'Ndrangheta, la commissione si riunisce alla Progetto Sud

Un modo per sottolineare la vicinanza al sacerdote bresciano dopo le recenti e ripetute intimidazioni, ma anche il segnale di un nuovo modus operandi che d’ora in poi, ha spiegato il presidente Bova, vedrà la commissione lasciare i palazzi e stare sui territori
di Tiziana Bagnato
12 ottobre 2017
13:31
Arturo Bova e Don Giacomo Panizza
Arturo Bova e Don Giacomo Panizza

Ha scelto di riunirsi alla Progetto Sud di don Giacomo Panizza la commissione regionale anti ndrangheta presieduta da Arturo Bova. Un modo per sottolineare la vicinanza al sacerdote bresciano dopo le recenti e ripetute intimidazioni, ma anche il segnale di un nuovo modus operandi, che d’ora in poi, ha spiegato Bova, vedrà la commissione lasciare i palazzi e stare sui territori.

 


A partecipare alla seduta anche Don Ennio Stamile, referente calabrese dell’associazione Libera e Maria Teresa, Morano coordinatrice regionale dei movimenti anti racket. “Vogliamo fare capire che facciamo sul serio - ha detto Bova – spesso veniamo tacciati di fare un antimafia di facciata. Si cambia strategia”. Con la Progetto Sud la commissione entra in una delle realtà che a fatica quotidianamente devono farsi scudo contro la criminalità organizzata ed avvia un nuovo corso.

 

Allo stesso tempo la visita della commissione rafforza quel messaggio di vicinanza alle realtà del sacerdote bresciano che era stato già rimarcato la scorsa settimana quando il governatore Oliverio, insieme a Lidia Bastianich, aveva cenato da don Giacomo in un banchetto allestito con i prodotti della cooperativa ‘Le agricole” e realizzato dai ragazzi ‘speciali’ ospiti delle tante strutture satellite della Progetto Sud.

 

“E’ bello – ha commentato don Giacomo – che chiedano a noi come sostenere i gruppi che operano nel sociale e fare in modo che funzionino al meglio sotto attacco della criminalità organizzata. E’ una responsabilità questa che tutti si devono assumere”.

 


“E’ chiarissimo cosa vogliono significare i numerosi casi di intimidazioni, furti ed atti vandalici che si stanno susseguendo a danno di don Giacomo – ha detto poi Bova – inutile parlare di casi isolati, c’è una vera e propria strategia per fermare realtà come questa che sui territori sono la vera risposta alla ‘ndrangheta. Non basta dire siamo vicini alle vittime di mafia – ha concluso – hanno bisogno di un supporto concreto. Finalmente ce l’abbiamo. Diremo di sì a meno sagre ma le sosterremo”.

 

Tiziana Bagnato

Giornalista
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