Lamezia, Piccioni-Villella: «Tentativi di insabbiare il “caso” De Sarro»

Duro affondo dei due consiglieri di opposizione che ritornano sulla vicenda che ha coinvolto l’attuale presidente del consiglio comunale: «Sindaco e maggioranza rompano il silenzio e si assumano la responsabilità di discutere in aula della questione»
25 settembre 2016
11:16

I due consiglieri d’opposizione Rosario Piccioni e Aquila Villella ritornano sul “caso” De Sarro, presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme, recentemente all'attenzione anche dei deputati pentastellati Dalila Nesci e Paolo Parentela. Al centro l'inchiesta che vede il padre indagato con l'accusa di aver pagato per procacciare voti al figlio, risultato poi essere il primo degli eletti nelle ultime elezioni comunali: «All’indomani della notizia dell’avviso di garanzia al padre del Presidente del Consiglio Comunale Francesco De Sarro a marzo scorso, insieme ai consiglieri del centrosinistra per primi abbiamo chiesto a tutte le forze politiche di assumersi le proprie responsabilità e di affrontare una vicenda estremamente delicata nel luogo che rappresenta il cuore della democrazia della nostra comunità: il consiglio comunale.

 


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Da allora sulla vicenda è calato una cortina di ferro. Da parte della maggioranza, un muro di gomma per insabbiare il caso De Sarro: in sede di conferenza dei capigruppo, l’atteggiamento ostruzionistico della maggioranza non ci ha consentito di fissare una data per discutere della vicenda. Non tutta la politica è stata distratta e indifferente, come vorrebbero far intendere gli esponenti del Movimento 5 Stelle.


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Più volte – si legge nella nota - abbiamo denunciato in questi mesi, tra le altre occasioni anche alla presenza della senatrice di Sinistra Italiana Loredana De Petris e nel corso dell’incontro pubblico dello scorso giugno, la gravità della vicenda che riguardava la seconda carica istituzionale della città, pur ribadendo sempre piena fiducia nel lavoro della Magistratura.

 

In questi mesi, in sede di conferenza dei capigruppo la maggioranza ha fatto di tutto per impedire la discussione della vicenda con le strategie più disparate: facendo mancare il numero legale, ha invitato il Sindaco e poi gli stessi esponenti di maggioranza non si sono presentati, in un continuo gioco al rinvio per non trattare la questione. Eppure in aula tutti si erano dichiarati favorevoli ad affrontare la vicenda in consiglio comunale. Di fronte a un atteggiamento di muro contro muro, non abbiamo avuto i numeri come centrosinistra per arrivare a una data di discussione.

 

Ora Sindaco e maggioranza rompano il silenzio sul caso De Sarro e si assumano la responsabilità di discutere in aula della questione. Un conto è l’evoluzione giudiziaria della vicenda, che spetta alla magistratura, un altro l’aspetto politico che come amministratori non possiamo insabbiare. Si tratta di una vicenda che, qualora fosse accertata, rappresenterebbe una grave violazione dell’equilibrio democratico nella nostra città. Come amministratori abbiamo dovere di chiarezza e trasparenza di fronte ai cittadini. L’atteggiamento pilatesco di Sindaco e maggioranza non fa che peggiorare la situazione.


Si fissi - si legge ancora - prima possibile la data per discutere della vicenda in consiglio comunale. Ne va della serenità della vita democratica della città, di questo consiglio comunale e dello stesso Presidente del Consiglio che ha tutto l’interesse a chiarire la propria posizione davanti alla massima assise della città. Cogliamo l’occasione per esprimere vicinanza e sostegno a quei giornalisti che nella nostra città con coraggio e professionalità squarciano il velo del silenzio, anche pagando in prima persona con le intimidazioni violente e con quelle subdole delle querele.

 

Stiano tranquilli – conclude il consigliere – gli esponenti del Movimento 5 Stelle che c’è chi sta facendo la propria parte, dentro e fuori il consiglio comunale, per affermare quei principi basilari di legalità e trasparenza dell’amministrazione che devono rappresentare non terreno di polemiche, ma oggetto di un impegno comune».

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