I giovani GD meridionali scrivono ai presidenti del Mezzogiorno

Il PD dimostri di avere una visione strategica per il Mezzogiorno, per le sue ricchezze e le sue potenzialità
di Redazione
6 agosto 2015
16:52

In una missiva ai Presidenti Mario Oliverio, Vincenzo De Luca, Michele Emiliano, Marcello Pittella, Rosario Crocetta alcuni giovani democratici del sud, propongono alcune idee per il rilancio del mezzogiorno.

Scrivono I GD di Napoli, Cosenza, Foggia, Policoro e Palermo:


"Cari Presidenti delle regioni del Mezzogiorno,

Abbiamo deciso di rivolgerci a Voi a seguito dell’importante e inedito risultato politico consegnatoci dalle ultime elezioni regionali: il 1 giugno abbiamo festeggiato per la prima volta un Mezzogiorno interamente guidato da Presidenti di Regione del Partito Democratico.
Uno scenario nuovo, che rende orgogliosi gli elettori e gli iscritti del Partito Democratico e dei Giovani Democratici e che allo stesso tempo ci chiama, da subito, ad affrontare le enormi responsabilità che ne derivano: prima tra tutte la mai risolta questione meridionale, questione nazionale prioritaria, che richiede di coniugare un progetto a lungo termine con risposte immediate ai problemi urgenti delle nostre regioni.
I rapidi mutamenti politici e i nuovi, spesso incerti, equilibri economici monopolizzano il dibattito politico odierno, le cui policy issues trascurano quanto il Mezzogiorno di tali questioni sia spesso protagonista in negativo. Ne sono prova le anticipazioni del rapporto SviMez 2015 appena pubblicate, che ritraggono un meridione la cui situazione economica è nettamente più grave di quella dei Paesi europei messi in ginocchio dalla crisi.
Abbiamo perciò un timore: se negli ultimi tredici anni il Mezzogiorno è cresciuto la metà della Grecia e il 40% in meno delle altre regioni Convergenza; se il numero degli occupati è il più basso dal 1977 (anno di inizio delle serie storiche Istat) e il tasso di occupazione femminile è del 35%; se i consumi sono due terzi di quelli del centro-nord e un cittadino meridionale su tre è a rischio povertà; se dal 2008 al 2014 il settore manifatturiero ha perso il 35% del proprio prodotto e ha più che dimezzato gli investimenti; se per la prima volta si è arrivati a parlare di rischio di sottosviluppo permanente, ebbene molto probabilmente nessuno avrà il coraggio di tornare a discutere una questione ormai apparentemente
irrisolvibile. E’ questa la percezione che accomuna i giovani meridionali: sia la metà che il 31 maggio si è recata
alle urne sia quella che, speriamo per l’ultima volta, ha disertato il voto. E’ vostro onere sfatarla.

Il Governo ed il Partito Democratico possono dimostrare di avere una visione strategica per il Mezzogiorno, per le sue ricchezze e le sue potenzialità. Possono dare risposte. Ma solo invertendo rapidamente rotta: costruendo un modello di sviluppo integrato, mettendo in rete le intelligenze della nostra terra e realizzando un percorso comune. Occorre fare sistema: innanzitutto perché il Mezzogiorno di oggi è il Mezzogiorno delle potenzialità inespresse è una via d’uscita dalla crisi per l’intero Paese.

Come programmare gli investimenti rifuggendo la facile soluzione dell’assistenzialismo a pioggia? A quale tipo di economia votare lo sviluppo del Sud? Quali settori esigono una più urgente modernizzazione? Quali sono gli interventi infrastrutturali necessari? Sappiamo che le pressanti domande dei cittadini del Sud sembrano affollarsi con la stessa ansia di risposte, ma almeno tre di esse ci sembrano assolutamente prioritarie. Primo: abbattere la disoccupazione, sapendo che essa nutre clientelismo e criminalità e che proprio questi rappresentano il primo, spesso insormontabile ostacolo alla rinascita dell’imprenditoria meridionale, e di quella giovanile in primis. Secondo: ripensare l'utilizzo dei fondi europei del ciclo di programmazione 2014-2020, consapevoli che anni di tagli ai bilanci degli enti locali hanno trasformato i fondi strutturali da aggiuntivi in sostitutivi, con la conseguenza che Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia continuano a rientrare nell'obiettivo europeo "Convergenza", il novero delle regioni che presentano più ritardi nello sviluppo. Terzo: accompagnare a tutto ciò una campagna culturale che ponga l'onestà e la legalità come condizioni imprescindibili dell'agire della classe politica e della crescita delle classi imprenditoriali e lavoratrici del meridione.

La risposta a queste domande c'è.
Oggi più che in qualsiasi altro momento storico abbiamo l'occasione di riportare il Mezzogiorno, con tutti i suoi meriti, la sua dedizione al lavoro, le ingegnose capacità d’impresa, al centro del dibattito politico. Tocca a Voi farvi portavoce di un altro Sud, e perciò di un’altra Italia. Il Sud dell'ingegno delle start up giovanili, argine all’emigrazione dei
nostri cervelli. Il Sud dell'accoglienza, contro il razzismo xenofobo inutile e dannoso delle destre populiste.
Il Sud delle aree naturalistiche e del patrimonio storico, risorsa culturale ed economica. Il Sud delle eccellenze: agricole, artigiane, gastronomiche, turistiche e umane.
In una parola: il Sud che spera.

Presidenti del Sud, siete chiamati ad essere i fautori di un processo di sviluppo senza precedenti: che in potenza esiste nelle idee e nella volontà di noi giovani ma necessita della vostra capacità di creare le realtà in cui possiamo impiegarle."


GD Cosenza "Federico Aldrovandi"
GD Napoli
GD San Severo (FG)
GD Policoro "Peppino Impastato" (MT)
GD Palermo

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