Il Pd e le primarie di convenienza, duro affondo di Gervasi agli oliveriani

Il consigliere provinciale di Cosenza critico nei confronti dei sostenitori del governatore uscente: «Il metodo democratico oggi invocato dalle stesse persone che nelle ultime politiche scelsero unilateralmente i candidati per Camera e Senato» 

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di Salvatore Bruno
22 settembre 2019
22:39

«Credo che molti dirigenti calabresi del Pd dovrebbero uscire dalle segreterie e dalle strutture dei vari assessori e consiglieri regionali e frequentare di più le piazze per parlare con i cittadini, con i militanti, con quegli elettori di centrosinistra che non vanno più a votare o che hanno votato M5S perché sfiduciati dalla gestione del partito degli ultimi anni e per l’imbarazzante e preponderante presenza nel partito e nelle istituzioni di alcuni chiacchierati e ombrosi personaggi che imperano da anni, condizionando scelte e governando importanti processi politici senza aver contribuito neanche in minima parte alla crescita sociale ed economica della regione, perché probabilmente impegnati, attraverso abili e fini strategie e trasversalismi, a garantire unicamente la loro autoconservazione». Lo afferma in una nota il consigliere provinciale di Cosenza Francesco Gervasi.

Nel 2018 decisioni delegate a Roma

«Sarebbe sufficiente parlare con questi cittadini per capire che non c’è bisogno di primarie o di prove di forza tra fazioni pro o contro Oliverio per prendere coscienza che c’è un disperato bisogno di rinnovamento nei quadri dirigenti delle forze politiche progressiste – aggiunge - Questa necessità è stata bene percepita dal gruppo dirigente nazionale e da questa necessità si è partiti per avviare una nuova fase anche e finalmente in Calabria. Mi domando – insiste Gervasi - come mai chi oggi invoca elezioni primarie per la scelta del candidato Presidente non l’ha fatto per scegliere i candidati del Pd alla Camera e al Senato nel 2018, nonostante le primarie siano anche in quel caso una prerogativa statutaria del partito. Trovo contraddittorio se non addirittura bizzarro che quelle stesse persone che hanno scelto i candidati alle politiche di un anno fa, con i risultati che tutti conosciamo, seduti ad un tavolo romano, insieme agli allora dirigenti nazionali, oggi chiedano autonomia territoriale per la scelta del candidato Governatore della Calabria».


L’uomo solo al comando

«Nel 2014 – ricorda il consigliere provinciale - Mario Oliverio annunciava solennemente che questa sarebbe stata la sua ultima missione e che avrebbe rivoltato la Calabria come un calzino, che avrebbe rivoluzionato la burocrazia regionale. Credo che adesso sia sufficiente essere consequenziali a tali promesse. I cittadini calabresi probabilmente si sarebbero aspettati qualche risultato in più. Si sarebbero aspettati maggiore collegialità nelle scelte e non un uomo solo al comando. Si sarebbero aspettati un’azione più incisiva nei settori fondamentali e strategici della regione: turismo, agricoltura, ciclo integrato delle acque, rifiuti, trasporti, sanità. Si sarebbero aspettati una profonda opera di sburocratizzazione dell’apparato amministrativo regionale con procedimenti più snelli ed efficaci. È arrivato il momento di cambiare passo e favorire un reale e profondo processo di rinnovamento. Questo ce lo chiedono i cittadini calabresi e non c’è bisogno di primarie per capirlo e per interpretarne la stringente necessità».

Giornalista
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