La stoccata

Il giornalista Paolo Mieli sferza Occhiuto: «Se non è d’accordo con l’Autonomia differenziata si dimetta da Fi»

Il professionista invita il presidente alla coerenza, i sindaci calabresi lo “sfidano” ad impugnare la legge. Il governatore prende tempo, mentre la Lega inizia ad attaccarlo ad alzo zero

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di Massimo Clausi
26 giugno 2024
19:24
Il governatore Occhiuto e il ministro Calderoli
Il governatore Occhiuto e il ministro Calderoli

L’autonomia differenziata continua a creare fastidi politici al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto. Cresce, infatti, il numero dei sindaci che chiedono al nostro governatore di essere coerente con le sue dichiarazioni e di impugnare la legge approvata dinanzi la Corte Costituzionale. Ai 70 sindaci di ieri, oggi si sono aggiunti altri primi cittadini_ «Sono certo che il presidente Occhiuto terrà conto della forte spinta che viene dai sindaci – dice Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, promotore dell’iniziativa “UnasolaItalia” – Già così, ad appena 48 ore dal lancio dell’appello, i sindaci firmatari rappresentano ad occhio e croce 800-900 mila cittadini, la metà della popolazione calabrese. Sull’autonomia differenziata non ci sarà più spazio per posizioni ambigue».

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Ma non sono solo i sindaci calabresi a chiedere meno ambiguità ad Occhiuto sulla questione. Identico invito è venuto da una delle più prestigiose penne italiane, Paolo Mieli. L’ex direttore del CorSera, intervenendo due giorni fa a Tagadà su La7, è stato molto esplicito dicendo che nella disputa fra Salvini e Occhiuto ha ragione il primo. «Occhiuto ha detto che questa legge non gli piace e lo ha fatto in tono anche abbastanza acceso. Ovviamente ognuno è libero di pensarla come vuole, ma ditelo prima. Quando le leggi arrivano in Parlamento se si è partiti di una coalizione, una battaglia politica esige che non ci sia un dissenso così radicale, allora a quel punto esci dal partito, te ne vai, ti fai eleggere in un altro schieramento. Ma questo giochetto - ha continuato il giornalista - per cui se sei del Sud per darti un profilo più meridionalista prendi le distanze ma poi stai comunque al gioco…». Ovviamente Mieli nel suo intervento non ce l’aveva solo con Occhiuto ma un po’ con tutta la politica italiana che ha posizioni ambigue sul tema.


Ma il suo discorso, restando in Calabria, si applicherebbe benissimo, ad esempio, alla presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro. Anche lei esponente di Forza Italia (il 2 maggio scorso il coordinatore regionale Francesco Cannizzaro l’ha inserita fra le 201 nuove adesioni al partito) e anche lei contro l’autonomia differenziata a scoppio ritardato. Addirittura ha chiamato i sindaci calabresi a scendere in piazza contro una legge che a suo giudizio presenta troppe forzature e che deve essere cambiata.

La Succurro nelle sue dichiarazioni, ma onestamente non abbiamo capito fino in fondo il senso, aveva tirato addirittura in ballo i cinque prefetti delle province calabresi. «Pertanto, noi sindaci calabresi - ha detto - torneremo dai prefetti e continueremo ad avanzare le nostre sacrosante richieste tutti uniti». Occhiuto, per il momento, prova a resistere a questa pressione e prende tempo. Anche nei confronti del gruppo regionale del Pd che nella capigruppo aveva chiesto un dibattito ad hoc in consiglio regionale sul tema. La discussione però non è stata inserita nell’ordine del giorno anche se, da quanto trapela, il Pd proverà comunque a presentare una mozione nel prossimo consiglio. Occhiuto per il momento ha replicato che se ne parlerà poi, appena verrà pubblicata la legge «Di certo non mi iscrivo al Pd», come a dire che non si fa dettare da nessuno l’agenda politica.

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Eppure la pressione cresce e Occhiuto deve guardarsi anche in casa propria e segnatamente verso la Lega, con Salvini che gli ha mandato a dire appunto che doveva esprimere prima la sua contrarietà al programma del centrodestra. Anche qui il presidente ha detto che in realtà in sede di Conferenza Stato/Regione ha dato il suo via libera, ma sempre dietro una serie di condizioni, a partire dalla definizione e finanziamento dei Lep. Ma tutto questo non basta a creare attriti con gli alleati, difatti il deputato calabrese del Carroccio Domenico Frugiuele da due giorni attacca ad alzo zero. Prima ha commentato il risultato delle amministrative dicendo che «il livello di coesione tra i partiti dell’alleanza va rilanciato attraverso il dialogo costante con i territori e un’azione di governo regionale più incisiva e collegiale. Ci si confronta poco e male, con la conseguenza che talvolta le candidature sono più imposizioni dall’alto che il frutto di una dialettica tra soggetti politici. Non ci sono riunioni interpartitiche da anni, e questo non è un bene».

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Il secondo siluro lo ha sganciato ieri sui tirocinanti. «Dal momento che la politica delle chiacchiere e degli slogan continui non produce nulla, ho sentito il dovere di coscienza di presentare al ministro della funzione pubblica, Paolo Zangrillo, un’interrogazione sulla condizione umiliante che vivono da tempo i 4000 tirocinanti di inclusione sociale in Calabria». Le chiacchiere dovrebbero essere proprio quelle di Occhiuto e Cannizzaro che avevano presentato un emendamento alla finanziaria che avrebbe dovuto risolvere la situazione. Oggi Furgiuele lo liquida così: «Con un recente intervento normativo sono stati stanziati 5 milioni di euro a decorrere dal 2024 autorizzando gli enti locali ubicati sul territorio della regione Calabria a bandire procedure selettive per l’accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di diciotto ore settimanali, della durata di diciotto mesi, alle quali sono prioritariamente ammessi i tirocinanti rientranti nei percorsi di inclusione sociale rivolti a disoccupati. Tuttavia dette risorse sono palesemente insufficienti per pensare di poter almeno lenire un malessere che offende migliaia di madri e padri di famiglia, ma che ferisce la civiltà del diritto del lavoro».

Domani in Calabria dovrebbe arrivare il plenipotenziario di Salvini Claudio Duringon. Fra gli argomenti la posizione della Lega rispetto al rimpasto di giunta annunciato dallo stesso Occhiuto. L’impressione è che la resa dei conti all’interno del centrodestra si stia avvicinando.

Giornalista
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