Morrone insiste: 'Io non mi muovo da Forza Italia'

Ennio Morrone adesso vuole andare fino in fondo. Dopo aver saputo (solo a mezzo stampa dice lui) di essere stato sospeso da Forza Italia con provvedimento del responsabile nazionale dell’organizzazione, ha chiesto il testo ufficiale del provvedimento a Roma. E ancora non ha ricevuto niente di formale
di Riccardo Tripepi
9 febbraio 2016
20:54

Morrone si è detto stupito per una decisione che confermerebbe lo stato di confusione in cui versa il partito. “Mio figlio se ne è andato da Forza Italia – ha precisato Ennio Morrone – prima di essere sospeso e dopo aver deciso di dimettersi da consigliere comunale”. La firma di Luca Morrone e dei consiglieri comunali del suo gruppo sono state determinanti per arrivare al numero di 17 dimissionari, necessario per far decadere il primo cittadino Mario Occhiuto e chiudere anticipatamente la sindacatura di Cosenza.


Una vicenda che secondo Morrone, però, non ha nulla a che fare con la sua persona e soprattutto con il suo ruolo nel partito. “Il provvedimento di Fontana – ha detto – è illegittimo. Intanto perché sospende un soggetto che è andato via dal partito e quindi non può essere sospeso. E poi si allarga al padre senza che questo abbia posto in essere alcuna condotta positiva”.



Insomma, un gran caos. La decisione di Morrone di rivolgersi a Roma ha un duplice scopo. Da un lato il consigliere regionale vuole vederci chiaro perché ha il sospetto che il provvedimento di sospensione non esista e che l’evento si sia consumato solo a a beneficio degli organi di stampa. In secondo luogo Morrone vorrebbe coinvolgere direttamente Berlusconi e il suo entourage che secondo alcuni sarebbe informato soltanto sommariamente delle ultime vicende calabresi. In ogni caso, anche se dovesse avere in mano il provvedimento di sospensione, la sua intenzione è quella di ricorrere al Tar del Lazio contro un provvedimento che ritiene illegittimo e arbitrario. “Io non mi muovo da Forza Italia e dal centrodestra” continua a ripetere ai suoi, né Morrone ha intenzione di abbandonare la presidenza della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, così come invece gli hanno già chiesto sia Domenico Tallini che Giuseppe Mangialavori. “Solo se sarò costretto lascerò il partito”.


Cosa succederà nei prossimi giorno è ancora tutto da decifrare e molto passerà, come sempre avviene, dalle decisioni dirette del Cavaliere e di Fiori. Ma è chiaro che lo strappo consumato a Cosenza pare essere destinato ad avere effetti importanti sul futuro del partito. Morrone e i contestatori della gestione Santelli sono convinti che Occhiuto non ha più i numeri per provare a vincere le elezioni. Rispetto alla tornata precedente perde l’apporto dei Gentile, di Mancini e della lista approntata da Luca Morrone, oltre ad avere rotto anche con Ennio. Jole Santelli, Roberto Occhiuto e il primo cittadino si dicono certi, anche guardando alle recenti manifestazioni di piazza, che il golpe abbia indebolito i cospiratori e che Occhiuto tornerà in trionfo a palazzo dei Bruzi. In ogni caso la partita pare decisiva e la disfida di Cosenza sarà la cartina di tornasole per il complessivo futuro di Forza Italia in Calabria.


Riccardo Tripepi

 

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Giornalista
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