Due nuove strutture per la Regione Calabria, la Cisal: “Atti anomali”

Sono stati istituiti a distanza di poco tempo il Coordinamento della Programmazione nazionale e la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza
di L. C.
19 marzo 2018
13:49

“Dopo l’agenda digitale, la Regione Calabria ha sentito la necessità di dotarsi di altre due strutture ancora. Sono nate così a distanza di poco tempo l’una dall’altra la struttura di Coordinamento della Programmazione Nazionale e quella deputata alla Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza”. Esordisce così in una nota il sindacato Cisal.

Burocrazia rapida

Non si perde tempo alla Cittadella Regionale, le delibere propedeutiche all’istituzione dei due “uffici” con l’attribuzione delle relative funzioni – attacca ancora il sindacato – sono state, infatti, varate nel giro di poco tempo. La prima con la nomina del responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza è stata adottata con delibera n. 30 del 31 gennaio 2018 mentre risale ad appena otto giorni dopo quella di istituzione di una nuova struttura: delibera n. 45 dell’8 febbraio 2018. E ancora una volta – precisa la Cisal – siamo costretti a registrare iter burocratici contorti e al limite della correttezza amministrativa. L’atto con il quale si decreta la nascita della nuova struttura di Coordinamento della Programmazione Nazionale è stata emanata in spregio alla normativa contrattuale, unica e sola fonte del trattamento economico dei dipendenti pubblici. Nella delibera, che oltretutto porta in calce la sola firma del dirigente generale, l’organo politico attribuisce ad una mera struttura di coordinamento l’equivalente trattamento economico di una struttura apicale".


 

Interrogativi

Da qui è naturale porsi una serie di interrogativi: quale norma attribuisce alla giunta regionale la competenza a riconoscere ad una struttura un trattamento economico senza preventiva pesatura delle posizioni dirigenziali? Può un regolamento, che disciplina una struttura organizzativa, trattare una materia che è solo ed esclusivamente riservata alla contrattazione decentrata? Posto che la legge regionale prevede che le articolazioni amministrative della giunta regionale sono i dipartimenti, i settori, le U.O.A. (Unità Organizzative Autonome) e le U.d.P. (Unità di Progetto), questa nuova struttura organizzativa dove trova la propria origine? Come può la giunta regionale a tutt’oggi sottoposta alla procedura ispettiva, non ricordare che uno dei rilievi mossi dal MEF è proprio la mancanza di pesatura delle posizioni dirigenziali? Ma soprattutto per quale ragione si attesta nel corpo della delibera che “il dirigente generale ed il dirigente di settore del dipartimento proponente attestano che l’istruttoria è completa”, quando l’unica firma apposta sulla delibera è quella del direttore generale? Pare che si sia in presenza di una vistosa anomalia, chi ha curato l’istruttoria? Non doveva essere questa anche competenza del dirigente di settore?

 

Trattamenti economici

"Non vorremmo essere portati a credere – commenta il sindacato – che si tratti, in realtà, di un provvedimento di giunta che, entrando a gamba tesa nel campo della contrattazione decentrata, riconosce trattamenti economici equiparandoli a quelli dei direttori generali in assenza dell’istituzione dei relativi dipartimenti sottraendo somme a tutti gli altri dirigenti che legittimamente soggiacciono alla contrattazione decentrata.

Doppia indennità

Si sono, però, addirittura superati – aggiunge ancora – nella delibera di nomina del responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Anche qui resta sempre ignoto il dirigente di settore proponente dal momento che il documento risulta sottoscritto dal solo dirigente generale, ma questa volta vi è di più. Nel deliberato l’organo politico, irritualmente, si abbandona ad una lunga disamina elencando stanze e suppellettili di cui è necessario dotare la nuova struttura. Nel testo si legge che il responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza deve “essere dotato di necessari mezzi tecnici ed informatici, ivi compresa l’assegnazione di idoneo locale all’interno della Cittadella Regionale con tre postazioni lavorative complete, oltre naturalmente la dotazione di una struttura ausiliaria”. Ma al dirigente regionale oltre alla pur completa dotazione strumentale viene anche riconosciuta una doppia indennità di risultato che non trova fondamento in nessuna norma. Tocca ancora una volta, con leggi alla mano, fare chiarezza. Il decreto legislativo che affronta la delicata materia della retribuzione del personale con qualifica di dirigente soggetto al regime di onnicomprensività (dl 30 marzo 2001, n. 165 art.24) afferma un principio molto semplice: “Il trattamento economico determinato ai sensi dei commi 1 e 2 remunera tutte le funzioni ed i compiti attribuiti ai dirigenti in base a quanto previsto dal presente decreto, nonché qualsiasi incarico ad essi conferito in ragione del loro ufficio o comunque conferito dall'amministrazione presso cui presta servizio”. Pertanto, nessuna duplicazione è ammessa.

Proliferazione di atti

Dinnanzi a questa massiva produzione di atti amministrativa ci domandiamo – continua il sindacato – se il Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Calabria, organo deputato alle verifiche di natura contabile, sia intenzionato ad effettuare i dovuti controlli. E dal momento che siamo già in grado di predire il silenzio con il quale sarà accolta questa ennesima richiesta di legalità e trasparenza, non ci rimane che appellarci alla magistratura affinché faccia chiarezza sulla progressiva proliferazione di strutture e sui relativi compensi che la Regione Calabria elargisce”.

 

l.c.

Giornalista
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