Finanziamento primarie, Oliverio costretto alla ritirata: non regge il patto con Forza Italia

VIDEO | Dibattito fiume sulla variazione di bilancio inserita all'ordine del giorno per coprire i costi delle consultazioni elettorali e preelettorali. «Una furbata» secondo Guccione e i dissidenti di maggioranza che si sono detti pronti a votare No. Per evitare un'altra magra figura il governatore ha rinviato tutto alla prossima seduta. Bocciata la legge sul Corap 

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di Riccardo Tripepi
11 settembre 2019
17:29
Il governatore Oliverio
Il governatore Oliverio

«Il finanziamento del procedimento elettorale non è un atto politico. La data delle elezioni viene fissata dal presidente della Regione di concerto con il presidente della Corte d’Appello nel periodo previsto dalla legge». Le parole di Mario Oliverio al Consiglio regionale suonano come una sfida: «anche se non dovesse essere approvato il provvedimento tecnico approvato dalla giunta, la prerogativa di indire le elezioni rimane sempre al presidente della giunta».

Il che vorrebbe dire: anche se bocciate il provvedimento tecnico le decisioni spetteranno sempre a me. Sulla data del voto, invece, nessuna novità. «Non ho ancora deciso nulla a tal proposito anche se le prime date utili sarebbero il 24 novembre o il primo dicembre, ma le stesse devono essere indetto nei 60 giorni dalla scadenza del mandato». Il governatore ha poi chiesto al Consiglio di approvare anche la legge di liquidazione del Corap arrivata alla segreteria del Consiglio nella giornata del 10 settembre.


La sponda di Forza Italia

Il primo a prendere la parola è Mimmo Tallini che ha aperto alla seconda proposta del governatore, ma ha definito «strano l’inserimento della variazione di bilancio per lo svolgimento delle elezioni». Tallini ha poi stigmatizzato l’assenza in Aula del presidente Nicola Irto in un momento così delicato e soprattutto la mancanza di confronto sul provvedimento con le forze di opposizione. «Ma la cifra per elezioni non doveva già essere messa in bilancio? Credo che ci sia in atto una resa dei conti all’interno del Pd».

E poi la sponda inaspettata al presidente: «non si può comunque accettare che lei venga mandata a casa per via giudiziaria, ma solo perché ha fallito politicamente». Quasi a sottolineare la confusione che regna all’interno di Forza Italia nell’attuale fase politica. «In ogni caso il voto favorevole a un provvedimento del genere è successivo all’indizione della data delle elezioni che per noi deve essere il primo utile e cioè il 24 novembre. Altrimenti non saremo più nelle condizioni di far proseguire l’attività in Consiglio».

Per Fausto Orsomarso «strana urgenza di questo provvedimento che comprende anche le primarie che sarebbero pagate dai calabresi. Si tratta di una legge che appartiene ad un’altra epoca e deve essere abrogata. Possiamo certamente discuterne in Conferenza dei capigruppo anche per riportare compostezza nel dibattito».

La faida del Pd ancora senza capogruppo

Poi inizia la faida interna al Pd, ancora privo di capogruppo, e completamente balcanizzato nelle posizioni di assumere in Aula.

Carlo Guccione ha attaccato frontalmente il governatore. Le elezioni si fanno a una sola condizione che il presidente le indica: «chi sta perdendo tempo è il governatore che non fa il decreto».

E poi andiamo alle furbizie: «con la variazione si finanziano legge elettorale e anche le primarie. Quanto costerebbero ai calabresi? Sospendiamo e abroghiamo la legge per evitare che siano i cittadini a pagare le primarie. Diciamolo alla stampa: «dentro questo provvedimento c’è la furbizia di voler addossare ai calabresi il costo delle primarie». Secondo Guccione, dunque, sarebbe necessario rinviare tutto e «d’intesa con l’opposizione abrogare la legge istitutiva delle primarie o almeno stabilire che i costi siano a carico di chi vuole organizzarle». Guccione ha dunque annunciato voto contrario sia sul finanziamento delle elezioni e delle primarie che per quel che riguarda il Corap.

La difesa d’ufficio dell’operato del governatore arriva da Giuseppe Aieta che ritiene «dovuto» l’atto della giunta anche per anticipare il voto al 2019. «Credo poi che dovremmo avere il garbo di votare in maniera responsabile con le altre Regioni italiane, a partire dall’Emilia Romagna». Aieta sostiene poi che il presidente ha fatto bene a coprire finanziariamente anche le primarie «come ci impone la Corte dei Conti».

Aieta ha poi attaccato a muso duro il Pd che non ha «ancora scelto il suo capogruppo, è ancora commissariato e non ha saputo compattarsi neanche nella battaglia sulla sanità».

Giuseppe Giordano appena rientrato non può che fare altro che evidenziare «un clima surreale» e criticare la prassi «di far arrivare in Aula senza confronto provvedimenti così importanti». Giordano ha poi dichiarato di guardare con grande attenzione alla possibile alleanza con tra Pd e Cinque Stelle anche a livello regionale.

Gianluca Gallo che pure sottolinea la «spaccatura nel centrosinistra», dice che il provvedimento di finanziamento delle elezioni «va approvato anche perché non si può andare oltre la fine di novembre per andare al voto. Per quanto riguarda le primarie andrebbero abrogate, ma al momento anche questo è un atto dovuto. Noi diamo la nostra disponibilità ad abrogarla alla prima data utile. Sul Corap invece sono necessarie misure di salvaguardia per i lavoratori».

Voto contrario anche da parte di Arturo Bova di Leu «basta con le primarie istituzionali. Se era un atto dovuto potevamo farlo prima senza fare pensare alla stampa che dietro ci sia il loro finanziamento» e anche lui ha aperto al dialogo con i Cinque Stelle «nonostante alcune parole che in questo momento si stano pronunciando».

Michele Mirabello ha difeso sia il provvedimento con il quale viene approvata la liquidazione del Corap che il finanziamento delle elezioni e delle primarie: «è un atto dovuto predisporre gli atti di bilancio per le leggi in vigore. Vogliamo abrogarla? Per me va bene ma perché lo ricordiamo solo adesso?». Mirabello provoca poi il Pd «Invece di perdere tempo perché non nominiamo subito il capogruppo?».

Antonio Scalzo, a nome dei Moderati per la Calabria, ha annunciato voto contrario su entrambi i provvedimenti.

Naturalmente contrario Domenico Bevacqua: «basta far arrivare provvedimenti in Aula senza discuterli prima ed evitiamo di fare queste figure davanti all’opinione pubblica». Per Forza Italia si esprime Claudio Parente che, ricalcando le posizioni di Tallini, annuncia il voto favorevole del gruppo.

Oliverio torna sui suoi passi

Alla fine Oliverio è costretto a fare marcia indietro davanti alla freddezza dei numeri: piuttosto che incassare l’ennesimo voto contrario, preferisce rinviare tutto al prossimo Consiglio. E prometto: «Colgo il messaggio e la volontà del Consiglio di votare il prima possibile nei 60 giorni che partono dal 24 novembre». 

La legge sulla messa in liquidazione del corap viene messa ai voti e non inserita all'odg con 9 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti, essendo necessaria la maggioranza dei due terzi. La seduta è poi stata interrotta per assenza del numero legale.

 

 

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Giornalista
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