Capocolonna, Ferrara e Adinolfi (M5S): ‘Oltre ai reperti di epoca romana sparisce anche il cofinanziamento europeo’

Le europarlamentari Cinque Stelle Laura Ferrara e Isabella Adinolfi: 'bisogna capire se la Regione Calabria ha prodotto un falso in atto pubblico’
di Redazione
27 marzo 2015
12:48

Al Parco archeologico di Capocolonna (KR) non sono spariti solo i reperti archeologici di epoca romana seppelliti da una colata di cemento ritenuta dal Ministro Franceschini la soluzione ottimale per "ampliare le conoscenze della realtà archeologica".
Mercoledì Corina Cretu, Commissaria Responsabile della Politica di Coesione nell'esecutivo Juncker, rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata a Gennaio dalle Europarlamentari del M5S Isabella Adinolfi e Laura Ferrara sulla coerenza e regolarità del progetto rispetto alle finalità da conseguire nell'area, ha affermato che è sparito anche il cofinanziamento europeo. Anzi addirittura che non è mai esistito.


"Siamo dinanzi ad una vicenda tra il tragicomico e il grottesco", affermano Adinolfi e Ferrara. La cartellonistica collocata sul cantiere esibisce in bella mostra la bandiera dell'Unione Europea accompagnata dalla dicitura testuale "Progetto cofinanziato dall'Unione Europea". Il Burc Calabria nel quale è pubblicato l'Accordo di Programma Quadro "Beni e Attività Culturali per il territorio della Regione Calabria" esplicitamente prevede che debbano essere consentite le ispezioni dei funzionari comunitari per il controllo dei documenti e dei lavori. Il Bando di Gara, emesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, indica a chiare lettere che l'appalto dei lavori "è connesso ad un progetto finanziato da fondi comunitari". La Commissaria Europea, per tutta risposta, non entrando minimamente nel merito della grave vicenda da noi denunciata su Capocolonna, avvalendosi delle sole informazioni fornite dalla Regione Calabria, e nello specifico dall'Autorità di Gestione del Programma FESR, invia quattro righe di replica affermando che "non sussiste alcun cofinanziamento europeo", esibendo tutta l'incapacità e l'approssimazione adottate sul caso dalle Istituzioni coinvolte.



"Qui si tratta di capire se la Regione Calabria ha prodotto un falso in atto pubblico occultando alla Commissione Europea, al momento di fornire i dati alla nostra interrogazione parlamentare, la sussistenza del cofinanziamento comunitario sul progetto per Capocolonna o se ci sia stato un ciclopico errore frutto della cronica incompetenza gestionale della Regione sui Fondi strutturali, che da molti anni produce il dilapidarsi di miliardi di euro a vantaggio di cricche e sodalizi di vario conio", continuano Adinolfi e Ferrara.


"Ad ogni modo la replica della Commissione Europea non è minimamente giustificabile. Compito primo dell'esecutivo comunitario dovrebbe essere quello di mostrare serietà e rigore nel trattare i casi di presunte irregolarità sull'uso dei soldi pubblici europei. Ci saremmo aspettate indagini accurate per verificare la correttezza dell'impiego dell'ammontare rilevante di 2 milioni e 500 mila euro, specie in considerazione del fatto che sul tema dei Fondi Strutturali troppe volte sono stati evidenziati con sgomento i dati relativi alle truffe e alle irregolarità rilevate, con annesse indagini giudiziarie. Ancora più urtante è l'essere consapevoli che quei soldi dovrebbero essere impiegati per creare occupazione di qualità, valorizzazione del patrimonio culturale, sviluppo infrastrutturale e tutela dell'ambiente". "Finché non verrà fatta piena luce, non ci fermeremo", concludono le eurodeputate pentastellate.

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