Ferro e Cannizzaro non mollano la poltrona: giallo sulle notifiche

Dopo la denuncia di Federica Dieni, le verifiche a palazzo Campanella. Gli uffici garantiscono di avere spedito gli incartamenti ai due consiglieri eletti in Parlamento ma nessuna rinuncia formale è ancora arrivata. Fremono Claudio Parente e Giuseppe Pedà
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di Riccardo Tripepi
4 maggio 2018
19:50
Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro
Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro

Si tinge sempre più di giallo la posizione dei consiglieri regionali eletti in Parlamento. Francesco Cannizzaro di Forza Italia e Wanda Ferro di Fratelli d’Italia divenuti parlamentari con le elezioni dello scorso 4 marzo non hanno ancora optato per una delle due cariche, come loro imporrebbe la legge. Lo ha fatto notare, non lesinando critiche, la deputata reggina dei Cinque Stelle Federica Dieni. «La Costituzione parla chiaro che più chiaro non si può – ha scritto la Dieni in una lunga nota stampa - E dice che nessuno può appartenere contemporaneamente a un consiglio regionale e a una delle Camere del Parlamento. Ma se l’articolo 122 della Carta è cristallino e non interpretabile, lo stesso non si può dire riguardo al comportamento di alcuni politici calabresi, che stanno sfruttando a loro favore le lungaggini delle burocrazie istituzionali regionali e nazionali per mantenere la doppia poltrona per più tempo possibile».

 


È quanto dichiara la deputata del M5S Federica Dieni: «Le lente procedure di insediamento del Parlamento e della giunta per le elezioni, unite ai necessari iter da svolgere anche a Palazzo Campanella, permettono ai due politici di Forza Italia e Fratelli d'Italia di trovarsi, ormai da più di due mesi e chissà per quanto altro tempo ancora, in una specie di zona franca che consente loro di accomodarsi contemporaneamente su due poltrone fin quando non saranno costretti a operare una scelta; di percepire, è vero, una sola indennità di mandato ma anche di mantenere in piedi due staff di collaboratori, di accrescere la propria influenza politica per via del doppio ruolo, di sbarrare la strada ai consiglieri non eletti e di mantenersi una porta aperta in Regione qualora il Parlamento dovesse essere sciolto per le note difficoltà nella formazione di un governo».

 

Insomma, un atteggiamento “poco responsabile” secondo la Dieni e che pare destinato a durare ancora per qualche tempo. Il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha convocato la prossima riunione dell’Assemblea per il prossimo 10 maggio e all’ordine del giorno non c’è traccia dei provvedimenti di sostituzione dei due parlamentari con i primi dei non eletti delle rispettive liste e cioè Claudio Parente e Giuseppe Pedà che, evidentemente, dovranno temporeggiare ancora.

 

Ma vi è di più. Ancora non vi è certezza sulla ricezione da parte di Ferro e Cannizzaro della notifica da parte di palazzo Campanella della necessità di compiere la scelta fra una delle due cariche come imposto dalla legge. Gli uffici di palazzo Campanella e il presidente Irto riferiscono di avere spedito gli incartamenti nei termini di legge e più di qualcuno ipotizza che le raccomandate non siano andate a buon fine. Lunghezze burocratiche? Irreperibilità dei soggetti? Le domande si susseguono nei corridoi di palazzo Campanella e le risposte tardano ad arrivare. Così come stanno tardando troppo i parlamentari eletti a farsi da parte e dare spazio a chi adesso ha il diritto di entrare in Consiglio regionale. Sia loro due che gli uffici del Consiglio hanno da fare in fretta per evitare, se ancora possibile, l’ennesima magra figura della classe dirigente locale.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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