Casali del Manco: «Il valore di un processo di fusione»

Il Movimento “Presila Unita” sulle polemiche dei giorni scorsi: «Gridare oggi allo scandalo per la presunta “annessione di Spezzano Piccolo” non può che discendere da una lettura fuorviante della norma nazionale e regionale o da pura malafede politica»
di Redazione
9 maggio 2017
09:08
Cosenza, Pedace
Cosenza, Pedace

«Con l'approvazione in Consiglio Regionale della Legge n.13/2017, si è concluso il processo di fusione dei Comuni di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta; è nato  il Comune di Casali del Manco che rappresenta per la Calabria una innovazione amministrativa». E’ il commento del Movimento Presila Unita per il Sì, contenuto in nota inviata alla stampa.

 


«Si è concretizzato – aggiungono - un progetto di cui si è discusso per anni nella Presila cosentina e che ha tra i suoi precursori addirittura Fausto Gullo che rintracciava in “quella forte unità di propositi e quella visione larga e severa dei grandi interessi, che sono condizione indispensabile di retta e feconda amministrazione” una priorità fondamentale». Sul finire degli anni '70 l'idea fu riproposta dal PCI, ma solo cinque anni orsono un gruppo di cittadini e associazioni decisero che fossero maturi i tempi per proporre la fusione dei cinque comuni e furono raccolte oltre 2000 firme, cui seguirono nel 2014 le deliberazioni all'unanimità dei cinque consigli comunali.

 

«Il risultato schiacciante della vittoria dei SI al referendum indetto dalla Regione Calabria per il 26 marzo 2017, è stato lo sbocco naturale di un processo nato dal basso e che tra i cittadini ha trovato il suo naturale compimento». Rimarcata «la ricaduta in termini sociali del processo che ha portato alla fusione,  il cui valore forse ancora non è stato appieno compreso».

Il dibattito sul comune unico «ha rappresentato una scossa per un territorio, pur storicamente luogo di passioni politiche, dove tuttavia aveva fatto la sua comparsa la crisi della politica, della partecipazione e dell'impegno sociale; favorevoli e contrari, iniziative pubbliche e discussioni private, riunioni, scontri piccoli e grandi, l'attenzione del mondo della ricerca universitaria per un processo unico in Calabria, il primo dopo Lamezia Terme,  e poi l'attenzione dei mass media con giornali, televisioni e social network scatenati».

 

Da non sottovalutare la partecipazione popolare: «Le circa 2000 firme raccolte dal movimento Presila Unita, a sostegno dell’avvio del processo deliberativo da parte delle amministrazioni comunali, ha rappresentato, infatti, un unicum nel territorio nazionale, ove i processi di fusione, per come previsto dalle legge, hanno avuto avvio con le sole delibere dei comuni interessati». 

 

Ad aprile 2016 la Regione ha predisposto alcune modifiche alla  l.r. n. 13/1983, stabilendo l’abolizione del quorum partecipativo, ed adeguandosi in tal modo alla legislazione adottata dalla gran parte delle regioni italiane. «Ben 17 su 20 non prevedono quorum partecipativo del 50% +1 degli aventi diritto. Il motivo di tale scelta è semplice e rappresenta un ulteriore elemento di garanzia democratica, in quanto nei referendum che prevedono quorum partecipativo, molto spesso gli oppositori si trincerano verso l’astensionismo. Giusto per fare un esempio recente, se il referendum sulle trivelle, del 17 Aprile 2016, non avesse previsto il quorum, il si avrebbe vinto in larghissima misura e le trivelle sarebbero bandite in tutto il territorio nazionale».

 

«Persino l’allora capo del governo e segretario del maggior partito di maggioranza diede indicazioni di non recarsi alle urne, per far fallire appunto la consultazione referendaria. In maniera del tutto oggettiva, pensiamo che la democrazia sia soprattutto partecipazione e quindi pensiamo che la scelta di togliere il quorum partecipativo o quanto meno abbassarlo al 30%, per come realizzato dalla regione Liguria, a tutte le consultazioni referendarie, rappresenti un elemento di rafforzamento della democrazia.

Un’altra modifica alla Legge Regionale è rappresentata dall’eliminazione della dicitura “intero bacino elettorale” dal comma 2 dell’art. 44 della l.r. n. 13/1983.

 

Dalla semplice lettura della norma appare chiaro che la proposta di fusione dei cinque comuni sottoposta a referendum ha avuto esito favorevole, poiché “la proposta referendaria si intende accolta qualora la maggioranza dei voti validamente espressi sia a favore della medesima”, pur in assenza della dicitura “intero bacino elettorale”.

 

Il lungo percorso democratico poteva essere garantito solo ed esclusivamente con l'istituzione del comune dei Casali del Manco. Sarebbe stato un attentato alla democrazia il contrario, ovvero non istituirlo, alla luce di un risultato schiacciante pari a 2885 voti a favore contro 1709 non favorevoli (63% Si - 37% No); gridare oggi allo scandalo per la presunta “annessione di Spezzano Piccolo” non può che discendere da una lettura fuorviante della norma nazionale e regionale o da pura malafede politica». 

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