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di Francesco Graziano
22 luglio 2024
11:01

Calabria da scoprireViaggio alla scoperta del castello di Strongoli, la storia del maniero dalle origini fino ai tempi moderni

Adagiato nella parte alta del paese, sembra governare tutto ciò che lo circonda. Il sito, di origine normanna, subì nei secoli trasformazioni variando di volta in volta la destinazione d'uso

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Lassù, adagiato nella parte alta del paese, sembra governare tutto ciò che sta attorno. Con il suo aspetto autorevole e antico, il castello di Strongoli si fa largo, spunta fuori da un cumulo di abitazioni che assieme, una accanto all'altra, formano la comunità incastonata nella provincia di Crotone. Quasi a reggersi vicendevolmente per andare oltre la somma di tegole e cemento e diventare unità, visione d'insieme.

Sono quattro le torri angolari, tre a forma cilindrica ed una scarpata, che caratterizzano la suggestiva struttura a cui un tempo si poteva accedere mediante un ponte levatoio che consentiva di superare un fossato per fare ingresso nello storico edificio. 


Come spesso accade, anche il castello di Strongoli ha subito nel corso del tempo una serie di rifacimenti facilmente riscontrabili nei diversi stili e nei differenti materiali di costruzione utilizzati. Una condizione, quella della trasformazione strutturale di cui sono stati oggetto palazzi e monumenti, che è anzitutto segno dei secoli che passano ma anche delle dominazioni che si sono susseguite negli anni.

Di origine normanna, il castello probabilmente trovò posto nel punto in cui sorgeva l'acropoli dell'antica Petelia. Durante il periodo aragonese, le fortificazioni furono interessate da numerosi rifacimenti. Ulteriori lavori di restauro, avvenuti lungo la corrente degli anni, hanno poi trasformato il castello da struttura ad uso militare, impiegata per tale scopo soprattutto durante la “Congiura dei Baroni” e la discesa di Carlo VIII, a residenza nobiliare.

C'è da aggiungere che con la conquista spagnola i castelli feudali vennero disarmati. Sotto il Viceregno, la funzione del castello fu circoscritta in maniera particolare alla difesa del feudatario e dei suoi procuratori. Successivamente la struttura venne impiegata come carcere e, grazie alla sua posizione, aiutò nel fronteggiare i pericoli derivanti dagli attacchi e dalle invasioni via mare. A causa dei danni seguiti al terremoto del 1783, il re di Napoli Murat decise nel 1811 di far ristrutturare il castello. 

È il mastio, imponente torrione dalla base quadrata, a rappresentare il fulcro principale dell'edificio nel tempo passato dalla proprietà dei Sanseverino ai Campitelli e poi ai Pignatelli. Nel 1831 il castello fu venduto a Nicola e Leonardo Giunti assieme ai beni feudali per poi passare, nel 1945, ai Romano. Nel 1986 fu ceduto al comune di Strongoli. 

L'importante edificio rappresenta uno dei monumenti più interessanti da visitare all'interno del borgo della provincia di Crotone collocato a 342 metri sul livello del mare e che si estende fino a raggiungere la costa ionica con un litorale di circa sette chilometri. 

 

 

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