Centri per l’impiego, Guccione: «Un dipendente ogni 3mila utenti»

Dopo l’interrogazione dello scorso dicembre, il consigliere regionale torna sulla questione relativa alla carenza di personale e afferma: «In sei mesi è rimasto tutto invariato»

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di Redazione
11 giugno 2019
10:09
Il consigliere regionale Carlo Guccione
Il consigliere regionale Carlo Guccione

«Il carico lavorativo per ogni dipendente risultava e continua ad essere pari a un rapporto di un dipendente su 3000 utenti». Dopo l’interrogazione a risposta scritta, presentata lo scorso dicembre 2018, il consigliere regionale Carlo Guccione torna sulla questione relativa alla mancanza di personale nei Centri per l’impiego della Regione Calabria.

Il carico lavorativo

«Un problema – afferma in una nota stampa – che non può più essere procrastinato anche in considerazione dei nuovi adempimenti che si presenteranno nell’imminente futuro e per la messa a regime degli interventi previsti nell’ambito del reddito di cittadinanza. L’attuazione di tale programma comporterà un carico lavorativo non proporzionato al già esiguo organico in forza nei Centri per l’impiego della Regione Calabria. Considerando che con l’introduzione della quota 100 per il pensionamento anticipato tale situazione si aggraverà maggiormente in quando si riduce ulteriormente il numero dei dipendenti impegnati nei centri pubblici per il lavoro».


La carenza di personale

«I primi sintomi di carenza di personale – prosegue la nota – cominciano a intravedersi in particolare negli uffici periferici locali in cui il personale avviato al pensionamento non viene sostituito. La situazione che si registra attualmente nel Comune di Acri rappresenta il primo esempio di questo scenario denunciato ma rimasto per troppo tempo inascoltato. A breve il caso di Acri si estenderà inevitabilmente presso altri uffici, come ad esempio a Montalto Uffugo, che rappresentano un punto di rifermento importante, anche di legalità, nelle varie periferie regionali».

«A distanza di sei mesi tutto è rimasto invariato»

Guccione lamenta, inoltre, un certo immobilismo istituzionale. «Come mai – si chiede – la Regione Calabria non ha provveduto a una riorganizzazione del personale, così come avevo sollecitato anche attraverso l’interrogazione? A distanza di sei mesi tutto è rimasto invariato. L’assessore al Lavoro Angela Robbe in risposta all’interrogazione sottolineava che: “Il Piano regionale 2018-2020, ha previsto il rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro, Poc- Piano integrato Anpal-Anpal Servizi Spa. In attesa di una Riforma complessiva, va rimarcato che la Regione ha avviato una serie di attività volte al riordino, al miglioramento e all’armonizzazione dei Cpi, al fine di garantire qualità, professionalità nei confronti delle esigenze dell’utenza in attesa di dare completa attuazione alle previsioni di cui all’articolo 18 del decreto legislativo 150/2015”. Ma - sostiene Guccione - ad oggi nulla è stato fatto, tutto è rimasto sulla carta. E ancora - riporta la nota - l’assessore Robbe ribadiva: “E’ in fase di definizione un piano organizzativo che tiene conto delle attività di politiche attive messe in campo dalla Regione, oltre a considerare le attività istituzionalmente di competenza dei Centri per l’impiego che si prevede verranno avviate”. Ma la Regione - aggiunge Guccione - non ha provveduto a potenziare il personale presente nei centri pubblici per il lavoro. Di conseguenza oggi sussistono Centri per l’impiego in cui si registra un numero di dipendenti sufficienti, o in esubero, e altri in cui, a causa dell’esiguo numero di operatori, non si riescono a garantire i livelli essenziali dei servizi».

Lo scenario

«In questa fase delicata – continua Guccione – è doveroso sottolineare la grande disponibilità dei dipendenti, i quali nonostante si trovino in numero esiguo e in una logistica non adeguata continuano a garantire con professionalità e dignità i vari servizi a favore di chi giornalmente lotta per inserirsi nel mondo del lavoro. Se dovesse perdurare tale situazione risulterà difficile attuare in pieno gli interventi di politica attiva a favore dei cittadini svantaggiati, mettendo a rischio l’imminente applicazione del reddito di cittadinanza. Inoltre – conclude –, se non si provvederà a un potenziamento e a una ripartizione equa del personale in base al carico lavorativo a fronte del numero degli utenti serviti, si metterà anche in discussione sia l’operatività del personale impegnato che l’efficacia dei servizi destinati all’intera popolazione che quotidianamente si presenta nei vari Centri per l’impiego della Regione Calabria».

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