Bruno replica: «Prendo solo 9.348 euro l’anno». Ma non spiega il dono dell’ubiquità

Il presidente della Provincia di Catanzaro e dell’Upi rettifica la cifra del suo compenso per l’attività a Reggio Calabria come capo staff della segreteria di Sebi Romeo
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1 maggio 2018
17:01
Enzo Bruno
Enzo Bruno

Dall'Ufficio stampa del presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, riceviamo e pubblichiamo:

La legge 56/2014, la cosiddetta legge Delrio, nel riorganizzare il funzionamento degli Enti locali e, quindi, delle Province elimina l’indennità di funzione ai presidenti: quindi, nella veste di Presidente della Provincia di Catanzaro, pur spendendosi per l’Ente con impegno e capacità, il presidente Bruno non percepisce alcuna retribuzione. Stessa sorte gli tocca nel ruolo di presidente dell’Upi Calabria, che riveste in quanto presidente della Provincia di Catanzaro.
I colleghi con stima e fiducia gli hanno attribuito l’onore e l’onere di rappresentare la Calabria in sede di Unione delle Province nazionale, che svolge senza percepire alcuna indennità se non spendendo tempo e risorse proprie. E veniamo, infine, alla retribuzione percepita in quanto dipendente regionale assegnato alla struttura del capogruppo del Pd, Sebi Romeo: Enzo Bruno è dipendente del Giunta regionale e da molti anni in più occasioni il gruppo del Pd si è avvalso della sua esperienza inserendolo nella propria struttura. Per tale incarico percepisce circa 500 euro nette al mese, per un totale di 9.348 euro lorde all’anno, e non 10 mila euro al mese come viene riportato falsamente nell’articolo in questione.
È il caso di ricordare che il presidente Bruno per il suo lavoro di dipendente della Giunta regionale e componente della struttura speciale del capogruppo consiliare del Pd percepisce 2 mila euro totali al mese così come si può riscontrare dalla dichiarazione dei redditi dello stesso. Nella veste di funzionario comandato in struttura di un capogruppo consiliare, Enzo Bruno registra la propria presenza al lavoro nella sede della Cittadella regionale a Catanzaro, per come regolarmente autorizzato, attraverso un sistema di rilevamento appositamente installato dal Consiglio regionale. L’articolo, quindi, risulta calunnioso e denigratorio della figura istituzionale del presidente della Provincia di Catanzaro che ha già dato mandato ai propri legali di procedere a querelare laCnews.


 

La nostra replica 


Insomma, il presidente Bruno si è molto arrabbiato. E ha anche ragione ad arrabbiarsi, perché per un mero errore in fase di impaginazione dell’articolo, quei circa 10mila euro che percepisce annualmente per il suo incarico da capo dello staff del presidente del Consiglio regionale, sono diventati 10mila euro al mese. Un refuso che però è stato immediatamente corretto.
Ciò non toglie che la cosa abbia provocato un sincero e giustificato disagio a Bruno, con il quale ci scusiamo. Per il resto la sua rettifica non spiega in che modo riesca a conciliare la sua attività di presidente della Provincia di Catanzaro e dell’Upi, con sede di lavoro a Catanzaro, con il suo impegno quotidiano a Reggio Calabria. Che siano mille, duemila o diecimila euro al mese la sostanza non cambia. Si tratta di soldi pubblici e noi, come tutti i calabresi, vogliamo vederci chiaro. Ci spieghi come fa a guadagnarsi quei mille euro nonostante gli impegni bi-presidenziali a Catanzaro, senza limitarsi a dire che tanto il badge è stato autorizzato a timbrarlo alla Cittadella. Ci spieghi questo, invece di inalberarsi e promettere querele, perché l’errore era stato corretto già prima che mettesse mano alla sua replica.

edg

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