Alessandro Nicolò su rinnovo Ufficio di Presidenza: «I diritti della minoranza sono stati negati»

Il capogruppo di Forza Italia in una dichiarazione: «Il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale delinea nuovi scenari e ribalta le alleanze uscite dalle urne del 2014»
di Redazione
13 settembre 2017
16:39
Regione, il consigliere Nicolò
Regione, il consigliere Nicolò

«Il dato politico che emerge in maniera netta è che i confini, per come tracciati dal voto popolare del novembre 2014, tra il centrosinistra e Alleanza Popolare sono di fatto cancellati con la rielezione alla vicepresidenza, nel ruolo di vicario, di Pino Gentile, un risultato che conferma l’implosione del Partito democratico e del centrosinistra che si frantuma», queste le prime parole del consigliere regionale Alessandro Nicolò in merito al nuovo ufficio di presidenza regionale.

 


«Fu proprio Romeo di sua iniziativa, in una Conferenza dei capigruppo, già nel mese di giugno, a proporre una soluzione in antitesi alla vicepresidenza Gentile, addirittura disegnando l’identikit riconducibile a Wanda Ferro, a nome non solo del PD ma anche del Presidente Oliverio».

«Doveroso fare emergere l’aspetto politico-istituzionale»

“Non si tratta di esprimere giudizi sui singoli – rileva Alessandro Nicolò perché nutro rispetto e stima nella persona e nel politico Pino Gentile – ma è doveroso fare emergere l’aspetto politico-istituzionale fondato sulla violenza dei numeri a discapito dei valori della rappresentanza democratica nelle assemblee da cui la minoranza è stata estromessa per viltà di qualcuno e per l’ignavia di altri». Continua ad osservare ancora Alessandro Nicolò, «nelle riunioni ufficiali e negli incontri di questi mesi, ci fu un clima animato da un confronto civile e propedeutico all’appuntamento dello scorso 11 settembre in Consiglio regionale. Non siamo andati con il cappello in mano dal PD, laddove-trovando la nostra ampia convergenza- si voleva affermare il principio di unità istituzionale, preservando le autonomie dei gruppi consiliari, a garanzia della libera scelta di maggioranza e minoranza di eleggere i propri rappresentanti nell’Ufficio di Presidenza senza il condizionamento dei così detti ‘franchi tiratori’».

 

«Fu lo stesso Romeo a garantire la blindatura di Wanda Ferro»

«Assicurando la disponibilità di cinque voti, indicando anche i nomi dei consiglieri, per sancire l’intesa istituzionale. Sappiamo com’è andata, e non per responsabilità di Forza Italia e del centrodestra, tanto è che il risultato del voto in Consiglio ha violato una prassi consolidata e rispettata in tutte le legislature fin qui susseguite, coerente col voto popolare e i valori di garanzia per la rappresentanza di minoranza. Convenienze politiche e partitiche – afferma ancora Alessandro Nicolò – poste in essere a danno della democrazia e di quella parte del popolo calabrese, che non si riconosce nell’attuale maggioranza, ma che concorre, con i suoi rappresentanti in Consiglio regionale, nella formazione delle leggi e dei processi istituzionali della Regione».

 

«Inaugurata una nuova stagione di rapporti politici»

Questa è una novità, continua Nicolò, «un ‘vulnus’ nel corretto esplicarsi delle dialettiche maggioranza-minoranza di cui paventiamo i pericoli per il futuro per l‘attecchire di atteggiamenti sprezzanti e disattenti rispetto ai segnali di democrazia che pur devono venire dalla più importante Assise di questa regione». Mentre sul piano politico la situazione muta, infatti– dice ancora Alessandro Nicolò – «gli accordi tra centrosinistra e Alleanza popolare confermano l’inaffidabilità e le ‘geometrie variabili’ che guidano le decisioni degli alfaniani, e non solo in Calabria, un argomento che merita attenta e preoccupata riflessione politica ad ogni livello, locale e nazionale».

 

La mancata elezione di Wanda Ferro

Viene così meno « il risultato che sotto il profilo istituzionale avrebbe sancito il giusto equilibrio democratico. Per quel che concerne Forza Italia – conclude Alessandro Nicolò - continueremo a lavorare con assoluta chiarezza, senza pregiudizi o compromessi di sorta per tutelare gli interessi del popolo calabrese che, ne sono certo, al momento opportuno saprà esprimere il proprio giudizio anche su una così amara pagina della vita istituzionale regionale».

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