Barbalace verso le dimissioni. Si accelera il rimpasto di giunta

La decisione dell'assessore rimasto coinvolto nell'operazione Mandamento potrebbe arrivare a breve e accelererebbe il rimpasto di giunta al quale Oliverio lavora da tempo. Ma la settimana che si apre potrebbe essere decisiva anche per la gestione della sanità in Calabria: sembra essere arrivata al capolinea la stagione di Massimo Scura
di Riccardo Tripepi
8 luglio 2017
11:59
Carmela Barbalace, assessore regionale
Carmela Barbalace, assessore regionale

Siamo davanti a un crocevia nevralgico per la politica calabrese. La settimana che si apre lunedì potrebbe segnare una svolta per l’attuale legislatura. Il Pd nazionale, e anche quello regionale, sono in pressing sull’assessore alle Attività Produttive Carmela Barbalace, rimasta coinvolta nell’operazione Mandamento, per ottenere le dimissioni che potrebbero arrivare a strettissimo giro di boa. Passaggio che accelererebbe i tempi di un rimpasto di giunta sul quale Oliverio è al lavoro da diversi mesi. Tre o quattro le pedine in discussione. Oltre alla Barbalace, tra gli uscenti c’è di sicuro l’assessore ai Traporti Francesco Russo, dopo aver ottenuto la guida dell’Autorità portuale di Gioia Tauro. Mentre rimangono in bilico le posizioni del vicepresidente e assessore al Bilancio Antonio Viscomi, i cui rapporti con Oliverio continuano a non essere idilliaci, e dell’assessore al Lavoro Federica Roccisano che pagherebbe le sbavature che le hanno provocato le attenzioni di “Report” e i rapporti tesi con il partito reggino.

 


Escluso che la giunta dei tecnici si trasformi in un esecutivo di natura esclusivamente politica, Oliverio è alla ricerca di un mix equilibrato che possa rinsaldare i rapporti con il Consiglio e la sua maggioranza. Operazione non semplice in quanto il rimpasto va ad incrociarsi con le operazioni di rinnovo dell’Ufficio di presidenza di palazzo Campanella e delle Commissioni permanenti. Passaggi sui quali ancora non c’è chiarezza, anche perché ci sono da prendere decisioni in ordine alle questioni legate a Francesco D’Agostino, vicepresidente del Consiglio, e Arturo Bova, presidente della Commissione antindrangheta, entrambi auto-sospesi dagli incarichi dopo il coinvolgimento in indagini giudiziarie. Ci sono poi da dirimere i rapporto con Alternativa Popolare, ieri Nuovo Centrodestra, dopo la rottura di Catanzaro con Esposito e Aiello che hanno sostenuto Sergio Abramo contro il candidato del Pd Enzo Ciconte. Pino Gentile, vicepresidente del Consiglio di minoranza, ed Esposito, presidente della Commissione “Riforme”, potrebbero perdere gli incarichi. Molto dipenderà anche dalla linea che sceglierà l’opposizione con Forza Italia che rivendica il posto di Gentile con le candidature di Ferro e Tallini. Per realizzare i sogni azzurri, però, è necessario che la minoranza si presenti compatta e che il centrosinistra non influenzi la votazione, come fu all’inizio della legislatura.

 

Infine, nella settimana che si apre Oliverio aspetta da Roma la notizia che sogna di sentire dall’inizio della legislatura e cioè l’annuncio della fine del Commissariamento della Sanità. La decisione di chiudere l’era di Massimo Scura sarebbe già maturata e potrebbe essere ratificata già dal prossimo Consiglio dei ministri. I verbali del tavolo “Adduce” non lasciano dubbi e, adesso, è il governo Gentiloni a dover dire l’ultima parola.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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