Verso la fusione

Città unica Cosenza-Rende-Castrolibero, via libera all’indizione del referendum. Il Pd vota a favore, Caputo: «Giorno storico»

Cittadini chiamati alle urne entro la fine dell'anno. Prima dell'inizio del Consiglio regionale, accordo tra il Partito Democratico e la maggioranza sulla firma di un documento vincolante che posticipa lo scioglimento dei tre Comuni. Bevacqua: «Dire no è una battaglia di retroguardia». Tavernise si astiene, Lo Schiavo contrario

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di Antonio Clausi
26 luglio 2024
19:22

Il Consiglio regionale della Calabria ha dato mandato al presidente Roberto Occhiuto di indire il referendum propedeutico all’approvazione alla legge di fusione sulla città unica Cosenza-Rende-Castrolibero. I cittadini dovrebbero recarsi alle urne entro la fine del 2024, mentre è stato accolto dalla maggioranza il documento, anticipato dal nostro network, presentato dal Partito Democratico. È stato letto dal presidente Giuseppe Mancuso e vincola l’assise ad approfondire ogni aspetto legato al cambiamento in atto. I tre centri di governo verranno sciolti il primo febbraio 2027 e non più il primo febbraio 2025. In più sarà composto un tavolo tecnico per valutare con. dovizia di particolari ogni aspetto.

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Il provvedimento è stato introdotto da Luciana De Francesco di Fratelli d’Italia, presidente dalla I Commissione Affari Istituzionali dove la proposta è stata discussa per quasi un anno. Alla fine del dibattito è stato approvato, in virtù dell’accordo siglato prima del via ai lavori odierni, anche con i voti dei democrat. Questo nonostante nel primo pomeriggio i capigruppo di Palazzo dei Bruzi e Provincia abbiano diffuso una nota in cui si ponevano su posizioni differenti da quelle di Bevacqua e Iacucci.


I due consiglieri regionali, però, nel presentare la loro posizione, giovedì avevano tuttavia spiegato di avere avuto il benestare del segretario regionale Irto e della segreteria nazionale tramite Sarracino. Tavernise del Movimento 5 Stelle si è astenuto, Afflitto ha dato parare favorevole, mentre Lo Schiavo ha annunciato voto negativo definendo preoccupante la proposta di legge, ma non dicendosi contrario (come tutti coloro che hanno preso parola) alle fusioni.

Le sacche di resistenza interne al Pd sono state messe in evidenza da Talerico di Forza Italia, mentre Pasqualina Straface ha garantito che il centrodestra «guarderà al referendum con la dovuta attenzione, anche con i dati percentuali dei singole comune». Rivolgendosi alle opposizioni, ha quindi annunciata «massima apertura ad eventuali emendamenti, a patto che non siano un trucco per affossare la legge».

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Bevacqua ha difeso la posizione del suo gruppo consiliare, dicendo che «chi è contrario fa una battaglia di retroguardia». «Il nostro atteggiamento - ha chiarito - è quello di una classe dirigente seria che, pur contestando le imposizioni e l’impostazione iniziale, sa guardare avanti e guidare un processo epocale». Sulla stessa lunghezza d’onda Iacucci che ha chiarito un aspetto su cui era stato punzecchiato dagli interventi degli azzurri. «Non abbiamo prodotto il documento per salvare il Comune di Cosenza, tanto che il sindaco Caruso continua ad essere contrario. Il documento - ha ribadito più volte - è pieno di contenuti. In questi 2 anni e mezzo ci sarà tutto il tempo di valutare come arrivare al meglio all’appuntamento del 2027».

Graziano ha definito la fusione per la creazione della città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero come il più grande appuntamento della storia della nostra regione, mente per ultimo ha preso la parola Pierluigi Caputo, il primo firmatario della proposta di legge. «Qui siamo tutti a favore della città unica e la cosa mi inorgoglisce. Il progetto è ambizioso, ecco perché abbiamo accolto l’idea di posticipare la data dello scioglimento dei comuni al 2027 – ha sentenziato benedicendo pubblicamente l’intesa con il Pd -. La nuova città di Cosenza potrà diventare la seconda della Calabria, ecco perché oggi è una data storica. Abbiamo modificato la legge perché non è pensabile che un consiglio comunale di colore diverso possa dire “no”. Noi siamo per dare la parola ai cittadini, non ci resta che dare il via all’iter».

 

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