Il Pd esce a pezzi dalla tempesta perfetta: travolto anche in Toscana

I ballottaggi che hanno chiuso le elezioni amministrative confermano il trend della vigilia. I democrat perdono anche le roccaforti rosse mentre la Lega si rafforza ulteriormente e l’M5s tiene

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di E. D. G.
25 giugno 2018
11:24

La tempesta perfetta del Pd è finita. Del partito che alle Europee del 2014 arrivò a sfiorare il 41 per cento, resta solo un flebile ricordo, che rende ancora più imbarazzante la disfatta dei ballottaggi delle amministrative che si sono tenuti ieri.
Il colpo di grazia per i democrat è stato il ribaltone avvenuto in Toscana dove Pisa, Siena e Massa sono passate in blocco al centrodestra. Nella città della torre pendente il nuovo sindaco è Michele Conti candidato di Lega, FI e FdI, che ha battuto Andrea Serfogli. In quella del Monte dei Paschi, invece, Luigi De Mossi, con il 50,8% ha battuto di misura il sindaco uscente del Pd Bruno Valentini fermo al 49,2%. Infine, a Massa, Francesco Persiani si è imposto con il 56,6% su Alessandro Volpe, sindaco uscente, fermo al 43,4%.

 


Stesso copione ad Ivrea, dove la sinistra amministrava ininterrottamente dal dopoguerra e dove il candidato sindaco del centrosinistra, Maurizio Perinetti, ha ammesso la sconfitta. Resiste solo Ancona, unico capoluogo di Regione al voto, dove si riconferma la sindaca uscente, Valeria Mancinelli, di centrosinistra. Ad Avellino si impone a sorpresa Vincenzo Ciampi candidato M5S che strappa la cittadina campana finora guidata dal centrosinistra.

 

Il M5s espugna anche Imola, governata per oltre 70 anni dal centrosinistra. Dopo 20 anni passa al centrodestra Terni - finora guidata dal Commissario straordinario - con Leonardo Latini esponente della Lega che al ballottaggio ha nettamente superato Thomas De Luca, candidato del Movimento 5 stelle.

 


Da Brindisi arriva una delle poche consolazioni per il centrosinistra: è vincitore Riccardo Rossi, ribaltando i risultati del primo turno che vedevano favorito Roberto Cavalera del centrodestra.
A Imperia la lotta tutta interna al centrodestra, vede la vittoria dell'ex ministro Claudio Scajola, rappresentante di quattro liste civiche, che prevale sul candidato del centrodestra unito Luca Lanteri, ex delfino dello stesso Scajola e ora uomo sostenuto dal governatore Giovanni Toti.

 


Anche a Sondrio prevale il centrodestra con il candidato Marco Scaramellini che batte Nicola Giugni, sostenuto dal centrosinistra. A Teramo Gianguido D'Alberto del centrosinistra ha avuto la meglio su Giandonato Morra del centrodestra (il comune era guidato da un commissario straordinario). A Viterbo, città finora guidata dal centrosinistra, il nuovo sindaco è Giovanni Arena del centrodestra con il 51,1 che ha battuto Chiara Frontini, a guida di una lista civica. Sorprese dai ballottaggi in Sicilia.

 


A Ragusa, guidata finora dai Cinque stelle, il candidato sindaco del M5s Antonio Tringali è stato battuto dal rivale Giuseppe Cassì, sostenuto da liste civiche e FdI. A Messina, Cateno De Luca (Udc) si impone su Dino Bramanti, sostenuto dal centrodestra. E a Siracusa vince Francesco Italia (Cs) che batte Paolo Ezechia Reale, appoggiato dal centrodestra. Al centrosinistra, infine, è andato il Terzo Municipio di Roma.

 

Insomma, una débâcle senza sconti quella subita dal Pd, che perde anche la suggestione dell’ultima leadership, quella del cosiddetto partito dei sindaci.
Di contro, la Lega completa la sua resurrezione e relega l’alleato di governo, l’M5s, ad un ruolo di comprimario.
Il vero protagonista della scena politica italiana resta Matteo Salvini, che alle Europee di fine 2019 potrebbe incassare dividendi favolosi per questa lunghissima campagna elettorale condotta direttamente da Palazzo Chigi.
Una prospettiva che dovrebbe convincere il centrosinistra, e in particolare i dem, che è davvero venuto il momento di darsi una mossa, ricucendo le divisioni e organizzando la resistenza. Intenzioni che probabilmente cadranno nel vuoto, se si pensa che recentemente Matteo Renzi ha opposto un nuovo rifiuto all’ipotesi di andare al governo con i cinquestelle nel caso in cui questi dovessero staccare la spina all’attuale maggioranza per non essere fagocitati da Salvini.

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