Direzione Pd, i calabresi pronti a lasciare Renzi? Solo Magorno sulla linea del segretario

In Forza Italia emergono le crepe dopo il risultato elettorale. Il Coordinamento regionale finisce sotto processo
di Riccardo Tripepi
12 marzo 2018
11:14

Partiti in subbuglio in vista della formazione del nuovo governo che si preannuncia molto complicata considerato l’esito delle elezioni che non hanno assegnato a nessuno schieramento la maggioranza assoluta.

In attesa della direzione nazionale 

Nel Pd si attende la direzione nazionale che sarà guidata dal Maurizio Martina dopo le annunciate dimissioni di Matteo Renzi. Il partito deve scegliere che linea adottare e capire se aprire o meno ad un possibile governo con i Cinque Stelle. Ipotesi già bocciata dal segretario uscente. In Calabria nessuno si è espresso ancora sul punto, ad eccezione del segretario Magorno che si è detto in piena sintonia con Renzi.


 

I big calabresi saranno tutti a Roma anche per valutare gli scenari. Mario Oliverio, Nicola Irto, Giuseppe Falcomatà, Enza Bruno Bossio, Stefano Covello e Marco Minniti sono chiamati a prendere posizione. E sembra che tutti siano ancora in fase di riflessione. E’ ovvio che le decisioni assunte in questa sede peseranno anche per gli equilibri futuri in vista del congresso regionale di maggio. Chi potrebbe spostare sensibilmente la propria posizione, prima legatissima a Matteo Renzi, è sicuramente il sindaco Giuseppe Falcomatà che vedrà anche il ministro Graziano Delrio per discutere del trasferimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Fibrillazioni anche nel centrodestra

Ma le fibrillazioni non mancano neanche nel centrodestra che adesso teme di restare fuori dal governo. Francesco Cannizzaro, il più votato nei collegi uninominali del Sud, spera che non sia così e di potersi ricavare un ruolo di primo piano anche a livello nazionale. Defilati Jole Santelli e Roberto Occhiuto attendono dopo aver fiutato il vento di ribellione che agita la Regione da Cosenza a Reggio Calabria. Il risultato del partito, per quanto accettabile nel complesso, è stato inferiore alle aspettative. Soprattutto a Cosenza dove l’amministrazione comunale è affidata a Mario Occhiuto, nonché città di origine della Santelli. E la sconfitta sarebbe stata ancora più evidente senza l’apporto, dell’ultima ora, dei voti di Gentile. Stessa storia a Catanzaro dove si registra l’esclusione di Mimmo Tallini e Piero Aiello nonostante l’iniezione di voti arrivata da quest’ultimo. A Reggio si sono registrati i risultati migliori con le elezioni di Cannizzaro e Siclari che, però, sembrano frutto più di meriti personali (fortissimo Cannizzaro a Gioia complice anche l’aiuto di Pedà) e di coincidenze come il coinvolgimento nello scandalo massoneria del candidato sfidante di Siclari per i Cinque Stelle e cioè Bruno Azzerboni. Ma in riva allo Stretto tengono banco ancora pure l’esclusione di Nicolò dalle liste e il commissariamento senza fine del partito. Il gelo con cui Forza Italia ha poi accolto la candidatura a governatore di Mario Occhiuto la dice lunga sulla fase di incertezza che coinvolge lo schieramento.

Clima sereno nel M5S

Decisamente più sereno, invece, il clima nel cielo a Cinque Stelle dopo la roboante vittoria e i 17 parlamentari conquistati nella nostra Regione. Anzi c’è chi come Nicola Morra sogna addirittura la presidenza del Senato, sostenuto dalla grande affermazione e dal numero di consensi ottenuto nel collegio di Cosenza.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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