Verso il referendum

Autonomia, Bombardieri (Uil): «Deposito firme è un messaggio importante, Calabria ha risposto in modo incredibile»

Il segretario generale a Gizzeria per un incontro promosso dal sindacato: «Tante adesioni dimostrano la volontà di un Paese unito». Sui temi del lavoro: «Numero di precari ancora troppo alto e salari che ancora non hanno recuperato l'inflazione»

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di Redazione Economia
26 settembre 2024
18:15
Pierpaolo Bombardieri
Pierpaolo Bombardieri

«La deposizione delle firme in Cassazione per il Referendum contro l'Autonomia differenziata rappresenta un messaggio importante per il Paese». Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, parlando con i giornalisti a Gizzeria a margine di un'iniziativa promossa dal sindacato sul tema del lavoro.

Secondo Bombardieri «la Calabria ha risposto in modo incredibile, ma anche altri territori hanno registrato una grande adesione di persone che rifiutano questa scelta e vogliono un Paese che resti unito, un Paese che non vuole allargare la forbice delle diseguaglianze, un paese che ritiene che chi nasce a Reggio Calabria, a Cosenza o a Catanzaro abbia lo stesso diritto di chi nasce in altre parti d’Italia. Quella che si è intrapresa, dunque, è una battaglia giusta, che però deve adesso continuare perché bisognerà convincere le persone ad andare a votare».


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Pochi passi avanti per la vertenza Calabria

«La vertenza Calabria è una vertenza che stiamo portando insieme ai segretari regionali da più di un anno. Continuiamo a sostenere che è necessario che in questa terra ci siano investimenti, che si crei occupazione e che si crei occupazione dignitosa. Non ci sembra però che ci siano grandi passi in avanti», ha poi detto Bombardieri a proposito del lavoro in Calabria. «Nonostante i numeri che dicono che la Calabria stia risalendo – ha rilevato ancora Bombardieri - il nostro timore è che quei numeri siano un po' drogati dagli incentivi sulle assunzioni. Non vorremmo che, finiti gli incentivi, finissero anche le assunzioni». 

Troppo lavoro povero

Ieri insieme agli altri rappresentanti dei sindacati, Bombardieri ha preso parte a un incontro a palazzo Chigi sul Piano strutturale di bilancio: «Abbiamo registrato risposte positive rispetto a due nostre richieste, il consolidamento del cuneo fiscale e il fatto che le pensioni vanno rivalutate, perché non si possono tagliare le pensioni e fare cassa sui pensionati. Rimangono aperte alcune questioni per noi molto importanti». 

«Intanto – ha aggiunto Bombardieri – la questione del lavoro, del salario: nonostante i numeri dell'Istat, noi continuiamo a sostenere che si tratta di un lavoro povero. Sei milioni di persone, secondo i dati del ministero, non raggiungono i 12mila euro lordi annui. C'è ancora un numero di precari molto importante e il peso dei salari non ha recuperato l'inflazione che ci portiamo dietro dal periodo del Covid. C'è una questione che riguarda la sicurezza, c'è una questione che riguarda il fisco. In questo Paese – ha sottolineato il segretario della Uil - continuano a pagare i soliti noti, i lavoratori dipendenti e pensionati, e si strizza l'occhio - secondo noi - a chi le tasse non le paga, lo dice anche la Commissione europea in un documento criticando i condoni e la Flat Tax. E rimangono aperti due grandi problemi fondamentali, io aggiungo per il Mezzogiorno: intanto quello della sanità, che al Sud non è al livello del resto del Paese, abbiamo necessità di investimenti. Poi abbiamo depositato le firme contro la legge sull'Autonomia differenziata e questi secondo noi sono due punti strategici sui quali chiediamo risposte al Governo».

Inoltre, ha proseguito il segretario della Uil, «c'è il tema dello stato sociale in questo Paese, non solo delle pensioni, ma di come nei prossimi anni si darà risposta a chi rischia di rimanere in difficoltà e a chi vive in questo momento di difficoltà. Cito le donne che hanno visto mortificata la loro aspettativa attraverso il consolidamento di Opzione donna, i giovani che non hanno una pensione di garanzia, chi fa lavori particolarmente gravosi che poi provocano anche incidenti mortali e da questo punto di vista il governo e il ministro hanno sostenuto che non hanno intenzione di fare modifiche. È chiaro – ha concluso Bombardieri - che se le risposte saranno queste noi risponderemo».

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