Guccione: «Dopo Corigliano-Rossano tocca alla Grande Cosenza»

L'esponente democrat plaude alla fusione in riva allo Jonio e guarda al capoluogo bruzio
di Salvatore Bruno
23 ottobre 2017
13:00
Carlo Guccione
Carlo Guccione

«Rossano e Corigliano saranno una città unica. E i cittadini hanno risposto lasciando da parte campanilismi e interessi di bottega. Bisogna riconoscere la maturità politica di queste due comunità e farne tesoro». E’ quanto afferma Carlo Guccione, consigliere comunale e coordinatore della Grande Cosenza. «E adesso cosa succede in riva al Crati e al Campagnano? Adesso non si può fare finta di niente nella nostra area urbana. Cosenza, Rende e Castrolibero devono accelerare. Pena una progressiva e inesorabile marginalizzazione all’interno dello scacchiere calabrese».

Serve subito l'atto d'impulso dei consigli comunali

Serve subito un atto di impulso da parte dei rispettivi consigli comunali per chiedere subito ai cittadini di pronunciarsi. Non si può perdere tempo. La parola deve passare subito ai cittadini. Adesso scopriremo – sottolinea il consigliere regionale - chi vuole costruire la città unica Cosenza-Rende-Castrolibero e chi, invece, sta cavalcando l’onda per piccoli interessi personali e di bottega. Siamo di fronte a uno spartiacque. La strada da percorrere è davanti a noi. I cittadini hanno il diritto di decidere. Noi della Grande Cosenza portiamo avanti questa battaglia da tempo. Il nostro stesso nome contiene la ragione della nostra azione politica: realizzare la città unica Cosenza-Rende-Castrolibero».


Mentre Corigliano e Rossano decollano, Cosenza viene marginalizzata

«Da una parte – aggiunge Carlo Guccione - si troverà la città unica Rossano-Corigliano, con un prodotto interno lordo che supera il 70% di quello complessivo dell’intera provincia di Cosenza. Un territorio ricco di storia e cultura. Dall’altra abbiamo la città metropolitana di Reggio Calabria che interloquisce direttamente con il governo nazionale e con le istituzioni europee, senza necessità di mediare con la Regione Calabria. Poi troviamo Cosenza, città che perde abitanti e condannata a un destino di marginalizzazione urbanistica ed economica. Una politica seria si pone interrogativi che riguardano il destino di un territorio e non le aspettative di qualche barone rampante. Mi rendo conto che non è facile. Ma una sfida del genere non può essere affrontata fra qualche anno. Potrebbe essere tardi. Troppo tardi. Rossano e Corigliano, storicamente “rivali”, hanno lasciato da parte campanilismi e divisioni, e hanno scelto la strada della condivisione. Cosenza, Rende e Castrolibero, di fatto, sono già una città unica. La Grande Cosenza farà la sua parte con una grande campagna di mobilitazione. Noi non abbiamo paura di affrontare le sfide del futuro e della condivisione. Adesso capiremo chi, invece, teme un processo di aggregazione necessario».

Giornalista
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