Fi, dopo Toti anche Carfagna pensa di uscire. E in Calabria si sbanda

Le manovre della vicepresidente della Camera preoccupano i parlamentari calabresi. Mentre Jole Santelli non sa più a che santo votarsi, i Gentile gongolano e scommettono su una deriva forzista verso il governatore della Liguria

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di Riccardo Tripepi
2 agosto 2019
18:21

Più che una rottura tra Silvio Berlusconi e Giovanni Toti, dentro Forza Italia sembra essere partita la guerra di tutti contro tutti che potrebbe portare all’implosione del partito. L’idea di lanciare Altra Italia alla vigilia della riunione del cosiddetto Tavolo delle regole e chiudere alle primarie ha fatto deflagrare il partito. Ma la proposta del Cavaliere, sotto la regia di Niccolò Ghedini, non ha determinato soltanto la rottura, ormai nell’aria da mesi, con il governatore della Liguria. Adesso sembra mettere in discussione il futuro stesso di Mara Carfagna, l’altra coordinatrice nazionale.

Chi pensava che con Toti fuori dai giochi la Carfagna rimanesse in sella da sola sbagliava. E la vice presidente della Camera, compresa la reale situazione, sta provando a giocarsi il tutto e per tutto per evitare di finire nella polvere. Attivissima a Roma sta incontrando tutti, da Maurizio Crosetto (per come riporta Affari Italiani) ai fedelissimi interni, provenienti soprattutto dalla Regioni meridionali.


 

Il messaggio al Cavaliere è chiaro: senza la conferma dell’incarico la Carfagna potrebbe guardare ad altri lidi. L’ipotesi di un transito in Fdi, e dunque un avvicinamento allo stesso Toti, pare più un ricatto-bluff che una reale possibilità. Mara Carfagna è meridionalista e non vorrebbe mai avvicinarsi troppo alle posizioni della Lega e Fdi rappresenta un movimento troppo a destra per chi, almeno fin qui, è stata molto più vicina alle posizioni di Renzi, Lotti e Boschi.

Insomma dentro Fi è scoppiato un putiferio che anche per Berlusconi sarà difficile domare. Figuriamoci per i poveri colonnelli calabresi che ormai sembrano allo sbando. Jole Santelli e i fratelli Occhiuto sono vicinissimi alle posizioni di Mara Carfagna e, al momento, non sanno davvero che pesci prendere e stanno accusando il colpo anche perché le regionali incombono.

 

Gli unici che si fregano le mani sono gli uomini che si riconoscono nel gruppo dei fratelli Gentile e Piero Aiello convinti della scelta di Toti e che tanti seguiranno il governatore della Liguria.

A partire dal coordinatore regionale di Fi del Lazio Claudio Fazzone che è durissimo contro i vertici azzurri. Proprio quel Fazzone che qualche mese fa intervenne nel dibattito calabrese per frenare la corsa di Mario Occhiuto a sostegno proprio di Piero Aiello.

«Un partito che il 19 giugno nomina due coordinatori con l'intendimento di rinnovarsi e di trovare una sintesi sul percorso da intraprendere per il futuro e che poco più di un mese dopo li rinnega è sull'orlo della follia – dichiara Fazzone - Quanto accaduto ieri a margine dell'incontro del cosiddetto tavolo delle regole ha del tragicomico. Berlusconi con un atto di forza ha volto dimostrare che il partito è suo. Berlusconi può fare quello che vuole ma deve dire in modo palese, ed una volta per tutte, quale è il suo intendimento. Forza Italia in questo modo si sta arenando su un binario morto. E' un treno che non ha né il coraggio né la voglia, evidentemente, di creare uno scambio per mettersi su una direttrice nuova che possa portarci a riconquistare il dialogo e la credibilità con i nostri elettori attraverso un'azione politica decisa. C'è bisogno di un rinnovamento metodologico, organizzativo e di rappresentanza. E di una linea politica vera, concreta su cui combattere per dare risposte ai cittadini. Mi auguro che quanto accaduto in queste ore sia solo un comunicato sbagliato altrimenti è una brutta pagina per il partito e presto ciascuno prenderà la sua strada».

Riuscire a superare questa crisi per Fi sarà un’impresa al limite del possibile.

Giornalista
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