Il Pd guarda a destra, anche in Calabria

Il Pd calabrese si muove ormai in perfetta sintonia con quello nazionale. La sinistra del partito, che aveva imposto Oliverio alle primarie, sta diventando più realista del re e ormai non si muove senza l’ok dei colonnelli romani, passando per il visto di Marco Minniti
di Riccardo Tripepi
29 febbraio 2016
22:35

Così è avvenuto a Cosenza con la scelta di Lucio Presta e l’addio alle primarie che pure erano state annunciate pubblicamente, prima della congiura di palazzo che ha fatto fuori Mario Occhiuto prima della scadenza del suo mandato. Ma le influenze romane si stanno notando ancora di più nella politica delle alleanze. Lo sguardo, anche a Cosenza, va più verso il centrodestra che al centrosinistra. E dopo aver imbarcato i verdiniani di Mancini (il ministro Boschi proprio domenica scorsa ha nuovamente benedetto l’apporto di Denis al governo Renzi), adesso punta con decisione a recuperare il Nuovo Centrodestra dei fratelli Gentile. L’attenzione di Lucio Presta e dei maggiorenti cosentini va molto più in quella direzione che non verso la ricucitura con Enzo Paolini e il Pse. L’avvocato cosentino ha ancora aperta una strada di dialogo, anche perché Guccione si sta accorgendo ogni giorno di più di essersi infilato in vicolo cieco, ma si tratta di una pista di lavoro marginale per i democrat bruzi. L’attenzione è sui fratelli Gentile che ancora non hanno sciolto le proprie riserve. Qualcuno suggerisce che Tonino Gentile non sia pienamente soddisfatto delle deleghe attribuitegli dopo l’ingresso nell’esecutivo da sottosegretario, altri che abbia ancora velleità da viceministro. Di sicuro c’è in ballo anche il ruolo della figlia di Pino, Katia che con Occhiuto aveva rotto molto tempo fa. I Gentile, insomma, trovano sempre il modo di farsi corteggiare ed essere determinanti sia per il Pd nazionale che per quello calabrese.
 
Se poi dovesse essere vero che gli alfaniani calabresi siano pronti ad unirsi a Verdini in Ala, ritrovando così anche Mancini a Cosenza e Galati a Catanzaro, l’alleanza Pd-Ncd-Ala potrebbe diventare un cartello imbattibile anche in Calabria. Con buona pace delle sinistre che ormai sono sempre più marginali.

Il partito, però, rischia di snaturarsi e trasformarsi in qualcosa di assai diverso rispetto agli originari progetti con le tensioni e le fibrillazioni interne che stanno animando molti territori. A Crotone, ad esempio, la rottura con Sel è ormai ad un passo e le primarie potrebbero trasformarsi in una conta interna al solo Pd pitagorico. La “Calabria in rete” degli Sculco correrà da sola e la campagna elettorale del partito di Pantisano (sarà lui il candidato sindaco?) rischia di partire con colpevole ritardo.


L’analisi non muta se si guarda alla geografia del Consiglio regionale dove sono sempre più marginali sia Calabria in Rete che Sel, così come anche le posizioni di Guccione. Tanto che i tre sono ormai i più tenaci oppositori all’azione del governatore.

Il tutto mentre Ncd continua ad avanzare e guadagnare posizioni, come avvenuto in occasione dell’elezione di Sinibaldo Esposito a presidente della Commissione Riforme che dovrebbe avere un ruolo centrale nei processi di revisione amministrativo-burocratica che Oliverio predica fin dal suo insediamento.

Riccardo Tripepi


Giornalista
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