Dibattito acceso

Gioia Tauro, Consiglio comunale tra accuse e veleni dopo la presunta aggressione verbale al sindaco Scarcella

La consigliera Pedullà respinge le critiche della Giunta che la incolpa di essere stata presente e non aver dichiarato nulla ai carabinieri: «Attacco personale ignobile e vergognoso». La minoranza abbandona l'aula in dissenso con il presidente dell'assise civica Ranieri

di Giuseppe Mancini
26 ottobre 2024
17:33

La seduta del Consiglio comunale, convocato ieri a Gioia Tauro nella sala consiliare "Antonino Scopelliti", come spesso accade quando maggioranza e opposizione si incontrano, è degenerata. Il sano dibattito è stato soppiantato da accuse e veleni. Un ring che va avanti dalla tesissima campagna elettorale, con la comunità divisa in due fazioni che se le danno di santa ragione. Tutto ciò rende l'ambiente malsano, e tanti cittadini, non coinvolti in queste dinamiche, chiedono una pacificazione per il bene della collettività.

Il civico consesso aveva come punti salienti l'approvazione della convenzione per la gestione associata del servizio di segreteria comunale tra i Comuni di Gioia Tauro e Pizzoni e l'approvazione del regolamento del servizio di refezione scolastica. Ma la questione che ha suscitato i maggiori diverbi è risultata l'integrazione all’ordine del giorno, cioè la violenza verbale che nei giorni passati avrebbe subito il sindaco Simona Scarcella all’interno e fuori del municipio.


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Durante la massima assise comunale, il consigliere di opposizione Rosario Schiavone di "Alleanza Gioiese" ha esternato solidarietà al sindaco, censurando l’attacco verbale e puntualizzando che crede non si trattasse di oltraggio «ben più grave». Infine, Schiavone, rivolgendosi a tutti, ha invitato ad «abbassare i toni per portare rispetto alla città. Basta polemiche, dispetti, ripicche e strumentalizzazioni».

Il sindaco Simona Scarcella è intervenuto precisando che la relazione sui fatti accaduti è stata redatta dai pubblici ufficiali della polizia locale e da dipendenti comunali, i quali confermano l’episodio. Scarcella ha ringraziato per la solidarietà ricevuta da varie associazioni, personalità ed enti, ed ha puntualizzato che «non consentirò a nessuno di venire nella casa comunale e infrangere le regole». 

Al che ne è scaturito un diverbio con il cittadino reo della presunta aggressione, il quale era presente in aula. Ne sono state rimarcate alcune ipotetiche pecche caratteriali. In seguito, l’uomo si è allontanato, e attraverso i social ha fatto sapere che «di quanto detto Scarcella dovrà rispondere in tribunale».

La consigliera di opposizione, Mariarosaria Russo, si è detta pronta a manifestare solidarietà al sindaco solo a fatti accertati «poiché ogni forma di prevaricazione verso le donne non deve conoscere bandiere politiche». La leader della coalizione "La Ginestra", invece, in virtù di fatti ritenuti da lei certi, ha esternato solidarietà e stima nei confronti della consigliera Luigina Pedullà «le cui virtù morali sono state messe in discussione con offese mediatiche».

Giorni fa Il presidente del Consiglio Giulio Ranieri e la Giunta avevano diramato un comunicato stampa, in cui si diceva che una consigliera di opposizione anch'ella donna (poi rivelatesi essere la Pedullà) fosse stata presente durante la presunta aggressione verbale subita dal sindaco e che in seguito non avesse dichiarato niente ai carabinieri. La consigliera, nonché insegnante, era stata incolpata di «mancare dei requisiti di moralità minimi per poter svolgere appieno la sua funzione di consigliera comunale» e se ne chiedevano le dimissioni.

Luigina Pedullà, affranta, rimarcando i propri alti valori, ha smentito e respinto con forza le accuse. Secondo lei, la richiesta di dimissioni è «ingiustificata ed arbitraria» e l'attacco personale che le è stato fatto «ignobile e vergognoso, infondato, senza giustificazione né morale né istituzionale». La consigliera ha ribadito che in questa vicenda è stata lei ad essere stata offesa, calunniata e aggredita «e tutto questo non per un'azione compiuta, ma per l'interpretazione distorta di un evento peraltro non conosciuto dal presidente del Consiglio comunale».

Sulla vicenda, il presidente del Consiglio Ranieri ha spiegato che non voleva offendere la consigliera, per cui nutre stima. Ed ha aggiunto che si riferiva alla «moralità amministrativa». In seguito ad alcune esternazioni e delucidazioni di Ranieri, i consiglieri di minoranza hanno lasciato l'aula, imputandogli di «esulare dal suo ruolo istituzionale».

In conclusione del Consiglio comunale, sulle questioni amministrative, assessori e sindaco hanno comunicato l’insorgere di diverse problematiche, attribuibili, a loro dire, alla precedente amministrazione: sarebbero risultate somme vincolate relative ai finanziamenti delle opere pubbliche, utilizzate dal vecchio governo cittadino per la gestione di spese correnti; si sarebbe riscontrato un mancato pagamento dei tributi di molte grandi aziende e società ricadenti sul territorio comunale; ed è stato accertato un ritardo dei pagamenti dell’energia elettrica comunale del 2023 pari a 600mila euro.

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