La crisi devastante del centrodestra spinge la Scopelliti (e altri) verso il renzismo

Non riesce a trovare sbocchi la crisi che ormai sta devastando il centrodestra tanto a livello nazionale che locale. Il fuggi fuggi dai partiti tradizionali (Fi su tutti) è generale, ma assolutamente confuso e senza strategia.
di Redazione
21 dicembre 2015
07:19

Il voto sulla fiducia al ministro Boschi ha dimostrato ancora una volta quanto sia diventato fragile il partito di Berlusconi, così come non ha più la forza di un tempo la stessa leadership del Cavaliere. La rottura con Brunetta, dopo quella con Verdini sono il segno di un’epoca al tramonto. Che forse nella giornata della fiducia rinnovata alla ministra ha avuto l’immagine della giovane calabrese Rosanna Scopelliti che dai banchi del Nuovo centrodestra ha votato il sì alla fiducia. La Scopelliti fu fortemente voluta nelle liste del Pdl dall’allora rais del partito calabrese e governatore della Calabria. Un altro Scopelliti, Giuseppe, che tirò fuori dal cilindro la figlia del compianto magistrato anche per fare qualche dispetto a nemici interni di partito (Nino Foti), grazie al sistema delle liste bloccate. Rosanna seguì Giuseppe anche nella migrazione verso il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano al momento della traumatica scissione che mandò in soffitta il Pd  per dare vita ad una riedizione di Forza Italia e al nuovo partito degli alfaniani.


Poi con la fuoriuscita di Peppe dalle scene calabresi e nazionali e anche dal partito, la Scopelliti decise di proseguire la propria strada. Così come ha fatto Dorina Bianchi e il plotone dei senatori calabresi guidati da Tonino Gentile che sono rimasti fedeli al governo. Solo Antonio Caridi ha resistito e ha trovato momentaneo alloggio nel Gal, prima del suo ingresso trionfare in Fi con un stacco definitivo dal percorso di Scopelliti che nel frattempo sta provando a rialzarsi con Azione Nazionale del fidato Fausto Orsomarso. All’infinito valzer dei nomi val la pena di aggiungere quello di Pino Galati che di recente ha seguito Denis Verdini e ha abbandonato Fi insieme al suo gruppo politico di Catanzaro. E’ chiaro, dunque, che si è davanti ad una geografia politica ormai superata in cui la Lega di Salvini si sta insinuando nel Nord del Paese, ma non al Sud e non in Calabria dove la debolezza della coalizione appare ancora più forte. Il tentativo di golpe dei quattro consiglieri regionali di Fi Nicolò, Salerno, Morrone e Graziano ha segnato il punto di non ritorno nella crisi di una Fi che Jole Santelli ha evidenti problemi a gestire, nonostante la rinnovata fiducia di Berlusconi. L’incontro con Gregorio Fontana, responsabile nazionale dell’organizzazione del partito, che avrebbe dovuto svolgersi domani a Roma è stato rinviato, ma si farà dopo feste. Sperando che i vertici nazionali sappiano davvero che pesci prendere. L’idea è quella di arrivare ad una mediazione che possa salvare capra e cavoli perché Forza Italia non può certo permettersi di perdere altri pezzi pregiati con le elezioni amministrative di Cosenza e Crotone ormai alle porte.



Ma il senso del cambiamento in atto e della confusione generale che sta attraversando gli animi destrorsi è proprio nelle parole che Rosanna Scopelliti ha scelto nel suo intervento alla Camera: “Diciamo no ad un infondato e pretestuoso tentativo di delegittimare il ministro Boschi, alla quale va la nostra fiducia”.


Parole che lasciano trasparire quello che da un po’ si vocifera: con Ncd che ha ormai consensi da prefisso telefonico in tanti pensano al grande salto verso il Pd. Succederà anche in Calabria? Con gli alfaniani che in Consiglio regionale votano in perfetta sintonia con le truppe di Oliverio nulla è da escludere.

Riccardo Tripepi 

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