Dopo il voto

Comunali Corigliano Rossano, il caso di Lucisano: escluso da Fi brilla con 800 voti e ora chiede un’operazione verità sulle liste

VIDEO | Il candidato più votato del centrodestra costretto a scendere in campo in una lista civica chiede chiarezza al partito: «Mi hanno riferito che non ero gradito perché avrei sottratto spazio ad altri»

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di Matteo Lauria
17 giugno 2024
22:00

«Mi hanno riferito che non c’era il gradimento all’interno delle liste di Forza Italia su una mia candidatura e su altre candidature importanti come quella dell’avvocato Zagarese, dell’avvocato Di Iacovo, di Falcone». Alle amministrative di Corigliano Rossano, Piero Lucisano, figura di spicco del centrodestra e iscritto a Forza Italia, è stato costretto a candidarsi con una lista civica allestita in pochi giorni. Dopo aver raccolto circa 800 voti, Lucisano chiede una “operazione verità” su quanto accaduto nella predisposizione delle liste del suo partito.

Secondo il forzista, la sua situazione riflette una più ampia questione all’interno di Forza Italia e del centrodestra. L'ipotesi di Lucisano è quella che la sua candidatura avrebbe potuto sottrarre spazio ad altri: «Qualcuno ha compreso che sono una persona stimata dai cittadini. Questo avrebbe potuto significare meno spazio per altri e per l'elezione di altri. Ma questa è un'analisi che faremo nei prossimi giorni anche all'interno dello stesso partito. Chiederemo conto del risultato del partito e delle candidature di riempimento. Non è concepibile che un partito nazionale in crescita come Forza Italia abbia nella propria lista tre o quattro candidati che non hanno preso voti».


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Lucisano sottolinea come anche altri partiti, come Fratelli d'Italia, ottengano grandi risultati alle Europee, ma non riescano a replicare lo stesso successo a livello locale. Questo, secondo lui, dimostra che le liste civiche stanno superando i partiti tradizionali, segno che la gente preferisce supportare candidati percepiti come più vicini a loro.

Errori di strategia e tempistica

Lucisano ammette che sono stati commessi errori significativi, soprattutto riguardo ai tempi e alla gestione delle candidature: «Siamo partiti un po' in ritardo perché le discussioni ai famigerati tavoli del centrodestra si sono protratte troppo a lungo. È stato necessario l'intervento dall'alto per convincere Straface a scendere in campo. Ha fatto una battaglia apprezzabile, ma i tempi erano quelli che erano. Inoltre, nei cinque anni precedenti, gran parte dell'opposizione non era più opposizione, ma era piegata al governo cittadino».

Il rappresentante azzurro riconosce che la campagna elettorale di Stasi è stata efficace grazie alla sua durata prolungata e alla mancanza di un'opposizione forte nei cinque anni precedenti. «La sua campagna elettorale è durata cinque anni, non due mesi come la nostra. Non è mai iniziata nei cinque anni, proprio perché non c'è stata un'opposizione ben fatta in consiglio comunale, tranne alcune eccezioni. Anche i segretari di partito non hanno supportato adeguatamente l'opposizione».

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Lucisano parla anche del ruolo giocato dal presidente Roberto Occhiuto nella campagna elettorale e della sua successiva scomparsa dalla scena: «Occhiuto è stato il fautore della candidatura di Pasqualina Straface. Era l'unica soluzione in quel momento, dopo numerosi errori precedenti e discussioni infinite su eventuali candidature. Il governatore è venuto qui a testimoniare la vicinanza del centrodestra, ma poi, per una questione di correttezza, ha voluto lasciare spazio e visibilità al candidato sindaco. È stato giusto che Straface assumesse l'onere e l'onore di rappresentare degnamente sia l'apparato regionale che la coalizione di centrodestra.»

Giornalista
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