza della Commissione Ue «il principale problema non sono le risorse, ma i meccanismi di spesa: anche se la dote per il Sud fosse il doppio di quella attuale non potrebbe essere utilizzata attraverso il tradizionale canale delle istituzioni regionali e nazionali». Il focus sulle Regioni meridionali salva in qualche modo le performance di Puglia e Basilicata, mentre indica una situazione di grave emergenza per Calabria, Sicilia e Campania. «E’ impossibile che il Sud riparta – dice ancora Wolleb – in assenza di riforme strutturali per rendere più efficiente il funzionamento della macchina burocratica e di una strategia settoriale e di mercato».
Il suggerimento al governo nazionale, dunque, è quello di affiancare al master plan per il Sud una riforma della pubblica amministrazione. Tra i principali ostacoli al corretto investimento delle risorse comunitarie ci sarebbero, infatti, le incapacità e la lentezza degli uffici preposti alla programmazione, procedure legislative poco efficaci e programmi operativi senza strategia territoriali e troppo generici nei contenuti. Inoltre i bandi emanati dalle amministrazioni sarebbero poco chiari e avrebbero l’effetto di determinare eccessivi contenziosi e, dunque, un inaccettabile allungamento di tutte le procedure.
Il risultato finale è che rischiano di evaporare i circa 6 miliardi che le Regioni meridionali devono impegnare entro il 31 dicembre 2015 e che la stessa fine potrebbero fare gi oltre 22 miliardi previsti dal Por 2014-2020.
Non ci sono dubbi, quindi, su quale sia il primo punto in agenda per la fase due del governo Oliverio. Il presidente della giunta, dopo aver rinnovato la squadra, ha la necessità di procedere ad un’accelerazione della spesa per tentare di salvare il salvabile fino a dicembre e poi concentrarsi sulla programmazione 2014-2020. Lo sa bena anche il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto che ha convocato per il 31 agosto la prima seduta dell’assemblea dopo la pausa estiva che andrà a coincidere con la prima seduta della sua presidenza dopo il cambio in corsa con l’uscente Antonio Scalzo. «La seduta del prossimo 31 agosto – ha annunciato Irto al termine della Conferenza dei capigruppo di calendarizzazione dei lavori – sarà interamente assorbita, fatti salvi provvedimenti di particolare urgenza, dal confronto sulla programmazione comunitaria 2014/2020. Il Por 2014/2020 è un appuntamento di straordinaria valenza politica la cui effettiva fruibilità e spendibilità potrà costituire una forte iniezione alla crescita economica della Calabria ed all’ammodernamento del suo capitale fisso sociale, materiale e immateriale, di guisa che la nostra regione, a completamento dei programmi e degli obiettivi individuati, sarà concretamente in rete con il resto, non solo del Paese, ma dell’economia globale».
Giunta e Consiglio, dunque, non potranno più permettersi errori o ostacolarsi a vicenda. E sarà necessaria una stretta collaborazione con la cabina di regia del governo nazionale, o con la diversa struttura cui starebbe lavorando Renzi, per riuscire a sfruttare al massimo anche la quota di cofinanziamenti nazionali.

 


Riccardo Tripepi

 

Giornalista
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